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28 gennaio 2024 7 28 /01 /gennaio /2024 23:53

 

 

 

C’e gente strana al mio paese.

Di Marc Pasubio

edizioni

Altra Definizione. 2023

 

Due Tazze ed una Teiera. Il soggetto narrante guarda le finestre di un appartamento sopra Catharine Street, al civico 37 ove, sopra una teiera in mezzo a due tazzine, appaiono figure femminili. Ma questo è soprattutto il disegno (eccellente) a chiarirlo. Le tazze sono preziose tanto che la stessa bella donna che apre la porta spiega che evita di toccarle perché appartenevano alla nonna col letto a baldacchino. C’è l’amico Erick che come una voce fuori campo spiega ad ogni mossa di che si tratta. E si tratta di una probabile casa di appuntamenti perché la giovane è “spogliata da ingordi figuri”. Il soggetto prova grande attrazione per la giovane ma altrettanta delusione quando, accostatosi alla famosa finestra, esamina le tazzine toccandole con le mani. Scopre che sono cinesi e, del 2003 per giunta. Quindi aveva ragione Erick lo scettico realista il quale lo ri-accoglie quando, cacciato malamente, il nostro esce fuori dalla porta.

 

                                                          ***

 

La voce del bosco. Questo racconto cita proverbi africani che si possono trovare editi nel libro Pensieri di Cotone. Il soggetto (e forse l’autore del testo) è un addetto alle captazioni idriche. Egli si reca nel secondo racconto a San Vito di Leguzzano dove un appuntamento saltato lo incammina in sentieri boschivi. Anche qui una voce fuori campo, stavolta deridente, turlupina un suo gesto citando un saggio proverbio africano. E abbiamo il tuffo nella psicoanalisi che ci spiega come Adelino sia stato un bambino sveglio e buono, capace di ritagliarsi uno “spazio immaginifico” tra gli eccessi violenti di rabbia del padre. La chiave di questa autoterapia vien ben riassunta in poche parole: Adelino non ha mai abbandonato quell’amico immaginario che tutti abbiamo avuto nel cuore infantile. E parla ancora da solo. Tuttavia ciò non è privo di conseguenze che con l’adolescenza arrivano alle bullizzazioni. Più grande, a Milano, Adelino scopre che oggi coi cellulari tutti parlano da soli e le curiose avventure/disavventure proseguono fino al lieto fine con Miranda.

 

Parmisana.  Una special sex night con l’avvenente vicina attribuisce carattere paradossale alla circostanza in cui il soggetto apprende di essere stato abbandonato dalla moglie per fuga d’amore. Ma è proprio qui che la parmisana si rivela un potente antidepressivo. E, forse, anche un potente  afrodisiaco.

 

Presente. Qui il soggetto scopre che parlare da solo è una forma che aiuta a pensare. E che “essere presente” è anche un modo per non essere tra le nuvole. Ma forse non abbastanza per essere anche testimone avveduto.

 

Nelle Storie di marciapiede un’ironia surrealistica ci fa conoscere Marc Passante il portavoce dei marciapiedi. Una sorta di domino di moduli tedescofili potrebbe coprire i sottoservizi cittadini dando maggiore efficienza agli impianti. Ma anche un sistema di botole segnalate con flussi ad aria compressa potrebbe potenziare l’efficienza dei futuri sistemi di raccolta rifiuti, Questi solo alcuni tra i suggerimenti al luppolo che quel chiacchierone dell‘amico immaginario suggerisce in funzione del tipo di birra ingerita. Forse quando si cede all’alcool non si e più soli ma in conferenza affabulatoria con prostitute che di marciapiedi magari se ne intendono. Dipende da quanto dura la vedovanza. Ma alla fine per migliorare il futuro bisogna sempre affrontare i marciapiedi.

 

 

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Questa è solo la prima metà di un percorso narrativo che si sviluppa in 237 pagine. Lo trovo leggero ed accattivante e lo lascio scoprire da solo al lettore, senza “spoilerare”… ulteriormente. (Che parola orribile. Piatta espressione di un’era dominata dal Marketing, ovvero una pseudo cultura scevra da ogni senso estetico dell’eloquio. Bleah!)

 

 

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