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diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni

Venetikens

Venetikens

Nel 1993 ero già da alcuni anni interessato a capire cosa succedesse nella pancia profonda del mondo veneto alle prime insorgenze della Lega Nord. Giravo le fabbriche della provincia e vedevo gli operai, molti dei quali provenienti da famiglie contadine, rivendicare una “diversità” dal resto d’Italia che nel decennio precedente era rimasta repressa nel gergo sindacale lasciando prevalere l’idea di una solidarietà. Fu così che cercando le ragioni di questo cambiamento io, che ero cresciuto in una città dalla lunga tradizione industriale, scoprii la profondità dell’identità veneta e mi interessai di storia e anche di preistoria.

Acquistai in quell’anno il libro I VENETI di Loredana Capuis e scoprii i Reti, la cultura Polada, e la romanizzazione della mia terra. Di questo si occupa ora esattamente la mostra VENETIKENS che si tiene a Padova nel Palazzo della Ragione. Questa mostra padovana risulta particolarmente utile a coloro che stanno seguendo le lezioni della dottoressa Cinzia Rossato presso l’Università degli Adulti Anziani di Valdagno. Un ciclo di conferenze che si ripropone di RISCOPRIRE IL TERRITORIO VICENTINO CON L’ARCHEOLOGIA, sette lezioni che conducono dal paleolitico alla romanizzazione.

Entrambe queste circostanze costituiscono un’ottima occasione per rispolverare quel libro e altri oggetti del medesimo dossier.

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Alla fine di Giugno del 1976 a Padova si tenne un convegno di studi etruschi ed italici ed in contemporanea presso il Museo Civico agli Eremitani, si tenne una mostra dedicata alla Padova Preromana con la cura, tra l’altro, della Soprintendenza Archeologica di Venezia. Quella mostra focalizzava principalmente i ritrovamenti del territorio strettamente padovano, ma spaziava nelle premesse e nelle correlazioni su tutto l’arco della paleontologia veneta. Per questo mi ritorna utile un rispolvero di quel catalogo, ancora con foto in bianco e nero, dal quale presero stimolo le mie prime curiosità sulla nostra preistoria.

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Il Giornale di Vicenza del 19 Dicembre 1994 in un articolo della pagina culturale dava notizia relativa alle tesi sostenute da tre studiosi sloveni sulla base di ricerche storiografiche, archeologiche e linguistiche.

Jozko Savli, Matej Bor e Ivan Tomazic sostengono un ruolo di particolare importanza degli antichi veneti, un ruolo che andrebbe ben oltre ciò che la preistoria ufficiale insegna. La loro ricerca per la verità è soprattutto focalizzata sulle origini della identità slovena, ma per questa via i tre ricercatori giungono alla conclusione insolita che gli antichi veneti sono “i veri antenati” dei popoli centroeuropei e in particolare degli sloveni. E’ noto che nel sesto secolo DOPO Cristo le popolazioni slave popolarono i Balcani ed è su questo che si fondano le ipotesi sulla formazione dell’identità slovena. Ipotesi sostenute e diffuse in particolare nel recente periodo della unità jugoslava al fine di dare fondamento culturale al nazionalismo. Ora, con il disfacimento della Jugoslavia riemergono le tesi come questa che tendono invece a differenziare gli Sloveni dalle identità delle popolazioni vicinali. Si tratta quindi di idee che a loro volta potrebbero essere influenzate dalla nuova situazione politica e anzi, considerando che escono nel momento immediatamente successivo alla conquista della indipendenza slovena in una prospettiva di entrata nella Unione Europea, diventa molto funzionale rivendicare fratellanze storiche con la popolazione veneta.

In ogni caso questa teoria è stata respinta dagli ambienti accademici e in Veneto viene supportata da ambienti del venetismo politico. Ed è interessante notare che nella mostra VENETIKENS di Padova non se ne fa cenno.

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