diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni
Penso che il quotidiano Il Manifesto, storico strumento cartaceo della vecchia politica, faccia bene a fare come Lucio Magri: andarsene
in silenziosa dignità. Ciò permetterà di non cadere nel rischio di nostalgismo
intellettuale e forse contribuirà a sostenere la nuova politica. Detto questo auguro sinceramente a chi lo dirige di ottenere in questi giorni un sostegno dai lettori che permetta loro di
trattare con il liquidatore alle migliori condizioni. E anche di poter garantire il meglio a chi ancora ci lavora.
Se non ricordo male il mitico “quotidiano comunista”, letto e comprato soprattutto da anticomunisti, come ad esempio i sindacalisti della CISL, è nato nell’Aprile del 1971. Altri tempi. Prima era una rivista che seppe diventare quotidiano al momento giusto per dar via ad una battaglia critica che ha contribuito a formare la mia generazione di militanti. Ora quella battaglia critica è finita da un pezzo e gli strumenti della politica non possono essere gli stessi per tutte le stagioni. Ora è il momento di strumenti come Il fatto Quotidiano che non c’entra niente con gli aiuti di Stato. Sono certo che verrà il momento in cui anche Il Fatto Quotidiano dovrà ritirarsi, e spero che lo saprà fare dignitosamente, in nome di una politica ancora migliore. Ma fino ad allora è quello il quotidiano che mi varrà la pena di comprare ogni giorno, anche senza avere il tempo o la voglia di leggerlo, così, per il semplice gusto di aver fatto qualcosa per la Libertà, la Giustizia e l’Uguaglianza. Contro il potere delle balle mediatiche.
Penso anche che una cooperativa che vive solo coi soldi dello Stato sia una cosa che non appartiene ai sogni della sinstra. Lo Stato, come ogni padrone di mezzi di comunicazione di massa, ti da i soldi solo in cambio delle sue balle. E questo non è esattamente quello che avrebbero voluto Lucio & C.
Ho sessant’anni, sono un uomo libero, sono un uomo di sinistra. Ne vado fiero. Non tanto
per essere così, quanto per il fatto di poter essere così. E voglio che questa libertà resti un diritto anche per quelli che non sono né sessantenni, soprattutto se giovani, né di
sinistra.
Grazie uomini e donne del Manifesto per quello che avete fatto. Ora smettete, è giunto il momento.