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22 agosto 2023 2 22 /08 /agosto /2023 19:18

 

 

The Fourth Political Theory è un volume uscito a Londra nel 2012 pubblicato dalla casa editrice Arktos. Esso riprendeva ampliando e traducendo un volume russo che era uscito a Pietroburgo nel 2009 con una tiratura iniziale di 1000 copie. Il sottotitolo diceva: La Russia e le idee politiche del XXI secolo. Nei tre anni successivi l’autore sviluppò una rete politico-culturale denominata Global Revolutionary Alliance che venne presentata in una conferenza internazionale tenutasi nell’ottobre 2011. L’interesse e il successo della tematica ivi affrontata assieme ai fatti politici del momento, che era caratterizzato dalle rivolte arabe, portò ad una ripubblicazione in Russia con una nuova squadra di curatori e traduttori. Ed è appunto questa la pubblicazione Londinese del 2012.

 

L’edizione italiana di cui dispongo in lettura (grazie alla gradita generosità di una amica) parte dalla edizione Arktos ed esce con l’aggiunta di un capitolo e varie appendici su indicazioni dell’autore. Essa e’ uscita nel 2019 con il copyright della Aspis Edizioni includendo un ricco apporto di nuove note a cura dell’autore stesso, a cura del traduttore (Camilla Scarpa) e una prefazione di Luca Siniscalco.

 

L’autore è Alexander Dugin ispiratore dell’Eurasian Movement. Su di lui ho già pubblicato un post con gli appunti di lettura relativi all’opera che lo ha reso noto in Italia, ovvero Eurasia Vladimir Putin e la grande politica. Quel libro contiene una corposa intervista curata da Alain De Benoist.

Oggi Alexander Dugin è noto per il suo pensiero influente sulla geopolitica, specialmente per la sua teoria della Eurasia e la visione di un mondo multipolare. Purtroppo egli è noto anche per le dolorose cronache della guerra Ucraina che ha visto la figlia Daria Dugina morire in un atto terroristico il 22 Agosto 2022.

 

Sui contenuti.

Mi riferisco soprattutto al capitolo 15 che è stato aggiunto all’edizione italiana. Esso contiene un articolo di Dugin uscito in inglese nel Marzo del 2014 e riguarda la previsione di una guerra contro la Russia analizzandone la dimensione ideologica dalla prospettiva della Quarta Teoria Politica.

 

Egli inizia con la previsione di un conflitto tra Mosca, Washington, Kiev e Bruxlelles. Egli non entra nell’analisi dei rischi, dei costi e delle conseguenza. Si attiene all’esame, che viene esposto in quindici pagine, delle radici ideologiche del conflitto mettendo a fuoco il senso di QUESTA guerra.

Egli richiama i concetti fondamentali del liberismo, quali l’individualismo antropologico, la tecnocrazia, il globalismo inclusivista ecc. essi vanno visti come manifestazioni di una delle tre principali linee di tendenza originate con l’illuminismo. Durante il XX secolo il liberalismo ha sconfitto le tendenze rivali, sempre interne alla modernità illuministica, ovvero il comunismo ed il fascismo. Oggi l’apparato valoriale del liberismo si sta installando come “sistema operativo” della  civiltà occidentale. Perfino il senso comune è diventato liberale, scrive Dugin, e si costituisce come segno distintivo di chi viene accettato o marginalizzato. Ruota attorno al modello americano, del quale gli anglosassoni rappresentano il nucleo etnico e si regge sulla partnership atlantista (la NATO). Il liberismo pertanto è anche potere politico, militare e strategico. Esso si caratterizza per un impulso estensivo della propria influenza.

Ma il liberalismo ha in  il germe della sua crisi: esso è intimamente nichilista e la libertà della visione liberale è soprattutto “essere liberi da..” e non “liberi di..” fare qualcosa, come preconizzato fin dai tempi di J.S.Mill. Pertanto il liberalismo necessita sempre di un nemico da cui liberarsi e il suo trionfo assoluto comporta la sua morte.

 

Il liberalismo avversa ogni forma di identità collettiva e dopo avere vinte e distrutte le identità collettive della Modernità (religione, classe, nazione e gender) ora ingaggia una lotta militare. tecnologica e finanziaria sul terreno della antropologia post umana. “La libertà di fare ciò che si vuole, ma ristretta su scala individuale, provoca una implosione della personalità”. Il post umano si addensa nei domini del sub-individuale (pg 387) dove incontra la virtualità e il “riciclo autoreferenziale del nonsense”. L’impero del nulla.

 

 

In questo folle itinerario l’occidente ha bisogno di un nemico. Esso è giunto al suo punto terminale ed ha iniziato a liquidare stesso. L’immigrazione di massa, lo scontro di civiltà e di culture, la crisi finanziaria, il terrorismo e il proliferare del nazionalismo etnico sono gli indicatori del caos imminente.

 

La Russia, tradizionale avversario geopolitico degli anglosassoni, è perfetta per ricoprite il ruolo del nuovo nemico perché nel vecchio terreno culturale della guerra fredda é facile coltivare la russofobia. Scrive Dugin nel 2014.

Il senso di questa guerra è in sostanza l’ultimo tentativo di salvarsi dall’implosione del liberalismo globalista. Da qui le derive propagandistiche che fanno di Putin il “revanscista neo-sovietico” oppure il “rigurgito del KGB”

 

La Quarta Teoria Politica è quella che segue alla morte delle prime tre, quelle della modernità  illuminista (liberalismo, comunismo e fascismo) e la battaglia della post modernità è:  

la più importante della battaglie contro il liberalismo nichilista, nel futuro multipolare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  

Note

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