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21 novembre 2014 5 21 /11 /novembre /2014 19:18

Il G20 di Brisbane avrebbe avuto l’ovvia priorità di cercare un nuovo impulso al mercato globale, ma anziché predisporre una agenda mirata ad affrontare le questioni mondiali ha visto il gruppo del G7 tentare di imporre una agenda che riguardasse al massimo la congiuntura dei 20 paesi più ricchi del mondo.
Quindi la lente distorta dei media occidentali ha imposto i temi di un dibattito fuori agenda. Stando a questo maistream a Brisbane il mondo, scandalizzato dall’invasione russa dell’Ucraina, ha isolato e condannato Putin che se ne è andato prima con la coda tra le gambe.
I nostri strapagati giornalisti, quelli che usano abbeverarsi a Washington, hanno fatto la loro parte con pieno senso della disciplina. Complimenti.


Peccato che la realtà sia ben diversa: a Brisbane un Obama definitivamente delegittimato dalle elezioni di medio-termine, una UE inconsistente rappresentata da un ragazzino delegittimato dalla proprie piazze e una Merkel cortesemente odiata da Francia e Inghilterra hanno nascosto il proprio pantano finanziario dietro una falsa polemica antiputiniana che ha fatto ridere i cinesi, gli indiani i sudafricani e i brasiliani.

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Il vero problema che l'Occidente ha con Putin è che in prospettiva la Russia, nell'anno in cui il PIL cinese supererà ogni record mondiale, avrà una forza contrattuale notevole sui tavoli internazionali, in particolare il WTO. E pertanto sta giocando l'unica carta che rimane: la NATO.

Ma è proprio tale alleanza militareche sta diventando il primo problema mondiale ed ha le sue radici nelle miopi furbizie di 25 anni fa.

Riporto qui di seguito alcune considerzioni di un esperto russo, pubblicate nei giorni dl BRISBANE.

Andrey Shushentsov
Com’è noto Russia e Occidente interpretano in modo differente il processo di espansione della NATO. Tali differenze sono radicate nel modo diverso di intendere la fine della guerra fredda. Secondo l’interpretazione dei leaders russi essa fu il risultato dello sforzo congiunto messo in atto da USA e URSS alla fine degli anni ottanta per spostare le relazioni dal confronto alla cooperazione.


I russi si aspettavano che, dopo una fine consensuale della fase di confronto, le due parti potessero determinare congiuntamente il futuro delle aree di reciproco interesse. Il nodo principale era proprio il futuro della NATO. Durante i colloqui relativi al futuro della Germania infatti tale tema era stato più volte toccato. Alla fine i sovietici convennero di non opporsi alla riunificazione mentre gli stati membri della NATO convennero di non redistribuire le infrastrutture militari nel territorio della ex Germania Est, accordo che ancora onorano. Ma rimase controversa l’interpretazione degli accordi sul punto che riguardava la possibilità o meno di espandersi negli altri territori dei paesi dell’Est.
Secondo le note personali dell’allora segretario di Stato James Baker il tema venne discusso in una conversazione con Gorbaciov a Mosca nel Febbraio del 1990. Tali note però non sono complete per quanto riguarda le posizioni finali delle parti. Si può però dire che nonostante tutto l’URSS esprimeva una adamantina opposizione ad ogni espansione.
Durante le discussioni precedenti (1989 – 90) il tema della espansione NATO non era mai stato discusso perché il patto di Varsavia era ancora in piedi ed era ancora aperta una speranza che si potesse raggiungere un nuovo status quo in Europa. Ma partendo dal 1991 l’URSS perse il controllo degli eventi anche nell’Europa dell’Est. I governi comunisti caddero e il Patto di Varsavia si dissolse. Da allora non vi fu più alcuna spinta occidentale alla ripresa dei colloqui con Mosca fino alla caduta e successivamente, con Boris Yelsin, le richieste di garanzie NATO vennero lasciate cadere. Addirittura iniziò a circolare l’idea di unirsi alla alleanza.


Da parte loro invece, i paesi membri della NATO percepivano la situazione come una chiara vittoria e iniziarono ad implementare un programma di iniziative atte a trasformare il blocco in una organizzazione di sicurezza universale. In tale contesto la Russia finì di essere percepita come partner di uguale livello diventando uno dei tanti paesi con cui sviluppare relazioni indipendenti.


[21 Novembre 2014]





Brisbane: vertice inutile
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