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3 settembre 2014 3 03 /09 /settembre /2014 01:01
Weekly 34 e 35

Nelle ultime settimane d’Agosto il sole è entrato nella vergine, Putin è entrato nella futura novorussia e i peshmerga nella diga di Mosul. Niente da dire, settimane di penetrazione. E pensare che la trentacinquesima settimana dell’anno, era nata nella notte senza luna… c’era quindi da aspettarselo perché, anche se ci fosse stato del miele, non avrebbe proprio potuto esserci alcuna luna di miele.


Il processo bellico annunciato nelle settimane precedenti è proseguito e il diario di guerra si è arricchito di nuove pagine piene di scontri, bombardamenti, minacce e, purtroppo morti veri, rapiti veri ecc. Sul fronte mediorientale subito dopo la pax ebraica su Gaza, Nethanyahu non ha perso tempo ed ha aperto il nuovo fronte con la Siria provocando uno scontro d’artiglieria sulle alture del Golan. Lo ha fatto più che altro per ricordare ad Obama che i siriani sono nemici, non alleati. Ma si è scordato di chiedere scusa per lo sproporzionato bombardamento di civili, un genocidio, commesso in nome della sicurezza dei propri coloni.
Sul fronte ISIS, che per me sarebbe meglio chiamare ISIL (stato islamico Levantino) senza evocare la povera Iside, grande madre pagana di un’epoca ormai perduta, la situazione è ben riassunta nel briefing della rivista americana TIME:
Le forze irachene e curde, sostenute dagli strikes aerei americani, hanno ripreso la diga di Mosul nel nord Irak il 18 Agosto restaurando il controllo di una postazione strategica precedentemente caduta sotto il controllo dello Stato Islamico Iracheno e del Levante (Grande Siria).
Le forze nazionali irachene hanno fatto seguito alla vittoria sulla diga di Mosul lanciando una offensiva contro i ribelli della città di Tikrit, tenuta dai ribelli, il 19 Agosto, ma le milizie hanno respinto tali attacchi per almeno tre volte. Si tratta di una sfida lanciata da Haider al-Abadi, il leader sciita che è pronto a sostituire al-Maliki nel ruolo di Primo Ministro. ISIS può anche aver perduto la diga di Mosul ma finché al-Abadi lavora per formare il nuovo governo con sunniti e curdi, esso rimane una potente forza destabilizzatrice all’interno del Paese.


Ne è seguita una gran pompa anglo americana sulle minacce terroristiche e una caccia d’intelligence ai volontari occidentali reclutati con imprevista facilità dalle milizie fondamentaliste.
Poi, chiusa la partita sulle nomine europee, il circo mediatico si è repentinamente spostato sulla propaganda NATO in vista del vertice settembrino. Evidentemente ora gli USA ritengono pronta l’Europa per l’adeguamento al nuovo scenario bellico.
Sabato 30 è cominciato il nuovo attacco a Putin. Un nuovo gradino nell’escalation. Ora lo si dipinge direttamente come invasore, si torna a parlare di carri armati russi che invadono il territorio ucraino ecc. Si tralascia però di sviluppare adeguata informazione sulla posizione ufficiale della Russia, ovvero la proposta di creare una Repubblica autonoma federata con L’Ucraina. Notare: federata con l’Ucraina, non con la Federazione Russa. Per cui quando si dice al telegiornale che:” Putin lavora per incorporare l’est ucraino e creare un collegamento via terra con la Crimea” si dice una cosa campata assolutamente in aria che non trova alcun riscontro diplomatico. Ma tant’è, oggi informare significa fare processi alle intenzioni non certo cercare la verità.
La Stampa mobilita Antonella Rampino e Anna Zafesova per costruire un “retroscena” dove, coperta da foto e titoli sulla Mogherini, si nasconde la vera notizia ovvero quella relativa alle nuove sanzioni commerciali anti-Putin della UE. Quelle che la Merkel ha cercato di evitare e che causeranno dissensi con l’Ungheria ecc.
L’Italia ovviamente, in cambio di poltrone varie, ha perso l’occasione per fare una battaglia trasparente e dire agli italiani che nuovi sacrifici da affrontare saranno causati proprio da esse. Perché il PIL certo non cresce se non si commercia e il miglior partner oggi sarebbe proprio la Russia che è solvente e crescente.


L’impaginazione evoca il coinvolgimento del Canada nello scontro con la Russia e complessivamente l’informazione propagandistica ci prospetta uno scenario di “mille giorni” durante il quale, oltre a chissà quali prodezze renziane, dovrebbe perfezionarsi l’entrata ucraina nella NATO, e in vista di tale obiettivo si invieranno forze di interposizione ai futuri confini. Poi si blatera di “minacce che vengono da Iraq, Siria e Libia” dando per scontata l’acquisizione dello scenario di upgrading bellico. E’ chiaro che ISIL costituisce una minaccia, ma la subdola identificazione con a Siria è inaccettabile. La Siria semmai è un valido alleato contro ISIL, forse addirittura imprescindibile. Lo sa bene Obama che è stato indaffarato per tutta la settimana a precisare che la strategia contro ISIS in Siria non è ancora stata definita.


Più interessante il fondo di Bruno Forte, comunicatore cattolico, sul Sole24ore di Domenica 31 Agosto. Si occupa del fondamentalismo come moderna barbarie, nuovo nemico dell’umanità.
Egli riprende il concetto bergogliano dell’aggressore ingiusto contro il quale serve un impegno multilaterale promosso dall’ONU. I nuovi jihadisti adottano mezzi bellici non convenzionali come la tortura, inaccettabili e vanno fermati. Combattono contro i loro stessi fratelli mussulmani, il cristianesimo e in genere contro le altre visioni del mondo.


Forte dice chiaramente che si tratta di una minaccia non locale la cui minimizzazione sarebbe grave. Ma è il fondamentalismo il vero problema ed esso va affrontato con “una presa di posizione interreligiosa di denunzia ferma e senza appello”. Ogni violenza fatta in nome di Dio è come bestemmia e l’identificazione tra giustizia e violenza in nome della verità è una offesa a Dio, il Dio clemente e misericordioso di cui parla il Corano.
Insomma anche in questa crisi, come in quella irachena del 2003, la chiesa cattolica è su una posizione che valorizza la multilateralità dell’azione difensiva mentre l’Occidente attizza la NATO contro Putin e interviene in Medio Oriente senza neanche menzionare l’ONU…


***


A colui che non vede l’orrore contenuto nel messaggio di queste due settimane auguro ispirazione con le parole di Qohelet 7, 8-10:


Meglio la fine di una cosa che il suo inizio,
meglio il prudente che l’impetuoso.
Non lasciarti agitare, tanto da adirarti,
poiché l’ira alberga in seno agli ignoranti.
Non chiederti però: com’è che i tempi passati erano migliori dei nostri? Poiché una tale domanda non è prova di alcun sapere.

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