diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni
Interessante dibattito la sera del 15 a Palazzo Festari di Valdagno dove è stato presentato il romanzo-Thriller che si ispira alla vicenda di Francesca Benetti, ex valdagnese scomparsa in circostanze attenzionate dalle cronache nazionali.
L’autore è l’avvocato della famiglia della vittima, apparso più volte in circostanze televisive, il quale è anche promotore di una proposta di legge per il procedimento d’ufficio, anziché per querela, nei casi di violenza entro le mura domestiche.
La presentazione del libro è stata trasformata in un dibattito sul tema della violenza in vista della imminente scadenza del 25 Novembre. In tal modo, grazie al magico Guanxì, è stata evitata l’ignavia ovvero il rischio di non fare niente col Comitato per le Pari Opportunità in fase di dismissione dopo le elezioni amministrative.
La nuova assessora ha fatto il suo piacevole debutto informandoci sulla drammatica attualità del fenomeno la cui casistica è in costante aumento mentre il giornalvicentino Diego Neri ha diretto il trafficato dibattito.
Il risultato è stato quello di una bella serata, dignitosamente partecipata dal pubblico cittadino.
Caso Benetti
Francesca a 55 anni, vedova ex insegnante di educazione fisica, è scomparsa i primi giorni di Novembre 2013 dopo aver comunicato ad Aldo, il suo uomo da poco tempo, che si sarebbe recata nella villa di Potassa vicino a Grosseto, di sua proprietà. Francesca aveva in mente di trasformare la villa in un Bed & breakfast e a questo proposito aveva incaricato il custode sig. Bilella suo dipendente, di alcuni lavori che però non venivano eseguiti. Pertanto lei aveva deciso di licenziarlo. I media hanno molto insistito sull’esistenza da parte di costui di un amore ossessivo ma negato, nei confronti di Francesca. Ciò avrebbe costituito il movente per un delitto passionale. In questi termini si è espressa anche la sentenza di primo grado con una condanna all’ergastolo.
Il corpo di Francesca non è mai stato rinvenuto, ma le indagini hanno evidenziato tracce ematiche sull’auto del custode e sui sanitari dell’abitazione tali da rendere sostenibile l’ipotesi di un uso del coltello per uccidere e distruggere il cadavere.
L’assassino però, pur confermando l’attrazione amorosa, si dichiara innocente e su questa base ha impugnato la sentenza ricorrendo in appello.
Il caso Field
E’ una storia immaginaria ambientata in Inghilterra tra la cittadina di Hamble e i boschi di New Forest, che ricalca il caso italiano. A scriverla è stato l’avvocato, già autore di un thriller su temi analoghi. La storia si sviluppa in duecento pagine che raccolgono due linee narrative parallele caratterizzate da due diverse grafiche: una immaginariamente scritta in prima persona dalla vittima, Lorna Field; l’altra in terza persona come cronaca dell’indagine che vede protagonisti l’ispettore Norse e i suo vice Freeman. Tempi e fatti coincidono con quelli avvenuti per Francesca, cambia solo l’ambientazione geografica e alcuni approfondimenti relativi a circostanze retrostanti la biografia di alcuni personaggi.
La struttura in 43 capitoli è quella del classico giallo la cui tensione “Who’s the murder” viene tipicamente risolta in ultima istanza dopo il passaggio da un sospetto all’altro.
La vicenda narrata si ferma al momento della cattura senza inoltrarsi nell’iter giudiziario secondo un modello e uno stile di narrazione molto più vicino all’ispettore Barnaby di Caroline Graham che, per fare un esempio, al cacciatore del buio di Donato Carrisi.
Caso Francesca/Lorna
La nota che segue è imprecisa anche per evitare di svelare il finale.
La narrazione in prima persona è inquietante e toccante al medesimo tempo. E’ la parte che più può coinvolgere emotivamente il lettore mentre la parte in terza persona è coinvolgente più che altro per un lettore che voglia cercare nel testo messaggi su ciò che il processo italiano non ha detto. A mio avviso questi ci sono. E stimolano l’immaginazione di chi non si sia accontentato della verità giudiziaria.
Io sono, nel mio piccolo mondo di lettore giallista, tra costoro. La lettura infatti mi ha stimolato, nel mio privato e ludico delirio dietrologico, l’idea che ci troviamo difronte ad un caso, ahimè uno dei tanti, in cui anche gli organi riservati dello stato hanno qualcosa da nascondere; tipo coperture, doppie identità, criminalità organizzata ecc.
Ma certamente apprezzo e condivido l’eccellente omaggio che l’autore implicitamente fa alla madre della vittima e al suo presentimento, al suo desiderio, che Francesca Lorna sia in realtà ancora là. Dietro quella finestra…
Ed è quindi in questa lettura che si possono porre dei fiori per Francesca.