diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni
Nel 2005 l’ufficio di Carla presenta l’atto di incriminazione relativo ad Haradinaj, da pochi mesi eletto Primo Ministro in Kossovo. Diciassette capi di imputazione per crimini contro l’umanità e altri venti per violazione delle leggi e consuetudini di guerra. Si pone il problema del suo arresto e della sua estradizione all’Aja. Haradinaj, sorprendentemente, ma meritoriamente, si dimette e si consegna il giorno dopo rilasciando alla stampa una dichiarazione di innocenza. Nel Marzo 2006 la Camera giudicante concesse ad Haradinaj un permesso senza precedenti che gli permette il rientro in patria per l’esercizio dell’attività politica. Tale decisione è apertamente sostenuta e richiesta dalla Unmik, la forza internazionale, come condizione auspicabile per la governabilità del Paese. L’anno successivo egli stesso si riconsegnò di propria iniziativa al Tribunale per facilitare il completamento del processo.
Il 3 Aprile del 2008 egli venne assolto da ogni accusa.
Il lessico formale e distaccato del libro di Carla sorvola, forse per signorilità, sul fatto che alcune delle accuse da lei ritenute ampiamente provate, sono agghiaccianti. E devo dire che, per quanto io sia convinto che chi, come lei, acceda a quei livelli di responsabilità internazionale non possa certo essere un ingenuo angioletto, mi risulta difficile immaginare una Carla Del Ponte che inventa per eccesso accusatorio accuse come la seguente: Lo stupro di una sposa rom eseguito prima da Haradinaj e in seguito dai suoi uomini. Allo sposo sarebbero state strappate le unghie. Le altre persone sarebbero state prima costrette a mangiare le orecchie tagliate degli altri invitati del banchetto, poi sodomizzati e infine tutti uccisi. (Wikipedia)
In ogni caso all’epoca di questa dura sconfitta subita dal Tribunale, il mandato di Carla Del Ponte era già scaduto e la sua sostituzione effettuata. Appare inoltre chiaro che Haradinaj, cosi come gli altri illustri uomini di governo del Kosovo, si era sentito sicuro fin dall’inizio. L’Uck fu concepita, svezzata e coccolata negli Stati Uniti e da essi protetta. Lo stesso generale Wesley Clark ebbe svariati e continui contatti con quel gruppo dirigente e Haradinaj per tutto il periodo (tre anni) del processo ebbe continui ed ufficiali contatti ed incontri con generali, direttori, ministri, capi di stato ecc. di tutto l’occidente democratico.
Carla Del Ponte, amica e collaboratrice di Giovanni Falcone, titolare di altre decine di formidabili inchieste, ebbe a dire, in una intervista all’Espresso, la seguente, oggi lapalissiana, verità:
“… mi hanno dato l’incarico e forse non si immaginavano che avrei fatto così bene.”