diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni
Simone, Michael e Curtis sono i nostri eroi che salvano il mondo dalla crisi globale finale: il crollo dell’economia totale vene evitato all’estremo limite. Come nei film di 007. Simone è una donna, la sorella di Danny Casolaro, giornalista americano che viene ucciso e la cui morte viene spacciata per suicidio. E sarà proprio Simone, aiutata dai suoi due amici, uno dei quali, Curtis, è un addestratissimo specialista con un passato nelle forze speciali, ad avviare e portare a termine la ricerca della verità.
Uscito in settembre 2013 questo romanzo-thriller ha nel nome del suo autore un viatico portentoso. Io stesso l’ho letto solo perché attratto dal nome di Daniel Estulin, quello che ha scritto IL CLUB BILDERBERG. Allora non si trattava di un romanzo, ma di una inchiesta giornalistica che ha l’ambizione di denunciare l’esistenza di un potere sovranazionale.
Questo invece cerca di fornire ad un lettore di massa la chiave interpretativa di una cospirazione che starebbe alla base della attuale crisi. I fattori tipici del complotto globale ci sono tutti: dal segreto aureo ai codici che salvano il mondo rendendo possibile l’accesso ad una rete segreta di conti correnti nascosta tra i computer.
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In questa storia il presidente degli Stati Uniti è un buono mentre i cattivi stanno nascosti tra i Consigli di Amministrazione dei network bancari. Essi si fanno le scarpe tra di loro usando corpi speciali di contractors e complicati sistemi di spionaggio elettronico. Essi sono accomunati dai piani di una piovra cospirativa, Octopus appunto, i cui tentacoli arrivano ad ogni transazione e si nutrono di big data tratti dalle reti informatiche. Il tutto funziona per alimentare un sistema, Promis, che associato ad un altro super softaware permette la previsione di ogni comportamento economico. Chi lo controlla ha pertanto il potere sul mondo e ciò costituisce l’oggetto della contesa.
Questa situazione è stata resa possibile, oltre che dallo sviluppo delle innovazioni scientifiche segretamente custodite, da una operazione segreta condotta a cavallo della seconda guerra mondiale dal fratello dell’imperatore giapponese: la Golden Lily. Grazie a tale operazione, ben descritta da Estulin nelle pagine 180 – 186, è stata costituita una enorme scorta segreta di oro, di dimensioni varie volte superiori alle scorte note, che sarebbe servita da garanzia per decenni al finanziamento di un programma segreto di commercio collaterale. Ed è questa dimensione non nota dell’economia globale ad essere oggi in crisi. Tanto da far dire ad un personaggio della storia che:” Il governo avrebbe usato questi soldi per consolidare l’economia americana, la stessa economia che è sul punto di venir meno agli obblighi nei confronti dei creditori internazionali, rendendo il nostro dollaro carta straccia e condannando la nostra nazione ad un futuro da Paese del Terzo Mondo”.
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La domanda primaria che a mio avviso dovrebbe porsi il lettore difronte a questo libro è: perché Estulin sceglie la fiction?
Penso che sia per potenziare il messaggio che vuol veicolare. Il suo libro sul Bilderberg infatti pur facendo il giro del mondo non sembra trattare un argomento capace di attrarre l’attenzione fuori dalla cerchia degli appassionati di complottismo. Quindi è molto conosciuto tra i blogger ma non tra i lettori di thriller. E i grandi numeri, si sa, si fanno conquistando questi ultimi.
Se Estulin è un complottista disinteressato, un cercatore di verità, e non uno dei tanti giornalisti che intossicano l’editoria, può essere che abbia scelto la fiction per allargare il suo target e forse ha fatto bene. Però se è vero che nella fiction si possono dire le cose come stanno senza doverle dimostrare, è anche vero che nella fiction il messaggio perde credibilità. La soluzione perciò forse sta nella giusta misura tra realtà e finzione. E la mia impressione è che qui si possa leggere un testo che copia i modelli narrativi e gli stilemi della fiction cinematografica nelle parti inventate per permettere al lettore di distinguerle bene da quelle che invece derivano dalle ricerche giornalistiche.
Gli scontri a fuoco e le peripezie acrobatiche di Curtis sono modelli molto aggiornati della serie Squadra Speciale e alcune sequenze, come quella dell’attacco notturno alla villa Stanley fuori Roma, sono da manuale per contractors. Mentre le ricostruzioni della Cospirazione sono tratte dalla sua esperienza di analista.
Io non sono un particolare amante dei thriller. Mi piace cercare dentro la fiction le allusioni alla realtà, quella nascosta dal potere. Amo la fiction in quanto rivelazione di qualche segreto utile e spendibile nella analisi dei fatti quotidiani. In pratica la fiction come chiave per l’interpretazione del mondo. Non so se questa attitudine mi deriva dalla formazione cattolica che ho ricevuto da bambino, quando mi veniva insegnato ad esempio che la bibbia non va presa alla lettera, ma per ciò che insegna ecc. Fatto sta che, tanto per fare un esempio, quando leggo 007 missione Goldfinger di Fleming penso che l’autore si riferisca effettivamente alle pratiche criminali di una élite che vuole mettere grandi quantità di oro (quello della Federal Reserve in quel caso) fuori mercato per aumentale il valore del proprio. Ebbene in quella storia la stima della quantità di oro realmente esistente al mondo è un fattore chiave. E anche in questa.
Ho trovato Estulin un narratore fluente, ordinato e rispettoso. Non c’è sesso e le scene d’azione sono descritte nel dettaglio solo per la loro valenza tattica, a volte quasi ossessiva.
Lettura utile per chi voglia avventurarsi in ipotesi estreme per la comprensione della attuale crisi finanziaria globale.