diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni
Hanno tentato di ingannare il popolo, ma sono stati puniti. E’ un messaggio più o meno
segreto per gli storici, coloro che amano la storia locale al punto da rischiare anche le malattie che si prendono scartabellando tra le vecchie carte ammuffite di Govanni Soster. E questo capita
a Francesca, appassionata storica valdagnese che trova il messaggio tra i numeri dell’anno 1866, l’anno nel quale, dopo la cosiddetta terza guerra di indipendenza, l’Austria cedette il Veneto ai
Savoia.
I Savoia regnavano nella nuova Italia risorgimentale già da cinque anni, ma il Veneto era ancora austriaco e si trovò in quell’anno al centro degli scontri geopolitici delle potenze europee. Così I Savoia si allearono con la Prussia e ottennero il Veneto, accettando di subordinare la cessione ad una consultazione del popolo. Fu il cosiddetto plebiscito che ammantò l’annessione di un discutibile alone di volontà popolare.
Fu un imbroglio. I valligiani, quelli dei campi e delle contrade, erano orientati dai loro parroci austriacanti e non si scomodarono neanche ad andare a votare con la conseguenza che i rampanti locali filo-savoiardi massoni e bottegai ne approfittarono per cantar vittoria. Lo provano, nei numeri che trova Francesca, i voti di Novale, allora comune a sé, dove su 1761 votanti i favorevoli furono solo 386. Ma ci sono anche delle strane morti, solo apparentemente naturali, che insospettiscono Francesca e il suo aiutante Antonio, ammantando ancor più di mistero quel plebiscito.
E’ qui che parte la narrazione che vola a più rimbalzi, come un sasso lanciato sullo stagno, in vari momenti della nostra storia nazionale fino a giungere all’estate del 2012. E pagina dopo pagina lo fa svelandoci i retroscena di un giallo storico nel quale la sopravvivenza segreta del sentimento austriacante tra i valligiani dà corpo via via ad altrettanto segrete collaborazioni con i tedeschi nella prima e nella seconda guerra mondiale.
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Con l’aiuto del valente Antonio, “uno scettico con una testa matematica e nessuna fantasia” Francesca prosegue la ricerca appassionandosi sempre più a questa “causa persa che non interessa a nessuno” ed approda agli atti del tribunale della V armata ove trova il processo a tre complottisti condannati per tradimento ed altre tracce della segreta speranza che la strafexpedition riportasse l’Austria a Valdagno. Tra queste la notte tra il 14 e il 15 Maggio 1916, quando i valdagnesi si svegliarono con i muri tappezzati di manifesti inneggianti all’Austria.
Proseguendo poi nel racconto ci si addentra tra i segreti dell’operazione conrad e si delineano via via i tratti di una possibile organizzazione nata per liberare il Veneto dagli italiani. Una organizzazione segreta, all’interno della quale albergano e crescono le spie e gli informatori del nemico e alla quale fanno riferimento figure come i Von Staufen, nobile famiglia austriaca che si tramanda di padre in figlio le liste dei componenti valdagnesi. Una lista che grazie a Francesca riemerge dalla memoria di un ex partigiano e che costituisce il tema della narrazione dell’ultima parte del libro ove il racconto, balzando di capitolo in capitolo tra il periodo ’43 – ’45 e i giorni nostri ci conduce alla domanda che Nane Tomba si pone al bar: “Ma allora siamo austriaci o italiani?”
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L’autrice affida alle pagine di un racconto che non manca di qualche civetteria autobiografica un tema ricorrente nel suo immaginario narrativo: il rapporto stretto tra il sentimento austriacante che alberga nella memoria di tante nostre famiglie e il ricordo dei conflitti bellici e politico-sociali che da oltre centocinquant’anni mettono alla prova ogni generazione di valligiani. E lo fa anche questa volta con la tenerezza di chi sa scrivere bene e con lo spessore di chi conosce profondamente la storia.
Affidiamoci pertanto con tranquillità alle pagine di quest’autrice originale che affabula il lettore tra il fiore di maresina e la marcia di Radezky.
Annalisa dedica il suo ultimo romanzo ad Antonella Ignesti sentendosi onorata per la sua amicizia. Nel mio piccolo mi associo a questo sentimento dedicandole la mia lettura.
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