Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog
4 giugno 2023 7 04 /06 /giugno /2023 18:53

 

 

Stimolato dal meteo ho riletto: “Nel buio di cima Marana”, romanzo di Graziella Canapei uscito nel 2015. E’ stato concepito e scritto quando a Recoaro Mille c’erano ancora gli impianti seggiovia funzionanti. E’ suggestivo soprattutto nella prima parte ove la tensione alla lettura viene data principalmente dal fascino montanaro, poi la narrazione si piega sul giallo e, ferma restando una scrittura di una certa originalità introspettiva, scema via via verso il tipico “who’s the murder”.

 

In passato ho avuto il piacere di conoscere l’autrice e ciò potrebbe un po’ falsare la mia obiettività di giudizio ma secondo me questi romanzi meriterebbero una migliore accoglienza soprattutto tra i lettori locali. In queste storie infatti si mescolano spesso ispirazioni locali con temi esotici. Con Canapei si va infatti dal passo dello Zovo al Messico dei Maya, dalla nostra valle ai misteriosi australiani, fino ai culti dell’antico Egitto ecc.

Altri autori locali hanno usato i nostri monti come ambientazione per le loro storie si pensi ad esempio ad Arturo Zanuso o Annalisa Castagna, ma gli stili cambiano e qui siamo di fronte ad una maggiore libertà immaginativa. Inoltre a guidare la scrittura qui c’e in particolare un solido punto di vista femminile, anche nelle scene di sesso.

La gran parte degli eventi, comprese le indagini dei carabinieri, si svolgono tra Montefalcone,  Marana e Crespadoro. I protagonisti vanno più volte su e giù per la seggiovia e la nostra vegetazione è sempre presente sulla scena, piante eduli e malghe comprese. Il sito archeologico, che è importante nella trama, si trova “… piu su, oltre la cima, un’ora a piedi tenendo il passo svelto” dalla scena del crimine.

 

I protagonisti invece non sono nostrani. La donna protagonista vien dalla Liguria, il capitano dei carabinieri è pugliese la vittima è addirittura egiziana. Salvo qualche malgaro i Valdagnesi e i recoaresi non sono coinvolti dalla scena. I nomi e i cognomi sono accuratamente extra locali e la stessa protagonista si chiama Ellen. Sembra quasi che si voglia sviare il lettore da qualsiasi riferimento a fatti e persone locali. E in questo l’autrice fa bene perché la ricerca dell’allusione sarebbe lo sport preferito del lettore locale.

 

La trama come dicevo è giallistica con la protagonista che aiuta le indagini, ma a pg 131 viene precisato che Ellen, pur avendo molteplici interessi, fra questi non aveva quello di indossare i panni di Miss Marple.

Un punto di particolare piacere per la mia lettura e stato il capitolo 14, non per la trama ma per la quasi ipnotica capacità di immersione nell’ambiente montano in una descrizione che solo chi ama camminare qui da noi sa capire e che, almeno nel mio caso, coincide perfettamente con le mie emozioni. Mi riferisco a passaggi come questo ad esempio:”Le case lontane, giù nella vallata si scorgevano appena a causa di una bruma giallo-grigia. Ogni volta, dall’alto di quella cima, le capitava di osservare quei colori innaturali dell’aria e pensava con un certo disappunto che di li a poco, scendendo per rientrare a casa, in quella bruma ci si sarebbe immersa con l’impressione, assolutamente errata, di trovarsi in un ambiente salubre.

 

Ecco, noi godiamo di un’ottima situazione paesaggistica, ma da cima Marana, per chi lo sa, è tutta un’atra cosa.

 

 

 

 

 

 

 

Condividi post
Repost0

commenti