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diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni

Dignità per Lucio, nella vita, nella morte, nella memoria.

Industria-depressione.jpgSulla morte di Lucio Magri noto un sistema mediatico (quotidiani e telegiornali) indeciso e confuso. E’ vero che la notizia è arrivata tardi ieri sera per cui un po’ di impreparazione è accettabile, ma l’indecisione no. E’ sospetta.  Il nostro attuale sistema, quello italiano, è abituato da diciassette anni di conflitto di interesse a “gestire” politicamente la notizia. Qui da noi le notizie non vanno date per informare, ma per orientare in favore di questo o quell’altro interesse politico-finanziario. Per cui quando arriva una notizia vera, nel senso che non sia stata costruita a fini di orientamento, i nostri “professionisti” tipo Minzolini sono disorientati e devono aspettare la linea. E in questo momento non c’è nessuno che gliela dia perché abbiamo solo un governo tecnico in fase di decollo. Devo dire che c’è anche la possibilità che una qualche gestione della notizia sia stata preparata proprio dal protagonista, che pare abbia curato ogni dettagli della propria morte, vedremo. In ogni caso Lucio Magri è morto di suicidio assistito, ma gli attendisti della linea preferiscono usare intanto l’espressione “stanco di vivere”. L’espressione ha un valore tattico perché lascia aperta sia la possibilità di buttarla in eutanasia e poi sputtanarlo (tanto era un comunista) sia di buttarla sulla depressione e poi farci sopra un po’ di culto della personalità. Infatti la usano sia Il Manifesto che Italia 1.

 

Altri quaquaracchiano di depressione causata dal il suo “fallimento politico”, ovvero Lucio Magri non sarebbe riuscito a cambiare il mondo (pensa un po’…) e infine qualcun altro ancora la butta sul tenero parlando di depressione vedovile. Povero Lucio. Per me Lucio Magri è solo un uomo che, giunto alla fin della tenzone, ha avuto la possibilità di esercitare il diritto di scelta, e, buon per lui, l’ha fatto. Mentre non sarà così per altri milioni di italiani che, in questo, non saranno né liberi né eguali. E questo sì, invece, che è un fallimento.

Ora, a parte La Repubblica, molti giornali annunciano che commenteranno questa morte con l’edizione di domani (così intanto prendono la linea dai telegiornali minzolinici e vedono come si comporta il web) e sono ansioso di vedere su quale tra i temi possibili l’intero sistema si allineerà: c’è l’eutanasia, il fallimento dei sessantottini, quello del comunismo, la vedovanza del dandy ecc. In ogni caso spero che non si esageri sulla depressione e spero che non prevalga il neo-conformismo gossipparo.

Perché?

Senza nulla togliere a “Il male oscuro” di Giuseppe Berto, un romanzo  che affrontò il tema della depressione al di fuori dei pregiudizi di allora (pregiudizi che andavano dal senso di colpa morale alla “poca voglia di lavorare”), occorre oggi dire che la depressione è una nuova frontiera del neo-conformismo sinistrorso. Einaudi è appena uscita con un  trattatello Bonomi/Borgna che, a giudicare dal sottotitolo, punta a farne un tema capace di generare “nuovi orizzonti di senso” in modo tale da “salvarci dall’indifferenza e dal deserto delle emozioni”. Vabbè… Se l’elogio funebre di Lucio Magri dovesse essere un “Elogio della depressione” non credo proprio che il pensiero di sinistra ne ricaverebbe beneficio. Dietro la depressione vi sono in realtà interessi enormi, e su di essa si sta consumando una battaglia all’ultimo dollaro tra coloro che vogliono investire nei nuovi principi attivi per curarla e vogliono farlo vendendo  montagne di farmaci ai paesi del G8 – G20, e coloro che invece vorrebbero che si investisse nella produzione di principi attivi per curare le malattie dei paesi poveri aiutandoli nel loro sviluppo. Ora, cari giornalastri politicanti è meglio che non vi prestiate a questo gioco, per il quale ci sono già le lobbies bigpharma, e se anche lo dovrete fare in nome delle prebende, almeno lasciate stare l’animaccia di Lucio… Lasciate stare anche il gossip vi prego: la Castellina, Reichlin, Guttuso, Marta Marzotto, corna di qua, rivali di là ecc. Cari giornalastri, Lucio Magri è stato un uomo politico che ha fatto la sua vita come noi tutti poveri mortali e quelle non erano le orge del potere, non erano i bunga bunga del vostro padrone, erano solamente fatti suoi.

 

 Ma se infine l’elogio funebre di Lucio Magri fosse l’occasione per rilanciare la battaglia di chi vuol poter scegliere anche davanti alla morte, allora fatelo solamente indicando il suo esempio, per ciò che conta, grande o piccolo che sia. E se è vero che siete per la vita, che la vita sia dignità. La dignità dei liberi e degli uguali.

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