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3 settembre 2014 3 03 /09 /settembre /2014 18:19

Col discorso tenuto a Tallin Obama entra a pieno titolo nella lista dei masters of war. Il mondo sta tornando indietro di settant’anni. Siamo nel 1939. Sperando che sia solo una allucinazione gli dedico il riascolto di una storia scritta e cantata cinquant’anni fa per quelli come lui. Gli dedico in particolare i versi che dicono: I dreamed I was walking in world war 3… I went to the doctor … he said it was a bad dream, I wouldn’t warry about it none. I said hold it doc … a world war passed in my brain/ he said nurse get your pad the boy’s insane. Well I got up and walked around up and down the lonesome town … Down the corner about a hotdog stand/I seen a man/I said howdy friend/I guess it’s just us two/he screamed a bit and away he flew/ thoug I was a comunst. Il testo dice: ho sognato di camminare nella terza guerra mondiale, sono andato dal dottore e mi ha detto di non preoccuparmi per niente, è solo un brutto sogno. Gli ho detto no, un momento! Nella mia testa c’è stata proprio una guerra! E lui ha detto alla infermiera prendi prenda nota che il ragazzo è pazzo. Bene, mi alzo e vado a camminare in giro per la città desolata … dietro l’angolo vicino ad un chiosco di hotdog vedo un uomo e gli dico salve amico, credo che siamo rimasti solo noi due, ma lui urla un po’ e scappa via. Pensava che fossi un comunista. Come sempre, anche alla fine, coloro che temono la guerra vengono tacciati di essere comunisti. Vai Obama! La tua carriera finirà quando sbatterai contro il nuovo muro che tu stesso hai costruito. Ma se c’è qualcuno che NON dovrebbe proprio seguirti questa è l’Europa, quella dei morti a Stalingrado (un milione solo tra i civili, morti per fame) quella dei morti sotto le bombe inutili di Dresda, quella delle fosse ardeatine, di Sant’Anna di Stazzema, quella di Coventry, quella di Oradour sur Glane, quella di CEFALONIA ecc. ecc. Quella dei nostri figli.

 

 

Nota del 2017

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E' perchè ha scritto verso come questi, versi profetici dei primi anni sessanta, che Dylan ha vinto il Nobel. Con questo gesto la comunità occidentale ha simbolicamente riconosciuto che la generazione dei boomers, quella del sessantotto ha un cultura, una grande cultura letteraria e  non ha accettato il conformismo dei padri. La portavoce della Accademia di Svezia, che ha conferito il premio ha paragonato Dylan ad Omero e Saffo dicendo, tra l'altro, che i loro testi poetici: "... sono stati scritti per essere ascoltati. Dovevano essere eseguiti spesso con strumenti musicali, ed è la stessa cosa con Bob Dylan. Ma al giorno d'oggi leggiamo ancora Omero e Saffo, ed è la stessa cosa con Bob Dylan. Lo si può leggere e dovrebbe essere letto."

E' evidente che Sara Danius, autrice del commento, con queste parole intende evidenziare che egli è stato premiato in quanto poeta scrittore, non in qanto cantante, ed è questo che onora assieme a Dylan stesso, tutta la sua generazione.

 

 

 

 

 

 

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