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19 aprile 2014 6 19 /04 /aprile /2014 19:54
ll 18 Aprile di Aldo Moro

Il 18 aprile rappresenta una data significativa per la storia dell’Italia repubblicana.

Nel 1948 si tennero le elezioni che esclusero per sempre i comunisti dal governo italiano; nel 1974 le Br di Curcio e Franceschini rapirono il giudice Sossi inaugurando una nova stagione degli anni di piombo e nel 1978, in pieno rapimento Moro sempre da parte delle Br, abbiamo la svolta manipolativa dei servizi segreti con il famoso comunicato n°7.

Nella cronologia della vicenda Moro redatta da Alessandro Forlani (LA ZONA FRANCA, Lit Edizioni 2013) viene collocata in questo giorno, il trentatreesimo, la svolta decisiva nella gestione del rapimento destinandolo da questo punto in poi irreversibilmente alla morte dello statista. Il 18 aprile 1978 c’è infatti la scoperta del covo brigatista dove vive Moretti (via Gradoli 96) e c’è il falso comunicato del lago della Duchessa.

In esso si trova scritto che Moro è stato ucciso e il suo corpo si troverebbe in tal luogo. Il comunicato è palesemente falso e ricco di indicazioni simboliche. Ma le forze dell’ordine lo cercano lo stesso, anche con i sommozzatori che sono costretti a perforare la spessa crosta di ghiaccio per immergersi.

Ma in realtà la duchessa in questione è Lelia Caetani, figlia del duca Roffredo e cugina di Topazia, seconda moglie di Igor Markevich, l'anfitrione delle Br nella cui casa, a Firenze, si tenevano le riunioni dell’esecutivo Br (Flamigni).

Secondo la ricostruzione di Forlani quella dei Cetani sarebbe una famiglia molto importante per i rapporti tra servizi segreti est/ovest e ancor prima per i negoziati segreti durante la ritirata nazista alla fine della seconda Guerra Mondiale. Davanti al portone di quella casa, Palazzo Caetani, verrà ritrovato il cadavere di Aldo Moro il 9 Maggio 1978. Sulla Rete Internet si può trovare la smentita di Oleg Caetani il quale dipinge Malkovich come un musicista internazionale disinteressato alla politica italiana. Ma Malcovich è anche autore di un libro autobiografico nel quale racconta la propria esperienza partigiana durante la resistenza.

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A redigere il Comunicato n°7 fu Antonio Chicchiarelli, abile falsario collegato ai servizi segreti italiani e alla banda della Magliana.

Il ritrovamento del covo di via Gradoli fu causato volontariamente e forse avrebbe potuto costituire una trappola per catturare Moretti, il quale era abbondantemente controllato e seguito dai nostri servizi come si evince dalla ricostruzione Imposimato. Ma si salvò dalla cattura perché seppe della scoperta del suo appartamento dalla radio che dette la notizia della scoperta del covo con insolita solerzia.

La manovra congiunta tra covo e comunicato operata il 18 Aprile si spiegherebbe, sempre secondo le analisi dei complottisti, con un piano della P2 per impossessarsi dei documenti segreti forniti da Aldo Moro durante la prigionia.

Dopo questo passaggio, messi al sicuro i segreti di Moro, la P2 lavorerà per far fallire le trattative segrete tra Vaticano e Br, e soprattutto per ottenere la esecuzione di Moro.

Costui doveva infatti morire in ottemperanza ad una decisione (forse una vera e propria sentenza segreta) presa in livelli occulti sovranazionali.

Questo tipo di ricostruzione dei fatti è già stata resa di dominio pubblico, ma non è ancora diffusa tra coloro che non hanno letto i libri appositi, per cui personaggi come Markevich non dicono un granché all'italiano medio. Si tratta però di una figura molto importante per i livelli occulti del potere e lo spiega molto bene Alessandro Forlani nel suo libro sul quale mi ripropongo di tornare con un apposito post.

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