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13 giugno 2014 5 13 /06 /giugno /2014 19:15
Berlinguer con austerità, please.

Mercoledì scorso è ricorso il compimento del trentesimo anno dalla morte di Enrico Berlinguer, segretario del PCI nel decennio eurocomunista, e i media hanno messo in atto un certo battage finalizzato alla declamazione della sua figura. Ciò è avvenuto dopo che ci sono state inopportune strumentalizzazioni della sua memoria durante la campagna elettorale, ma fortunatamente in presenza anche di iniziative prese da persone serie che operano per una memoria disinteressata.


Scorrendo la stampa su internet si trova molta approssimazione. Ma in quasi tutti i giornali il tema è quello della sua umanità, della sua indipendenza dall’URSS, della sua capacità di far crescere e rimanere unito il suo partito. Tutta roba vera, ma si tratta solo di uno spritz di maniera. Viene soprattutto sottolineata l’attualità del suo messaggio con riferimento alla questione morale. Si stuzzica un’opinione pubblica che si trova difronte allo scandalo Mose, ma senza farne una proposta di attualità politica.

Io penso che ci sia molto conformismo, ferma restando un’autentica ammirazione popolare, e anche una certa strumentalità. Berlinguer infatti propose anche un altro criterio etico, del quale non vedo traccia nelle agiografie di queste ore: l’austerità. Si tratta di una proposta che presuppone una politica economica non consumistica, una organizzazione del mercato dei consumi di massa non edonistica, fondata sul rispetto per le risorse naturali, la lotta culturale prima ancora che economica allo spreco, la moderazione energetica ecc. L’austerità, insomma. Tutta roba portata via dal rilancio reaganiano degli anni ottanta. Quello fu un trend consumistico che in Italia trovò il suo riscontro nel mito della “Milano da bere”, con una visione del successo integrata con quella di indebitamento finanziario. Un trend irreversibilmente consolidato poi dal ventennio berlusconiano.
Un trend oggi radicato anche nella sinistra modello Renzi, al punto che interi settori produttivi come quelli legati al sistema moda si giocano il destino solo sul “lusso”. No lusso? No crescita. Vabbè.
Qualcuno se la sentirebbe oggi di parlare di austerità? Sarebbe come bestemmiare.


C’è poi un altro tema ipocritamente ignorato: come è morto Berlinguer?

C’è un filone di ricerca secondo il quale il PCI aveva una quinta colonna dell’URSS al proprio interno, o comunque una sorta di Gladio Rossa. La tesi è connessa alle ricerche svolte attorno al lavoro della commissione Mitrochin (documentazione di parte sovietica), che operò fino al 2005. Ebbene questa entità avrebbe operato per il fallimento del compromesso storico in Italia e pertanto avrebbe lasciato fare alle Br durante la vicenda Moro dissociandosi però dalla sua uccisione (Morucci e Faranda si lasciarono catturare in un luogo che in pratica era la sede del KGB in Italia). Tale entità avrebbe poi completato l’opera di smantellamento del compromesso storico eurocomunista eliminando Berlinguer cinque anni dopo.

Una pubblicazione che espone tale tesi, anche se non in modo sistematico, è “Storia segreta del PCI. Da partigiani al caso Moro.” Di Rocco Turi ed. Rubettino. Vediamo qui di seguito alcune argomentazioni.

Enrico Berlinguer è morto l’11 Giugno, ma in conseguenza di un “malore” che si manifestò quattro giorni prima durante un comizio a Padova. Tale malore fu visto da migliaia di persone e viene presentato come un principio di ictus cerebrale connesso con lo stress. Ma secondo Turi non è così. Berlinguer sarebbe stato vittima di “un fatto gastrico” dopo aver bevuto quello che si ritiene un bicchiere d’acqua durante il comizio per fronteggiare, come avviene spesso agli oratori, un momento di scarsa salivazione. In questa circostanza il medico comunista che lo soccorse prese la decisone di riportare Berlinguer nella stanza d’albergo ov’era precedentemente stato alloggiato, ritardando in tal modo il suo ricovero in ospedale; luogo in cui Berlinguer giunse, già in stato comatoso, alle ore 23:45. Da allora, dopo il tardivo trasporto in ospedale, operato per svuotamento di ematoma intracranico, egli sarebbe rimasto privo di coscienza fino alla morte.


Altro fatto curioso nella ricostruzione di Turi è che il filmato del comizio sarebbe stato subito acquistato dalla RAI l’8 Giugno, nelle prime ore dopo la crisi, con una tempestiva operazione portata avanti dal responsabile della comunicazione del PCI Walter Veltroni.

Personalmente dalla lettura di quelle pagine non ho ricavato una impressione di banalità, ma ritengo comunque che tale tesi, qualora acclaratamente falsa, dovrebbe essere oggetto di attenzione e smentite.
Ignorarla nell’era dei blog, finirà per far crescere un’altra moderna leggenda metropolitana.

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commenti

B
Sono,forse ingenuamente,sorpreso e perplesso. Mi vien da dire che se,eventualmente, si eliminano gli uomini non si possono eliminare le loro idee, soprattutto se almeno in qualche momento ti hanno scaldato il cuore o ti hanno schiarito un po' la strada.
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