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Esterno Notte di Marco Bellocchio è solo una polpetta riscaldata e banalmente semplificata. Essa mortifica la memoria di Moro e le sofferenze dei suoi cari in una versione didascalica e retorica.
Nel 2003 la ex brigatista Anna Laura Braghetti ha scritto una biografia romanzata col titolo Il Prigioniero. Da essa nello stesso anno il regista Marco Bellocchio ha tratto il film Buongiorno Notte. In esso alla fine del film il padre del Compromesso Storico esce libero all’alba e cammina per le strade di Roma. Qui sta la metaforica nonché profetica intuizione di Bellocchio: Moro è uscito simbolicamente vivo da quella vicenda perché il suo spettro gira ancora libero per le strade della repubblica ed è destinato a radicarsi nella cultura e nella sua storia. Quella di Bellocchio è una metafora che ci viene ora riproposta da Rai Fiction con Esterno Notte in forma di miniserie Tv.
In questa nuova opera il merito di Belocchio resta ancora quello di cogliere e trasmettere il graffiante senso di colpa che assilla la cultura politica italiana da ormai mezzo secolo ovvero aver lasciato uccidere Aldo Moro. Ma non c’è altro. Soprattutto non c’è la verità. Aldo Moro infatti non è stato ucciso dalle Brigate Rosse ma dalla NATO.
Quelle della stella a cinque punte sbilenca erano poco più che una squadretta di calcio parrocchiale, mentre quelle della geometrica potenza a sei punte ne erano la versione ultra infiltrata dal 1974 in poi con professionisti della guerra asimmetrica, figure specialistiche addestrate e dirette da poteri occulti innervati nella NATO il cui cervello è nascosto negli USA. Poteri illegali storici che all’epoca avevano in Kissinger il mandante generale.
Questa però è la verità storicamente accertata che non si può dire, o meglio non si può narrare al popolo per non turbarlo o meglio per non svegliarlo. Non mi è piaciuto per niente. E per quanto riguarda i personaggi come Montini, Cossiga, Morucci, Faranda ecc. che vengono mostrati come persone sofferenti da perdonare mi rifiuto di stare al gioco:
Chi e causa del suo mal pianga se stesso.