diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni
Oggi a Roma il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha deposto una corona di fiori sulla lapide che, a Roma, commemora i “caduti militari e civili in occasione del 71* anniversario della difesa di Roma”. E’ una cerimonia laica e repubblicana del comune di Roma, che con la solenne presenza del Capo dello Stato assume anche un significato di ricorrenza nazionale. Ma sarebbe del tutto inesatto considerarla come festiva ricorrenza di ciò che avvenne l’Otto Settembre del ’43.
Quella di oggi infatti non è una festività contemplata nei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro, non essendo stata inclusa nei decreti del 1946 e successivi. Ma molte prassi locali hanno via via nei decenni trasformato questa giornata in una festività di fatto, rientrante a pieno titolo nelle giornate di festività con assenza retribuita. In provincia di Vicenza ad esempio la giornata coincide con la cosiddetta “festa della Madonna de Monteberico” e coincide con il patrono del capoluogo. Coincidenza quest’ultima alquanto significativa perché la festa del patrono locale è a sua volta una delle dodici giornale festive retribuite previste dai contratti di lavoro.
Tuttavia a Valdagno, essendo patrono Clemente Papa, per tutto il dopo guerra questa non è stata giornata festiva e i pellegrini dovevano accontentarsi di andare a Monte Berico la domenica più vicina. Ma i tempi cambiano ed oggi otto settembre 2014 Valdagno era in piena festività con botteghe chiuse ecc. Ciò è dovuto al fatto che i cittadini che lavorano alla Marzotto sono ormai rimasti qualche centinaio mentre oltre tre migliaia di residenti lavorano in varie aziende della provincia dove per datare la festa patronale si fa riferimento al capoluogo.
Mah! Tempus fugit…
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Il più nero degli otto settembre è quello di settant’anni fa, quando partì il periodo più duro di rastrellamenti e repressioni tedesche. In quei giorni il comando tedesco sferrò un attacco congiunto contro le forze della resistenza in quattro province del Veneto. A Vicenza ciò significò l’attacco alla Garemi presso Valdagno, Altissimo e Selva di Trissino e sull’Altopiano dove a Bosco Nero di Granezza vennero massacrati il battaglione Sette Comuni e un battaglione della Brigata Mazzini.
Di quei tragici momenti il fatto principale rimasto impresso nella memoria valdagnese è quello del Rastrellamento di Piana. L’obiettivo strategico tedesco era quello di preparare le condizioni di sicurezza per l’allocazione del comando con Kesserling a Recoaro e tenere aperte le vie di rifornimento al fronte. I partigiani della Brigata Stella si trovavano da due giorni alloggiati presso il Circolo Operaio di Piana ove erano scesi per approvvigionamenti e furono raggiunti dai reparti tedeschi. Vi fu una ottantina di morti ancor’oggi commemorati annualmente con una cerimonia e un monumento in contrada Battistini. Allo strazio, che si protrasse per tre giorni, parteciparono anche reparti repubblichini tra i quali la compagnia Turcato, brigata nera di Valdagno comandata da Emilo Tomasi, il quale verrà poi fucilato nell’Aprile del ’45 presso lo Stadio dei Fiori.
Al rastrellamento di Piana sopravvisse alla esecuzione, nonostante anche il colpo di grazia, Il giovane partigiano Quirino Traforti, che diventerà militante comunista di tante battaglie nell’Italia repubblicana per tutti i successivi settant’anni. Egli è recentemente scomparso. A lui il mio personale ed intimo pensiero nella commemorazione di quest’anno.