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diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni

L'inferno sono gli altri, di Silvia Giralucci

giral-e-zanon.JPGSilvia Giralucci, l’autrice di questo interessante lavoro di quasi duecento pagine uscito per Mondadori nell’Aprile 2011, è la figlia di Graziano, padovano vittima del terrorismo al quale il sindaco di Padova Flavio Zanonato ha voluto dedicare una targa commemorativa. Da lì, da questo gesto non semplice per un sindaco di sinistra in una città che forse avrebbe preferito rimuovere, parte la motivazione alla ricerca dell’autrice. “Voglia di capire e superare” .

Graziano Giralucci, militante di destra venne ucciso il 17 giugno 1974 dentro la sede del Movimento Sociale Italiano e le Br poco dopo rivendicarono l’atto criminale sancendo così per la prima volta l’omicidio tra le fattispecie di reato ufficialmente incluse nella propria prassi tattico- strategica. Ma non era stato l’esecutivo nazionale brigatista a volere l’uccisione dei due fascisti e quell’attentato terroristico segnò, drammaticamente, il primo grave salto di qualità negativa delle organizzazioni rivoluzionarie armate. Questo inasprimento di regime operativo non favorì, ma mise le Br su una strada che lentamente le portò nel giro di qualche anno ad essere isolate dal movimento operaio. Pertanto le vere ragioni di quella sparatoria, che per  le Br fu controproducente, non sono ancora state chiarite in modo soddisfacente.

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Ciò vale in particolare per chi legge il fenomeno terroristico di quegli anni con l’ottica complottista, o meglio ”dietrologica”, tanto per ricorrere ad un neologismo sempre più in uso, che ho sentito usare anche l’altra sera dal grande opinion maker Carlo Lucarelli. Ma aldilà delle parole usate per definirlo questo concetto oggi è definitivamente accettato anche in ambiente accademico. Ne è un esempio la nozione di “tutela esterna” con riferimento al fenomeno terroristico italiano, espressione autorevolmente utilizzata dallo studioso Carlo Fumian, professore di storia contemporanea  all’Università di Padova  il quale a sua volta utilizza e sviluppa le intuizioni e le elaborazioni del professor Angelo Ventura, studioso dei poteri occulti e del loro ruolo nella Repubblica italiana.

In questo modello di analisi e ricostruzione storica, la durata e la pericolosità del fenomeno pongono il problema dei poteri occulti, intesi nei termini di Angelo Ventura, ovvero: apparati segreti, con contropoteri diversi e contrari al potere legittimo. Questi apparati hanno fornito connivenze, tutele, coperture e strumentalizzazioni sia interne che internazionali alle organizzazioni i terroristiche italiane.

Fumian in particolare, nel suo prezioso saggio contenuto nel libro “Terrore Rosso” uscito con Laterza nel Luglio 2010,  fa riferimento anche all’analisi di De Lutiis, esperto di storia dei servizi segreti italiani, il quale utilizza il concetto di “tutela esterna” per definire il tipo di relazione che servizi segreti stranieri, i quali in questo caso si configurerebbero come centri di potere occulto operanti illegalmente sul nostro territorio, possono ave avuto con soggetti del terrorismo rosso durante gli anni di piombo.

La ricostruzine più rappresentativa in questo senso è quella relativa alla vicenda HIPERION, descritta con sinteticità ad efficacia da Silvia Giralucci in questo libro, nel capitolo dedicato a Pietro Calogero. (pgg 98-99) Calogero intuì che questa scuola parigina di lingue poteva in realtà essere una copertura per attività terroristiche in Italia e incaricò l’allora commissario di polizia Luigi De Sena, oggi senatore  democratico, vicepresidente della Commissione parlamentare di Inchiesta sulla mafia “e altre associazioni criminali anche straniere”, commissione parlamentere della quale sono membri anche  Veltroni, Carofiglio e altri, di indagare. Costui, collaborando con apposite strutture autorizzate dal ministero dell’interno francese, scoprì che si trattava di una struttura d’intelligence CIA  di alto livello con compiti di supervisione e articolazioni anche a Bruxelles e Londra. Ed è qui che l’indagine riservata, ma autorizzata, si fermò per evitare gravi complicanze internazionali. A questo punto l’indagine di Calogero entrò ufficialmente in contatto col SISMI, il servizio segreto militare allora diretto dal generale Santovito, ma le collaborazioni ipotizzate fallirono. Calogero e il suo staff ebbero però modo di verificare che la collaborazione tra Br e Autonomia operaia, con tanto di incontri periodici di coordinamento attenzionati dal SISMI, era in quel momento già nota da almeno tre anni non solo ai servizi, ma alle autorità di polizia giudiziaria competenti le quali non erano intervenute per chiara volontà di non interferire.

Ecco, il libro di Silvia Giralucci è ricco di schiarite come questa e ricostruisce in modo attendibile molti aspetti di quegli anni, soprattutto padovani. Più che il titolo” L’INFERNO SONO GLI ALTRI”, mi è sembrato appropriato il sottotitoloi: “Cercando mio padre, vittima delle Br, nella memoria divisa degli anni settanta”. Esso esprime l’approccio ispirativo: “cercando mio padre” l’aspetto problematico attuale: “nella memoria divisa”, e il contesto storico/plumbeo degli anni indagati. Il libro è centrato sui protagonisti, in particolare Petter e Calogero e propende per il punto di vista di costoro. L’obiettivo dichiarato dell’autrice è quello di “comprendere lo spirito di un periodo in cui per la politica valeva la pena di morire o rischiare di rovinarsi la vita”: E sviluppa sette capitoli intensi, che portano il segno dell’inchiesta giornalistica e della ricerca personale. Una ricerca che risponde all’imperativo presente fin dall’ infanzia nell’animo dell’autrice “capirai quando sarai più grande”.

 Abbiamo quindi una rivisitazione di quegli anni, condotta in sostanziale condivisione del cosiddetto “Teorema Calogero”, ovvero quella particolare interpretazione dei fatti che ispirò l’inchiesta 7 Aprile. Secondo quell’ottica i ruoli di Autonomia Operaia  e delle Brigate Rosse in quegli anni sono riconducibili ad un unico piano eversivo, del quale il docente padovano Tony Negri era responsabile, anche se protetto da centri occulti sovranazionali – come l’istituto parigino Hiperion appunto – e servizi segreti vari.

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I primi capitoli sono dedicati alla presentazione delle due memorie antagoniste: quella di una psicologa,chiamata Cecilia nekl testo, allora studentessa contestatrice poi arrestata nell’ambito dell’inchiesta sette Aprile, e quella del professor Guido Petter , vittima di quelle prevaricazioni, sulla base del suo diario scritto all’epoca. Il clima di intimidazione che caratterizzava le iniziative del movimento autonomo dentro l’Università di Padova viene ricostruito efficacemente soprattutto in questa seconda traccia. Poi si passa al testimonial di punta, il magistrato Pietro Calogero. Di questo magistrato, importante ancora oggi, la Giralucci si è guadagnata la fiducia aiutandolo a scrivere le sue memorie.(pg.62) Inoltre ha studiato i suoi appunti e trascorso con lui lunghe ore di conversazione. Pertanto ciò che scrive è molto affidabile.

Successivamante abbiamo la ricostruzione del ruolo svolto da Antonio Romito, testimone sconosciuto alle cronache dell’epoca, perché venne protetto e nascosto dai massimi livelli romani del PCI. Costui fu prima operaio militante di Potere Operaio, poi funzionario CGIL  e oggi è un piccolo imprenditore.

Anche la storia di Pino Nicotri, noto giornalista del l’Espresso vittima di uno dei tanti errori contenuti nella vicenda giudiziaria del sette Aprile, è ricostruita in modo molto interessante e la docente Alisa Del Re.

Tra gli uccisori di Giralucci  e Mazzola c’era Susanna Ronconi, la quale è una figura di ex terrorista nota alle  cronache politiche del 2007 perché proposta dal ministro Paolo Ferrero come consulente governativa, ma anche perché è stata recentemente rappresentata sugli schermi cinematografici come un’eroina romantica grazie all’interpretazione di Giovanna Mezzogiorno nel film LA PRIMA LINEA del regista Renato De Maria.

Questo libro fa notare l’enorme squilibrio che c’è tra il trattamento ricevuto da persone come l’assassina di suo padre e quello invece riservato a persone come Petter e Romito i quali risultano pressoché ignorati dalla memoria mediatica.

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