diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni
Due recenti notizie mi stimolano un sentimento e una riflessione. Il sentimento è la profonda tristezza di questa, mentre la riflessione sta con quest’altra.
Sono collegate. I farmaci sono il futuro del mercato globale. Ciò che nell’ottocento è stato per l’oligarchia carbonifera, nel novecento è stato per il cartello petrolifero, big pharma sarà nel prossimo futuro. Chi vuol comandare il global business di domani investe oggi nella ricerca e nel marketing farmacologico. E siamo già avanti coi discorsi, i signori delle pillole hanno fretta e, haimè, occorre che qualcuno si dia da fare per l’apertura dei nuovi mercati.
Di questa fretta è morta Damaris. Così come, in tutt’altra storia, sono morti per la stessa fretta Tenco, Morrison, Hendrix e tanti
altri… ma su questi incombe tutt’ora una narrazione mistica che oscura il loro vero dramma. Anche il povero Michael Jakson (sul cui corpo era già stata sperimentata parecchia roba fin da bambino)
è morto di farmaci, (drugs) ma la cosa viene ricondotta ad un contenzioso tra gli eredi e il suo medico personale. Le vere cause della morte di tante
star e di tanti atleti (perché Pantani si è suicidato?) le conosceremo pian piano, a mano a mano che lo showdown delle vecchie narrazioni decanterà. Balla su balla, la verità ci renderà liberi. E
tutto ciò risponde a precise scelte e consapevoli pianificazioni. Il tutto sostenuto dalla narrazione mediatica. Non si uccidono così anche i cavalli? Quando le nuove generazioni di farmaci
arrivano alla fase dei tests occorre accelerare l’abbattimento dei vecchi stoccaggi, al fine di evitare che le scorte strategiche escano dal mercato prematuramente. E allora si cercano le vie
dello smercio veloce: la mente dei giovani. E’ stato così nel sessantotto con l'LSD, la cui diffusione massiva fu consapevolmente pianificata e potrebbe essere così anche oggi con quei nuovi
farmaci che provocano allucinazioni profonde, esperienze extracorporee, visioni mistiche, sensazioni di ingresso in altra realtà ecc. In pratica tutta quella gamma di esperienze psichedeliche che
viene definita clinicamente come “reazioni da emersione”. E di questo ci parlano film della nuova narrazione come Hereafter, Limitless e, dopo l’allucinante angoscia di Apocalyps e Melancholy di
Lars von Trier, attendo con “ansia” The Substance, di Martin Wiltz (Svizzera 2011) che deve ancora arrivare nelle nostre sale.
Ma non sono le morti dei saranno famosi a farmi riflettere, quanto piuttosto il fatto che tanta letteratura, tanti film, tanta musica e tante altre cose che ho amato ed amo, continueranno ad essere usate come sofisticate narrazioni ingannevoli per non farci vedere l’horror vaqui di chi pianifica il proprio successo su queste morti. Poe, Stevenson, D’annunzio, Huxley, Castaneda, Le Carrè (The constant gardner) e oggi Peter Morgan (hereafter) e chissà quanti altri, ci raccontano la stessa storia: ciò che il laudano è stato per l’ottocento, la dietilammide dell’acido lisergico è stata per il novecento e l’angel dust sarà per i nostri giorni.
Non so pregare, ma canto l’anima di Damaris Tomassi con la melancholia di Dűrer e l’urlo di Műnch perché anche con lei, troppo giovane per morire a causa di tests occulti sul potere di domani, muore l’humanitas.