diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni
Di seguito commento una lettura adatta a chi non si sente padrone del
mondo.
LUCE NELLA BATTAGLIA: STORIA DI MATILDE di Barbara Garlaschelli
Una ragazza che ha il tratto fondamentale della propria vita già nel suo nome, si narra in nove pagine con un testo leggero, ma intenso, che viene intervallato da sogni di tre frasi.
MATILDE, scrive la protagonista, deriva dalla fusione di due etimi dal tedesco: mathi + hildjo ovvero forza e battaglia, mentre il nome della madre di Matilde è Lucia che significa luce. Da qui Luce nella battaglia, espressione che nei suoi toni evocativi spiega questa vita difficile, ma tutto sommato felice e serena perché la presenza della madre è la forza di Matilde. Una forza che non le danno né il suo cuore né i suoi reni, organi operati in diversi momenti della sua giovane età. Matilde infatti è “una persona normale rinchiusa in un corpo che non le sta dietro”, dice Lucia, ed è a mio avviso in quel “rinchiusa” che sta il senso della fatica di vivere che trasmette il racconto.
Anche qui come in Matteo B.Bianchi il racconto ti dona il punto di vista di una persona diversamente abile. E così scopri che in quella battaglia la luce è fatta di tanto amore, vera medicina della vita di Matilde. Attorno a questa ragazzina c’è infatti un continuo lavoro d’amore, tanto affetto che lei sente e di cui si nutre per affrontare la vita. E così la vita vince sulla morte, tante volte annunciata dai medici. Ciò nonostante “Nessuno, a parte mia madre e qualche medico, mi ha aiutata.”
I genitori ottengono entrambi il part – time pagandone il prezzo dell’emarginazione al lavoro e questo è l’unico accenno che accomuna il racconto al tema della raccolta in cui è stato pubblicato, che ricordo:”LAVRORO DA MORIRE. Racconti di un’Italia sfruttata”. Le note biografiche dicono che Barbara Garlaschelli è un’autrice, tra l’altro, di libri per ragazzi.
Con questa lettura non è male gustare un dolce, ma non un dolce esagerato, di quelli che ti tirano su dalla depressione, ma ti fanno star svegli alla notte, come potrebbe essere una Sacher ad esempio. Direi un dolce semplice, sincero e pieno d’amore: un pan di spagna con l’alchermes ad esempio.
Come musica penso che Le Nuvole di Fabrizio De Andrè possano dare il tono giusto.