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diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni

Il presunto Bettino, di Sorgi.

 

 

 

In Gennaio è uscito il libro di Marcello Sorgi dedicato a Bettino Craxi in occasione del ventennale della morte. Il libro distorce a partire dal titolo il giudizio su un uomo politico italiano che ha teorizzato, praticato e difeso in parlamento il finanziamento illegale. Si tratta infatti di un soggetto giudicato e condannato. Su di lui non c’è niente di presunto, si tratta di un reo confesso morto nel luogo da lui scelto per una latitanza messa in atto per sottrarsi alla pena spettante. Craxi è morto per malattia, una malattia che non è correlata a nessun complotto e della quale egli stesso era pienamente consapevole fin da quando è fuggito. Il suo curriculum politico è di primo piano e la sua vicenda non è certamente riducibile al capitolo giudiziario, ma il suo comportamento non è esemplare, è negativo e offensivo della tradizione socialista. Egli ha dimostrato una meschinità civile e morale che contraddice ogni principio di dignità ed è al contrario coerente solo con l’ostinazione e l’arroganza che hanno caratterizzato la sua immagine politica. Egli non è morto da “presunto colpevole”, ma colpevole di presunzione.

 

                                                                           *

 

Un socialista, si pensi a Pertini, non si sottrae alle proprie responsabilità, affronta le accuse e subisce con dignità la pena anche difronte ad un regime totalitario. Anzi in questo caso va fino in fondo come Allende. Se le accuse sono ingiuste le si combatte difendendosi nel processo come ha fatto Tortora, soprattutto nel sistema democratico che si è preteso di governare e rappresentare contro i rischi autocratici del comunismo. Ma tutto questo Craxi non lo ha fatto e ciò lo colloca molto lontano dai modelli di cittadini che Calamandrei ci invita a guardare. E occorre dire (Dio mi perdoni) che lo hanno invece fatto persone come Andreotti nello stesso contesto, negli stessi anni e correndo gli stessi rischi. E tutto questo senza andarsene; cosa che addirittura Berlusconi, re dell’opportunismo, ha scelto di non fare.  

 

Nossignori: il Craxi che ha scelto la latitanza non è un esempio per nessuno ed è anche un cattivo socialista che ha lasciato terra bruciata dopo il suo periodo di massimo potere. Sotto di lui i sindacati dei lavoratori hanno subìto l’umiliazione per decreto. Dopo di lui in Italia i socialisti sono scomparsi dal paramento. I lavoratori italiani umiliati e offesi hanno dovuto assistere alle più radicali privatizzazioni di sempre dovute  ad un risanamento del debito pubblico più alto della storia repubblicana causato dai suoi governi. E ancor oggi che ne è del Partito Socialista Italiano, delle speranze ormai centenarie dei socialisti poveri e senza potere come mio padre e mio nonno? Che fine hanno fatto i loro sogni e i loro sacrifici?

Mah, è stato uno statista che ha firmato il concordato bis col Vaticano e che ha tenuto testa agli americani a Sigonella. Bene, grazie. Ma questo non toglie proprio niente a quanto sopra ed ha costituito un’effimera illusione di autonomia. Perché i missili a Comiso sono stati messi col suo voto e il suo compiacimento.

Resta solo il rispetto umano. Per la sua sofferenza. Per lui e per coloro che lo hanno amato, per i suoi figli e i suoi amici.

 

Ma non saranno il libri come questo a darglielo.

 

Il libro è negativo. E’ un lavoro che ci viene presentato sotto un titolo distorsivo della verità e per tale ragione vergognoso quanto il personaggio che descrive. E ciò contrasta con l’immagine del suo autore, un giornalista di chiara fama la cui carriera viene così sporcata e umiliata.

Le motivazioni e le tesi implicite, non dichiarate, che io trovo nel testo sono le seguenti:

1 – La Tunisia ha un sistema sanitario inferiore per qualità ed efficacia a quello italiano. La morte di Craxi è stata causata dalla inadeguatezza delle cure che egli ha ricevuto in seguito al nostro diniego quindi la colpa è degli italiani. Ebbene io non condivido: il libro non cita il bollettino medico con le cause formali della morte ma a quanto mi risulta il suo sopraggiunto tumore renale è stato asportato con una operazione chirurgica clinicamente riuscita. Craxi era consapevole della sua malattia e ha sempre personalmente rifiutato il rientro i Italia sia da vivo che da morto. Dopo vent’anni bisogna fare qualcosa per evitare il dimenticatoio? Lo facciano i figli. Per la società civile prima di lui vengono i Luciano Lama, gli Enrico Mattei le Tina Anselmi, le Nilde Jotti ecc. ecc.

2 - A vent’anni dalla morte è incomprensibile il fatto che non sia stato istituito un corridoio umanitario per farlo rientrare nella fase finale della malattia e curarlo meglio. Ciò appare incomprensibile A Tony Blair che lo considera un maestro precorritore del suo New Labor fin dal Midas nel 1982. Non sono d’accordo, è del tutto comprensibile: era un latitante già condannato da due sentenze passate in cassazione e con altri procedimenti in corso. Poteva tornare nel suo ospedale di Milano, sarebbe stato piantonato, operato, curato e poi processato nel pieno rispetto dei suoi diritti. Avrebbe continuato a percepire i vitalizi e le sue proprietà non sarebbero state toccate. Certo, non avrebbe potuto ricevere le visite dei presidenti e delle personalità che sono andate a trovarlo ad Hammamet e sarebbe probabilmente morto in carcere. Si proprio così.

3 - Gli italiani hanno sempre trattato con tutti tranne che in due casi: Moro e Craxi. Ciò dimostra una volontà persecutoria ingiustificata verso due figure di alto profilo. Se essa è ingiustificata per Moro lo è anche per Craxi. Non sono per niente d’accordo. Moro è stato vittima di una violenza criminale ingiustificabile. Craxi non ha subito alcuna violazione dei diritti e del rispetto personali. (La Corte europea di Strasburgo ha individuato alcuni aspetti secondari - come in altri casi peraltro, ad esempio Cesare Battisti - condannando lo Stato a risarcire gli eredi con una sanzione di seimila euro.) Su questo accostamento del tutto improprio e infondato il libro, con riferimento ad Aldo Moro e Bettino Craxi, tocca il punto più basso arrivando a scrivere sciocchezze totalmente fuori controllo come la seguente: “Entrambi finiscono schiacciati, stritolati in un meccanismo che non si accontenta di distruggerli politicamente, ma presuppone la loro eliminazione fisica”(pg. 102). E’ INCREDIBILE. E’ una frase che pone sullo stesso piano un’azione terroristica con il rispetto rigoroso del Codice Penale. Ci dica per carità il giornalista Marcello Sorgi con riferimenti e nomi e cognomi dove stanno nel caso di Craxi i presupposti per la sua eliminazione fisica. Ci dica chi aveva su di lui il”dominio pieno e incontrollato” che i rapitori avevano su Moro. Ci dica chi e quando non ha “consentito [a Craxi] di salvarsi” quando a Craxi bastava semplicemente acquistare un biglietto d’aereo per raggiungere l’ospedale che avesse desiderato. Ci dica infine se applicare ciò che il codice prevede per i latitanti che atterrano sul nostro aeroporto è la stessa cosa di ricevere una scarica di undici colpi intorno al cuore.

4 -  I suoi nemici erano il pool di Milano, diretto da Borrelli, i cui giudici hanno agito da plotone di esecuzione.

Questa tesi tradisce apertamente la vera ispirazione che sta dietro i tentativi di riabilitazione di Craxi. L’idea vendicativa che i giudici siano pericolosi è il peggior prodotto del ventennio berlusconiano e sta alla base del disprezzo populista verso le istituzioni. Grazie invece a Borrelli per aver salvato l’onore della Giustizia italiana.

5 – Non si può escludere che a sfavore di Craxi abbiano agito le antipatie vendicative degli americani che gli avrebbero, con Mani Pulite, fatto pagare Sigonella.

Ecco questo è un dubbio legittimo che viene dal contesto geopolitico. Ma non lo vedo tanto come vendetta per Sigonella, nel qual caso si tratterebbe soprattutto di Israele che era famelicamente interessata alla cattura di Abu Abbas. Lo vedrei più legato al tema del “tesoro di Craxi” ovvero la montagna di tangenti segrete sul mercato delle armi che Craxi ha destinato all’OLP e altri movimenti di liberazione. Ecco, è questo, e soprattutto come abbia fatto a fare in modo che non siano mai state trovate, ad aver animato operazioni Mani Pulite in vari paesi negli anni immediatamente successivi al crollo URSS. Ma Mani Pulite non ha interessato solo Craxi e la necessità di far cessare il CAF (accordo politico Craxi Andreotti Forlani) ma lo smantellamento di tutta l’architettura d’intelligence antisovietica e qui fu soprattutto Andreotti con l’agnizione di Gladio a dare il colpo grosso.

Su questo il libro apre uno spiraglio portando a conoscenza il lettore dei rapporti declassificati della CIA ma non prende posizione. Il suo scopo è riabilitare Craxi senza far rumore, non tanto ottenere la verità sul passaggio alla seconda repubblica.

 

                                         IL GAZZETTINO, 9 Agosto1996                                                                    

                                                              **

 

Mi auguro che non avvenga nessuna riabilitazione che possa togliere o alleggerire il peso delle sue condanne e che il giudizio storiografico su Bettino Craxi venga dato dagli storici lasciando stare le istituzioni le quali in questo caso hanno soltanto fatto il loro dovere. La lettera di Napolitano presidente nel 2008, non costituisce una riabilitazione formale ma solo un giudizio, per quanto solenne, episodico.

Che Bettino Craxi riposi in pace e la terra della sua amata Tunisia gli sia lieve.

 

 

 

 

 

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