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10 dicembre 2024 2 10 /12 /dicembre /2024 00:26

 

La canzone Stille Nacht viene eseguita per la prima volta il 24 dicembre 1818 durante la messa di Natale ad Oberndorf, in Austria, con l’autore del testo Joseph Mohr che canta la linea di tenore e il compositore Gruber che lo accompagna alla chitarra e voce di basso. Nei decenni successivi la canzone viene diffusa soprattutto nel Tirolo dai cori i quali la includono nel proprio repertorio itinerante e la sua successiva ampia diffusione la porterà ad essere tradotta in centinaia di lingue fino ad essere riconosciuta come un classico natalizio universale e venire dichiarata “patrimonio universale immateriale” dall’UNESCO nel 2011. La motivazione si fonda sul fatto che il messaggio di pace e spiritualità in essa contenuto trascende il contesto religioso cristiano e promuove valori condivisi dall’intera umanità.

 

Il testo è stato composto dal prete austriaco Josef  Mohr in giovane età. Nasce come poesia e solo successivamente viene proposto al maestro di musica Franz Xaver Gruber affinché ne appronti una composizione musicale per chitarra d’accompagnamento. Pare infatti che l’organo locale fosse in attesa di riparazione. Quindi il brano è concepito avendo a riferimento la chitarra. Ciò è rintracciabile nelle progressioni armoniche semplici, nell’arpeggio degli accordi e nell’aspetto melodico idoneo per uno strumento a corda. Ma soprattutto è l’evidente carattere nostalgico e intimo di tutta la canzone che viene conferito da questo strumento, la chitarra appunto, in ciò notevolmente diversa dalla solennità dell’organo.

 

 

Stille Nacht! Heilige Nacht!
Notte silenziosa! Notte santa!
Hirten erst kundgemacht
Per prima annunciata ai pastori
Durch der Engel Alleluja.
Attraverso l’Alleluja degli angeli.
Tönt es laut bei Ferne und Nah:
Risuona forte lontano e vicino:
Jesus, der Retter ist da!
Gesù, il Salvatore, è qui!
Jesus, der Retter ist da!
Gesù, il Salvatore, è qui!

 

ASTRO DEL CIEL. Adattamento italiano del1937. Grazie alla melodia familiare e al testo accessibile Astro del Ciel mantiene una forte rilevanza tutt’oggi quale canto natalizio italiano più famoso, adottato in parrocchie, famiglie e scuole. Il testo non è una traduzione ma un perfetto riadattamento alla cultura cattolica nonché alla metrica italiana. In particolare, pur mantenendo centrale il tema della nascita di Gesù, viene introdotta l’immagine della stella cometa, non presente nell’originale tedesco, ma profondamente radicata nella tradizione italiana del presepio.


 

 

 

 

 

 

 

 

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18 marzo 2020 3 18 /03 /marzo /2020 23:06

 

 

 

 

La canzone COMUNQUE BELLA di Mogol e Battisti, per “Canto-mandolino o fisarmonica” porta il copyright del 1972. E’ intestata alla Edizioni Musicali ACQUA AZZURRA s.r.l. con tutti i diritti riservati e perciò suppongo che sia finita nel calderone giudiziario che ha liquidato la società l’estate 2019.

E’ nota al grande pubblico come lato B del 45 giri uscito il 24 Aprile 1972 per la discografica Numero Uno, il disco che al lato A propone I giardini di Marzo, canzone vincente, ancor oggi cantata negli stadi italiani. E’ un gioiellino lento dal sapore intimistico che si caratterizza per il colpo di percussioni ad alto volume sul do maggiore che sottolinea la parola “BELLA”, comunque. Si tratta di un colpo emotivo oltreché musicale molto indovinato perché si pone al centro sia della melodia che del testo. La donna cantata è BELLA e ciò basta a risolvere le contraddizioni del rapporto.

La canzone in sé risulta un po’ confusa e incoerente. Il testo ricucisce insieme pezzi di diversa ispirazione, ma unificati appunto dal fatto che descrivono l’esperienza di un riconoscimento della bellezza. Una bellezza resa quasi abbagliante dalla percussione. Il battito dei piatti che accompagna l’esclamazione aggiunge al verso una brillantezza quasi esplosiva e fornisce in una battuta la chiave poetica per tutta la canzone.

Il primo verso “Tu vestita di fiori o di fari in città” evoca un tema mogoliano già noto. La donna può essere infatti la stessa del lato A, ovvero la madre vestita di nero “coi fiori non ancora appassiti” oppure la donna di strada abbagliata dai fari delle auto, quella che torna a casa al mattino quando nessuno ha freddo e la cerca più, evocata l’anno precedente in “Anche per te”. C’è qualcosa di edipico in questa madre puttana, ma ovviamente non è il caso di psicoanalizzare una canzone. Anche perché poi la stessa donna coglie rose a piedi nudi e si mette la sciarpa bianca che, appunto, ne illumina la bellezza. Ora la donna non è più in strada tra la nebbia ed anzi, ha l’arcobaleno negli occhi e nasconde sotto il seno il proprio cuore avvelenato di gelosia.

 

La gelosia è anche la chiave interpretativa del secondo verso nonché di tutta la seconda parte della canzone. Si entra infatti in una dinamica sentimentale tesa e risoluta, dove il confine tra colpa e vendetta diventa labile e incerto e anche la linea melodica si destruttura con l’inserto aritmico delle battute trentasei-trentotto: “anche quando un mattino tornasti vestita di pioggia, con lo sguardo stravolto da una notte d’amore” è sempre l’uomo narrante; ma irrompe la voce di lei (col mitico falsetto di Lucio) “so che capirai … mi spiace da morire sai”. Qui gli occhi sono arrossati, il che lascia supporre il pianto della colpa, ma “quei segni sul viso” cosa sono? Si evoca qualcosa di inquietante: violenza? E da chi? Mah, è la parte oscura del testo. Quel che è certo e che lei mente: nasconde la gelosia dietro una ipocrita dichiarazione d’amore. Per lui, il quale l’accetta subito perché: TU ERI BELLA, COMUNQUE BELLA!

 

                Sappiamo tutti che quando si è presi dall’amore per una donna c’è una parola che riassume più di qualsiasi altra quel turbinoso sentimento. BELLA.

E quasi sempre basta.

 

 

N.b.

L’arrangiamento contiene una piccola sofisticheria mettendo ad ogni conclusione di verso un passaggio modale mentre si trova in sottodominante: si passa dal Fa al Fa minore nella stessa battuta. Si genera una sospensione che prepara l’esplosione del chorus… (bella, bella bella!!). Ancora una volta grazie Lucio!

 

 

 

 

 

 

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