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diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni

Attenti al lupo.

Escriva.jpgCon riferimento alla morte del musicista Lucio Dalla ho notato in quersti giorni un particolare zelo mediatico. Penso che sia dovuto a due ragioni: la prima è legata al fatto che la sua morte è intervenuta in momento in cui c’era bisogno di alleggerire l’impatto negativo dei notiziari con qualcosa che suscitasse sentimenti nazional popolari positivi, la seconda è che era un personaggio gradito all’establishment. Il suo funerale bolognese è stato rappresentato dai media con la stessa solerzia di un funerale di stato. Mi domando cosa avrebbe esternato Cossiga in queste ore se fosse stato ancora vivo…

 

Perché è così gradito all’esthablishment? Perché al commiato di un artista che nella sua vita privata non aveva mai nascosto di essere gay viene riservato così ampio spazio? Ebbene penso che Lucio Dalla si sia guadagnata questa posizione di spicco per il suo comportamento in vita più che per le sue canzoni. Le sue canzoni più belle sono tutte legate alla seconda metà degli anni settanta, quando il mercato discografico selezionava i cantautori in funzione dello schieramento politico. Essere cantautori nel ’77 – 79 (in particolare a Bologna) significava essere schierati con l’estrema sinistra ma lui seppe scrivere canzoni di successo senza schierarsi. Insomma in quel frangente si comportò bene, nel senso che piaceva al sindaco Zangheri e al ministro dell’interno Cossiga. Così come si era comportato bene dieci anni prima nel frangente della morte di Tenco, quando Ugo Zatterin (importante dirigente RAI) impose di proseguire il festival nonostante la tragedia, azzittendo colleghi (Lello Bersani) imponendo ai carabinieri di portare via il corpo subito (per poi essere riportato nuovamente in camera dall’obitorio ad usum media) imponendo una falsa ricostruzione che permettesee di tutelare gli accordi tra la Rai e la RCA sulla campagna mediatica (allora primitiva) fondata sulla finta relazione con la cantante francese Dalida ecc. Questo è il suo merito. Meriti di allora, tanti anni fa. Oggi ne ha un altro: è un devoto dell’Opus Dei. E la parola devoto, per chi segue i dettami della organizzazione fondata da Josemarìa Escrivà, va oltre l’adesione interiore e implica di sostanziare la fede anche con modalità un po’ più venali. Modalità che implicano risorse che a lui non mancavano.

 

                                                                               *

 

Lucio-Dalla.jpgForse è questo che onora il commiato di Lucio Dalla agli occhi dell’establishment.

 

 

                                                           **

 

 

Per quanto mi riguarda penso che canterò ancora le sue canzoni più belle, perché sono belle da cantare. E canterò ancora anche le canzoni di Fabrizio De Andrè e di John Lennon per lo stesso motivo. Anche se quelle canzoni non piacevano all’establishment al punto da lasciar rapire il primo e lasciar uccidere il secondo sotto gli occhi dei servizi segreti.

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