Vent’anni fa l’artiglieria croata faceva saltare il ponte di Mostar. Quella distruzione danneggiò seriamente la reputazione internazionale della Croazia e mise in guardia il mondo dagli orrori del vandalismo culturale. Oggi la sua versione ricostruita è considerata patrimonio dell’umanità anche per perpetuare il suo valore simbolico. La Croazia infatti è cattolica mentre la Bosnia è musulmana e quel ponte (sul fiume Neretva) rappresenta il tratto d’unione tra i due mondi.
Nel 1993 la situazione in loco era veramente triste e pericolosa. Quel piccolo ponte, che pur non serviva per il trasporto di armi, stava diventando centro topico del pacifismo internazionale e don Albino Bizzotto aveva autorizzato manifestazioni pacifiste caratterizzate dal gesto simbolico del suo attraversamento. Uno dei suoi seguaci, Gabriele Moreno Locatelli, lo aveva fatto sfidando il presidio dei cecchini del presidente Izetbegovic. Venne ucciso. Oggi c’è un film “Morte di un Pacifsta” e un libro “Il Guerriero e il Pacifista” che sostengono la falsità della versione ufficiale e accusano il servizio segreto bosniaco. Spero che un giorno si sappia la verità, intanto ciò che rimane è un altro lutto inutile e il ricordo di una guerra terribile.
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Le forze militari delle Nazioni Unite erano concentrate nelle United Nations Protected Areas (UNPA) le quali a loro volta erano suddivise in quattro settori: Nord, Sud Est e Ovest. Quelle dislocate in Bosnia Erzegovina erano chiamate UNPROFOR 2. Il contingente spagnolo del settore Sud era appunto a Mostar, mentre i Britannici erano nelle zone Est e centro della Bosnia, a Vitez e Tuzla con un quartier generale di controllo a Kizeljak. Altre forze, come i Canadesi e i Francesi controllavano Sarajevo, con particolare attenzione all’aeroporto e un gruppo di peacekeepers olandesi erano disposte a Srebrenica. Il comando generale aveva quartier generale a Zagabria. Dalla Germania partivano i British Harrier specializzati in operazioni aria-terra, capaci di decollo ed atterraggio verticali; non necessitavano pertanto delle piste standard. Tutto ciò però non fu sufficiente a dominare la situazione.
La data di oggi mi fa tornare l’interesse per il libro di Alastair Finlan sul processo di disfacimento della Yugoslavia.
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La cronologia del crollo jugoslavo dopo Mostar
1993 Viene rivelato il piano di pace Vance Owen. Viene creato dalla comunità internazionale l’ICTY ovvero: tribunale criminale internazionale per la ex Iugoslavia, con sede all’AIA.
Esplode su larga scala il conflitto tra Bosniaci e Croato Bosniaci.
1994 (Febbraio) A Sarajevo viene bombardato con colpi di mortaio il Markale Market. NATO pianifica intervento, viene presentato il piano Owen-Stoltenberg e creata la federazione Bosniaco-Croatobosniaca. Viene attaccata Gorazde e abbattuto un British Sea Harrier (aereo da caccia britannico). Inizia il lavoro diplomatico del Gruppo di Contatto. In Dicembre cessano le ostilità.
1995 In Luglio cadono Srebrenica e Zepa. Vengono massacrati 7000 tra uomini e ragazzi musulmani bosniaci. Il Markale Market viene attaccato con mortai dai serbo bosniaci.
(Novembre) Accordi di Dyton.
(Dicembre) Firma di pace a Parigi. Viene dispiegata in Bosnia Erzegovina una apposita forza di pace Onu, la IFOR (Implementation Force)
1996 la SFOR (stabilization Force) rimpiazza la IFOR.
1998 Guerra aperta tra Serbia e Kosovo Liberation Army. In Settembre viene adottata dal Consiglio di Sicurezza la risoluzione ONU 1199.
1999 (Gennaio) Massacro di Racak. Colloqui di Rambuillet, prende avvio la Operazione Allied Force (Attacchi NATO conseguenti al rifiuto iugoslavo di abbandonare il Kossovo). In Aprile viee bombardata la TV e la Radio di Belgrado. (Giugno) Accordo tecnico-militare. Viene adottata la risoluzione 1244.
2000 A Belgrado Arkan viene colpito a morte. Scomparsa di Ivan Stambolic. (Ottobre) Insurrezione popolare contro Milosevic, che si dimette, Voijslav Kostunica diventa presidente della Iugoslavia.
2001 (Aprile) Il primo ministro serbo Ivan Djindjic permette l’arresto di Milosevich.
2002 (Febbraio) Inizia il processo a Milosevich per crimini di guerra.
2003 i presidente serbo Milutinovic SI CONSEGNA ALL’aia per affrontare il processo nel quale è sospettato di crimini di guerra.
(Marzo) Assassinio di Zoran Djindjic.