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diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni

SÜDTIROL. (continua)

Come abbiamo visto alla fine degli anni cinquanta la questione del Brennero si presentava già in tutta la sua rischiosa complessità. E c'è da aggiungere, anche se gli autori del libro non ne fanno cenno, che i piani del Patto di Varsavia prevedevano di passare con i carri armati per il Brennero...

Gli anni tra il '56 e il '59 furono preparatori, con la creazione di gruppi di azione e propaganda e l'accentuazione dei contrasti etnici. Tra il '59 e il '61 ci fu l'organizzazione logistica e militare e la successiva distribuzione di armi ed esplosivi.

In Italia venne insediata una commissione. La commissione dei 19, dal numero dei componenti, sotto la presidenza del giurista Paolo Rossi. Venne insediata presso il Viminale il 13 Settembre 1961, l’unico vincolo di fatto per tale commissione era dato dalla intangibilità del confine al Brennero.

Il suo lavoro si concluse il 10 Aprile del 1964 dopo due anni e mezzo. Silvius Magnago mostrò soddisfazione mentre altri componenti misero per iscritto e fecero allegare alla relazione finale, note e osservazioni riguardanti parti a loro giudizio non risolte. Le proposte in essa contenute tracciavano una road map verso la pacificazione del conflitto. Essa si articolava in due livelli che contemplavano la trattativa diretta tra lo Stato Italiano e la minoranza sudtirolese e una trattativa tra Austria e Italia tesa a definire le garanzie e la tutela internazionale degli eventuali accordi.

Alla fine del 1964 Il ministro degli esteri italiano Giuseppe Saragat e il suo omologo austriaco Kreisky raggiunsero un accordo a Parigi dopo un accorto lavoro di diplomazia segreta. La segretezza era una misura di sicurezza perché fino ad allora l’andamento degli attentati era risultato correlato agli incontri Italia/Austria. La situazione infatti era nella fase in cui il terrorismo autonomista aveva iniziato a sganciarsi dagli ambienti istituzionali austriaci e anzi sembrava legarsi ad ambienti nostalgici nazional socialisti collegati anche con la Germania. (Vedi denuncia di Simon Wiesenthal al congresso di Anversa pg 75).

Giuseppe Saragat venne eletto Presidente della Repubblica il 28 Dicembre 1964. Nel periodo che intercorre tra la sua elezione e la sua sostituzione al ministero degli esteri con Amintore Fanfani, cosa che avviene iI 5 Marzo 1965, la funzione di ministro degli esteri fu retta ad interim da Aldo Moro, allora presidente del Consiglio dei ministri.

In tale periodo in Austria avvenivano le consultazioni con la Sudtiroler Volks Partei nel tentativo di far approvare il pacchetto di misure elaborate a Parigi. Tentativo che si rivelò inutile. In particolare l’8 Gennaio 1965 ad Innsbruck si tenne una riunione nella quale la SVP rigettò ogni proposta e il Governo austriaco dovette ufficializzare all’Italia la propria posizione negativa il 30 Marzo 1965.

Dopo un anno di sospensione delle attività diplomatiche durante il quale la SVP consolidò, anche a scapito dei rapporti con le ali estreme, l’impostazione moderata, il dialogo riprese. Il 13 e il 15 Settembre 1965 vi furono episodi gravi di attacco a luoghi di interesse italiani come caserme ed edifici ENEL.

Il più importante è quest’ultimo perché avvenne lo stesso giorno in cui Moro incontrò riservatamente il cancelliere austriaco Klaus dal quale ottenne via libera ad un nuovo confronto con la minoranza sudtirolese senza più coinvolgimento internazionale. Ciò si rivelò alla lunga risolutivo. Ma costò un pesante inasprimento dell’attacco terroristico. A Passo Vizze, che si trova a 300 metri dalla frontiera, una enorme carica di esplosivo uccise un finanziere. Vi fu poi un eccidio, a colpi di arma automatica, contro la Guardia di Finanza, il quale causò due morti ed un ferito. Questo fatto fu commentato come un gesto motivato da idealità nella televisione bavarese. Ciò avvenne in una intervista del tutto inopportuna e fu seguito da una ripresa di attentati dinamitardi a partire dalla esplosione del 3 Agosto 1966 che avvenne all’interno del Palazzo di Giustizia di Bolzano. Però la Volkspartei di Magnago riuscì ad ottenere il mandato per un congresso del partito che accettasse i risultati delle trattative e ciò causò l’inasprimento estremista con la Strage di Malga Sasso.

La strage avvenne vicino al Brennero con l’esplosione di ameno 25 chilogrammi di esplosivo collocati all’interno di una caserma della Guardia di Finanza. Nonostante in Italia si facesse strada l’idea che l’Austria non collaborasse abbastanza alla lotta contro il terrorismo il Parlamento approvò il mandato a concludere la trattativa con SVP.

IL 20 Gennaio 1967 Moro e Magnago definirono i termini dell’accordo che poneva fine alla vertenza per l’applicazione dell’Accordo di Parigi. Esso conteneva grandi concessioni in campo economico e nei settori della scuola, del collocamento al lavoro, del controllo anagrafico e del credito. I termini dell’accordo vennero discussi da Magnago ad Innsbruck e infine accettati da SVP con una maggioranza risicata.

Sul piano giuridico internazionale il pacchetto definito si configurava come una specificazione attuativa dello storico Accordo Degasperi - Gruber e con esso l’Austria accettava di riferirsi alla Corte internazionale dell’AIA per la soluzione delle controversie.

Vi fu però una nuova fermata nel processo di pacificazione. Essa fu causata dai fatti collegati al processo di Linz ove venne assolto da una giuria popolare Norbert Burger nonostante avesse dichiarato in pratica di voler continuare la lotta antiitaliana.

L’Italia prese una dura posizione contro l’entrata dell’Austria nella Comunità Europea. E avvenne la strage di Cima Vallona. Questa volta però, secondo la ricostruzione di Marcantoni e Postal, le comunità sudtirolesi, compreso lo stesso quotidiano Dolomiten, reagirono con estrema condanna staccandosi nettamente da ogni pratica violenta. L’Austria arrestò Nobert Burger.

Seguirono altri atti stragisitici l’ultimo dei quali avvenne il 30 Settembre 1970 a Trento dove, nella stazione affollata, morirono due poliziotti per l’esplosione di una valigia.

Ma la strada era ormai tracciata ed accettata anche dall’Austria. Nell’ottobre 1969 venne definitivamente approvato il pacchetto. Nell’ Agosto del 1972 venne pubblicato il Testo Unico n. 670 con l’entrata in vigore del nuovo statuto per l’Autonomia la cui implementazione richiese un lungo lavoro che si protrasse fino al 1992 quando l’Austria consegnò la quietanza liberatoria al segretario generale dell’ONU compiendo in tal modo l’atto formale di conclusione della controversia.

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