Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog

diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni

Benedetto tra le spie, di Annibale Paloscia

Benedetto-XV.JPGLa lettura de:” Benedetto tra le spie” (Editori Riuniti  ) può risultare un po’noiosa nelle pagine centrali del libro, ma risulterà senz’altro piacevole per le curiosità che solleva nel lettore, in particolare per colui che ama la storia e gli intrighi.

Il titolo è già in sé accattivante per ragioni contingenti. Benedetto sedicesimo risulta infatti attorniato effettivamente di spie almeno secondo le cronache di questi ultimi mesi, che hanno visto  il maggiordomo del Papa (Paolo Gabriele) prima accusato e poi condannato in un processo che trae origine dalla diffusione di documenti riservati. Ma in realtà questo libro non si occupa e non può avere nessun riferimento con tali vicende perché era già stato scritto nel 2007 e il papa Benedetto al quale si riferisce il titolo è quello della Prima Guerra Mondiale: Benedetto quindicesimo.

 

 

Il profilo di questo papa è fondamentale per la comprensione della vicenda narrata da Paloscia. Vediamo.

*

Pio X muore improvvisamente il 14 Agosto 1914. Quattro mesi prima aveva nominato cardinale Giacomo Della Chiesa, il quale diventa suo successore col nome di Benedetto XV. La visione strategica di questo nuovo papa, ex arcivescovo di Bologna, era legata all’idea di costituire un nuovo stato Vaticano  i cui confini andassero dalla sponda destra del Tevere al mare ove sorgesse  un porto indipendente dal quale salpassero navi con bandiera Santa Sede. Un progetto ambizioso che  per poter  reggere e realizzarsi avrebbe avuto bisogno della vittoria degli imperi centrali.

Il predecessore di Benedetto, Pio X,  per quanto attiene ai rapporti diplomatici con lo Stato savoiardo lasciò una situazione difficile da sostenere. L’Italia non riconosceva lo Stato del Vaticano mentre esso era riconosciuto dal contesto diplomatico internazionale, e vigeva un sistema di trattati internazionali che rendevano anomala la posizione dell’Italia molto più di quella vaticana. Si capisce che ciò implicava varie anomalie: nella città di Roma ad esempio, i confini non erano definiti e i diplomatici di mezzo mondo vagavano per quello che consideravano uno stato diverso dall’Italia, ma che per la polizia italiana sottostava alle nostre leggi. In questa situazione Pio X non promosse alcuna conciliazione con lo Stato savoiardo,  mentre Benedetto XV fu iniziatore della svolta che mise in moto il processo diplomatico che condurrà al Concordato del 1929.

Pertanto negli anni del suo pontificato, che va dal 1914 al 1922 e che costituiscono un arco temporale fortemente segnato dalla guerra, egli sviluppò una doppia linea che lo vedeva da un lato conciliante verso lo Stato italiano ma al tempo stesso in perfetta intesa ed amicizia con gli Asburgo. Suo amico di infanzia era il barone Carlo Monti il quale per tutto il pontificato fu intermediario ufficiale tra le due parti Italia e Vaticano. Benedetto XV inoltre scelse Eugenio Pacelli, futuro Pio XII, come sottosegretario di Stato per gli affari straordinari.  E Pacelli poi, nel maggio 1917, divenne nunzio apostolico in Baviera.

Questo papa, Benedetto XV, fu quindi un instancabile attore di pace e fu sempre oggetto di forti attacchi da parte della massoneria italiana e del fascismo dei primi anni. Va detto inoltre, anche se Paloscia non affronta questi aspetti, che la sua memoria fu marginalizzata nei decenni successivi diventando anche oggetto di variegati attacchi.

Un esempio per tutti. Emanuele Brunatto, personaggio a noi noto perché presente nelle biografie di Padre Pio, nel 1933, quand’era esule in Francia, scrisse un libro-dossier pesantemente accusatorio nei confronti di Benedetto XV. In esso egli parla anche di pederastia e definisce il gabinetto papale di quel pontefice “un’alcova”. Il dossier ritrovato, (che nel web si trova qui,) contiene un capitoletto su Gerlach.  E qui veniamo al punto centrale del libro di Paloscia. Rudolph Gerlach, la figura chiave del libro, è un personaggio che aveva un ruolo nel gabinetto pontificio, associabile all’attuale Georg Ganswein, assistente di papa Ratzinger. Entrambi erano le persone più vicine al papa. Ma a differenza di quanto avviene oggi, “il legame tra il papa e Rudolph, quale ne fosse la natura, generò un grande intrigo di stato”. (pg 35, corsivo mio)

E nella ricostruzione di tale intrigo consiste la storia narrata dal libro.

L'autore si serve di nuove fonti d'archivio e il suo lavoro lascia seriamente presumere che le mappe dei porti di Ancona e di Bari, ove avvennero vari e pesanti affondamenti dovuti ai sottomarini tedeschi, fossero state consegnate proprio da monsignor Rudolph Gerlach. Egli fu processato e condannato contumace da un tribunale militare italiano. Ma non fu mai catturato perchè fu aiutato a fuggire in Svizzera dalla polizia italiana la quale agì con la copertura del Governo ingannando gli stessi servizi segreti militari.  

Per quel processo il Vaticano in quanto tale non risultò coinvolto nelle attività spionistiche a favore della Germania, ma successive ricostruzioni permnettono oggi di rirenere realistico che egli agisse con un pieno, per quanto riservato, mandato da parte di Benedetto XV.

 

**

 Che cosa mangiare con questa lettura.

Beh, per non contrastare occorre innanzitutto la consapevolezza che si tratta di un saggio storiografico. Ma non andrei sul pesante, tipo gulasch pepato o cose del genere. Questo libro infatti, anche per le sue piccole dimensioni, non merita un giudizio di pesantezza. Si caratterizza invece per una certa spinta a progredire tra le pagine, una sorta di acquolina in bocca riconducibile alla curiosità generata dal parallelismo con l’attuale situazione dell’omonimo papa in carica.  Direi comunque qualcosa che implica una certa masticazione, quindi rimaniamo sulla carne. Carne di manzo. Magari un manzo lessato avendo cura di sgrassare bene il brodo per non far salire troppo la pressione dopo la digestione. La pressione infatti rischia di salire da sé leggendo di un pontificato che si amerebbe ricordare per il pacifismo e il fermo anti-interventismo, ma che si scopre asservito agli interessi strategici degli imperi centrali al punto da mantener collocato nel posto più vicino al Papa il capo della rete spionistica anti-italiana.

Allo stesso tempo, dopo il manzo tagliato a fette rotonde, con salsa verde  e qualche “granu salis” (poco per carità), accompagnerei con vino rosso corposo, come potrebbe essere un cabernet da cacciatori, ma salterei il dolce, che in questo caso non potrebbe essere altro che una bella fetta di sacher viennese, perché richiamerebbe il gusto per la decadenza dell’impero asburgico. E ciò, haimè, contrasterebbe solennemente con il senso di disgusto che ci danno i metodi della polizia fascista, ma anche i servizi segreti imperiali.

Torna alla home
Condividi post
Repost0
Per essere informato degli ultimi articoli, iscriviti:
Commenta il post
A
ho dato uno sguardo al libro ''Benedetto tra le spie''', e ci sono aspetti, che non mi risultano, chiari. in effetti, si parla, di sommi Picenardi, come di un comandante in pigiama e pantofole, la notte dell'incidente,mentre mi risulta,che gli ufficiali, assumessero eccitanti, in tempo di guerra,in particolare,per non dormire.che si togliessero la divisa,poi,forse,nella marina pontificia,scherzo.fra genova e napoli, per crollare il Papa sotto i turchi,dovevacrollare,mezzo mondo.La fabbricottti era,la degnissima moglie di Picenardi,manon so se è specificato.so che a roma,non era ben visto,ma allora.saluti.
Rispondi