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diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni

TERREMOTI E BUGIE, di Giuseppe Marino

TERREMOTI E BUGIE, di Giuseppe Marino
Nel 2003 col, terremoto del Molise, Berlusconi innovò la normativa introducendo il concetto di “accelerazione sismica” ovvero prescrizioni a severità crescenti, in ragione della magnitudo, con riferimento alle norme tecniche di costruzione.
Ciò ebbe come conseguenza una ordinanza della Protezione Civile che implicava una valutazione dello stato di sicurezza per tutti gli edifici pubblici strategici, scuole, ospedali ecc. Ma ciò rimase sulla carta. Il problema infatti è che un simile processo genera cambiamenti di classificazione interferendo sugli interessi (patrimoniali) delle comunità locali. Perciò i comuni remano contro e anche lo Stato è consapevole che il processo metterebbe in gioco risorse e impegni di spesa enormi.
Dopo il terremoto de L’Aquila comunque alcune risorse vennero stanziate e, soprattutto, vennero sdoganate le nuove Norme Tecniche di costruzione a concezione antisismica. Queste sono però suscettibili di aggiornamento periodico e ciò non è mai stato fatto. C’è solo da augurarsi, senza scaramanzia, che gli attuali terremoti ne smuovano le resistenze. E in ogni caso, anche per dare a Cesare ciò che gli spetta, bisogna ricordare che in tutto questo arco di tempo i ministeri hanno sistematicamente prorogato le scadenze attuative.
Ciò, ovviamente, non determina un risparmio, ma un accumulo del fabbisogno di spesa necessario alla sicurezza antisismica; ma ahimè l’ignoranza e la scaramanzia fanno sì che nessuno se ne accorga…
Risultato: il 26 Agosto 2016 il Direttore generale della Protezione Civile Mauro Dolce ha avvisato i governanti che abbiamo raggiunto il fabbisogno di 50 Miliardi.
Prima o dopo gli italiani dovranno tirarli fuori, ma quanto più “dopo” questo avverrà e tanto più sarà alto l’importo e inoltre, nel frattempo, i vari Mentana, sull’onda dell’emozione, ci sproneranno a versare importi emergenziali.
***
Questa è solo un delle tante vicende connesse con le cronache e i terremoti del nostro martoriato belpaese. Ce la racconta Giuseppe Marino nel libello connesso alla vendita de Il Giornale. Il taglio del saggio, che porta il promettente titolo di TERREMOTI E BUGIE, si occupa di “Magnitudo, previsioni, sabbia, mafia e inchieste flop” promettendo anche di chiarirci che “tutto ciò che sappiamo è falso”.
I lettori come me, che amano il retrogusto complottista come la cannella nel purè di patate, oppure nello strudel, nel leggere questa sottotitolazione si invaghiscono subito nella speranza di trovare una testata che abbia il coraggio di dirci come anche dietro i terremoti ci sia il complotto. Ma ne resteranno delusi perché fin dalle prime pagine si trovano relegati tra “i propalatori seriali di balle medievali che in Rete le spacciano per verità nascoste, per rivelazioni censurate da poteri oscuri.”
A proposito di questa frase è proprio curioso osservare come i giornalisti professionisti, quelli che hanno fatto carriera accettando per anni, giorno per giorno, di contar balle per paraculare i potenti, accusino oggi i comuni cittadini di usare la Rete per esprimere le proprie fisime. Proprio come si faceva una volta al Bar Sport, assaporando la libertà di farlo. In piena libertà di pensiero e di espressione. Il vero guaio è che questa critica viene espressa facendo finta di non accorgersi che il giornalismo è scaduto così tanto che sono proprio loro, quelli che dovrebbero invece scrivere le cose serie, ad essere meno credibili delle chiacchere da Bar Sport. Come mai?
Vabbè, quando troverò scritta la risposta in un giornalone nazionale riaccenderò la speranza. Per il momento continuo ad assaporare la cannella.
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