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diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni

Deception detection

Bugie a 5 stelle. E’ il titolo di un articolo pubblicato su Wired di questo mese. Articolo che si occupa del problema recensioni false in rete. Esso ha attratta la mia attenzione nei giorni in cui i media italiani attaccavano Grillo sostenendo che migliaia di suoi seguaci scrivevano sul suo blog opinioni contrarie alle sue. E’ solo uno dei tanti episodi di sputtanamento antigrillino, ma questo ha attratto la mia attenzione perché Grillo ha contro-argomentato ricordando che esistono siti che pagano recensori fasulli. Egli ha usato il termine “Trolls” per definire tali infiltrati nel dibattito. Si tratta di persone che mentono. Il problema è però che lo fanno esprimendosi in un luogo libero ove si esprimono anche persone che dicono la stessa cosa senza mentire. Come distinguerli? Ecco, qui viene in aiuto l’articolo di Wired.

 

Alcuni casi pilota hanno messo in evidenza il fatto che i siti e-commerce, ad esempio AMAZON, possono subire danni significativi dalle false recensioni. Sul Web 2.0 infatti le chiacchiere e il passaparola, a differenza di quanto avviene al bar, si caricano di valore economico.  Con i suoi “mi piace”, “commenta” e “condividi” Facebook è praticamente un bar dove le chiacchiere hanno valore economico. Lo sa Federalberghi ad esempio, che ha lanciato un grido di allarme contro TripAdvisor per aver causato, tramite recensioni negative, un calo di prenotazioni on line da parte di stranieri danarosi l’estate scorsa. E gli approfondimenti hanno evidenziato l’esistenza di una precisa tecnica della falsa recensione.

“Un mi piace su Facebook ha assunto il valore di un articolo su giornale.” Scrive Stefano Priolo su Wired e sulla rete esistono siti come SponsoredReview.com che offrono apertamente servizi di produzione recensioni a 5 dollari al pezzo. Insomma il problema è più grosso di quanto sembri e costituisce una minaccia per il business futuro. Ad esempio le applicazioni App Store fanno fortuna o meno sulla base dei giudizi on line degli utenti. Per salvare il futuro del business on line occorre quindi individuare e smascherare i falsari. Una vera e propria caccia alle balle.

La tecnica che in proposito sembra profilarsi è quella della Deception detection che offre la possibilità di “ricerca ed identificazione di tutte le sfumature di menzogna contenute in una frase.”

A tal fine il cacciatore di recensioni false Franco Salvetti di San Francisco ha messo a punto un software che incrociando i dati di analisi dell’indirizzo IP con fotografie, rete di amici e analisi dei profili utente riesce ad individuare con una efficacia, sembra, di almeno il 90% i ballisti del web.

Nell’articolo si enunciano a che alcuni principi psicologici della menzogna tali da lasciare tracce nel contenuto delle frasi scritte con consapevolezza di mentire. Interessante. Lo trovo anche credibile e penso che sicuramente ritroveremo il tema nella futura normativa per la tutela legale del copyright.

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