diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni
[27.12.2012]
E’ possibile una ripresa di interesse della opinione pubblica verso i fatti relativi alla giunta golpista argentina che tra il 1976 e il 1981 praticò una serie di delitti oggi finalmente riconosciuti e condannati a livello internazionale. Suppongo infatti che i media globali seguiranno i processi in atto sostenendo l’interessamento popolare. Alcune corrispondenze, come quella da Buenos Aires di oggi sul Fatto Quotidiano a pagina 12 (ultimo volo della morte nella memoria dell’Argentina di Horacio Verbitsky) ne sono un segnale.
Dal mio punto di vista ciò significa che i retroscena inconfessabili, ovvero le complicità di centri di potere totalmente attivi e vitali tutt’oggi, sono già stati sistemati da tempo e che vari segreti ed interessi scientifici che allora furono messi in gioco e nascosti all’interno della vicenda desaparecidos non emergeranno mai più. Nunca Mas.
Tornano però alla ribalta verità ormai largamente intuite e note, girano già articoli, come ad esempio questo, finalizzati a ravvivare l’interesse pubblico per quel tema e quindi tornano utili passate letture. Tra queste quella che ricordo con particolare piacere : LE IRREGOLARI. Buenos Aires horror tour di Massimo Carlotto - Edizioni e/o.
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LE IRREGOLARI di Massimo Carlotto – E’ una lettura accattivante per ex sessantottini terzomindisti come me e tanti altri. Lo stesso autore pone tra le righe del racconto il tema caro a quella generazione e cioè che non deve perdere il patrimonio di ricordi e di passione politica. Il cinismo del personaggio di “El Chino”, che appare poche volte, ma resta impresso perché è molto ben caratterizzato, fa poi il resto, profetizzando tutta l’amarezza di questa sconfitta politica e ideale. Ma questo aspetto malinconico è l’ultimo per importanza almeno in questo libro, il cui tema fondamentale è la desapariciòn come crimine contro l’umanità.
Mi è piaciuto soprattutto perché mi ha fornito finalmente un quadro interpretativo della storia argentina recente. El Plan Condor mi era praticamente scappato di vista negli anni settanta e, pur essendo uno che all’epoca si interessava molto di politica, ero caduto nella trappola del silenzio.
Fu un golpe in sordina. Evidentemente la CIA aveva tratto lezione dal golpe in Cile, colpo di stato che era riuscito militarmente ma con un’eco internazionale molto negativa, un prezzo politico tale da annullare all’estero ogni credibilità del governo Pinochet. Perciò la Cia aveva riorganizzato le modalità operative nel Plan Condor in termini di “guera encubierta“. Una innovazione fondamentale nelle modalità operative fu proprio la pratica della Desapariciòn, che storicamente era sconosciuta fino agli anni sessanta. Essa, che è basata su un reato, il sequestro, che non fa parte delle tecniche militari, è stata praticata in Cile dal ’73, poi in Argentina dal ’76 per essere assunta anche in Turchia (paese Nato) negli anni novanta contro i Curdi e i comunisti in genere.
La principale innovazione introdotta nell’esperienza argentina, alla luce dell’esperienza fatta in Cile, e più precisamente ciò che fa la differenza tra dittatura cilena e dittatura argentina, è però la COMPARTIMENTAZIONE dell’apparato repressivo. In Argentina, a differenza di quanto avveniva nel Cile di Pinochet, ogni detenuto veniva affidato a tre diverse squadre: la prima sequestrava, la seconda torturava mentre la terza eliminava. Col risultato che neanche i pentimenti successivi hanno permesso una ricostruzione completa.
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Il racconto di Massimo Carlotto è una sorta di diario romanzato in prima persona che si avvale di espedienti narrativi mescolati al contesto realistico. Il “plot” lo lascio al lettore. Carlotto va nel cono sur mosso da un debito d’onore verso un suo amico combattente rivoluzionario degli anni passati e a Buenos Aires scopre che il suo cognome è molto famoso. Seguendo questa curiosità viene coinvolto nella vicenda delle madri e le nonne de Plaza de Majo. Donne che cercano la verità sulle sparizioni dell’epoca del golpe. Ecco alcune di loro:
Estela Barnes De Carlotto – Figlia di immigrati di Arzignano, il capitolo decimo ne descrive il racconto. Il caso è molto toccante e mostra l’alternativa psicologica (antropologica)al funerale, l’importanza del corpo nell’elaborazione del lutto.
Rita dei montoneros : “Nos van hacer boleta, Carlitos” E’ uno dei pochi casi che ha visto la restituzione del corpo desaparecido (i genitori avevano pagato all’inizio). (pg 85)
LITA, Angela Paolin ved. Boitano andò a Puebla da Wojtyla nel febbraio 1979, ma era spiata e aveva dietro un infiltrato. Il Papa (Giovanni Paolo II) pronunciò poi la Parola “desaparecido” in ottobre. Lei era aiutata da Giovanna Ferraro Bettanin di Thiene a da Raniero La Valle (il quale all’epoca era spesso presente dalle nostre parti). Carlotto la presenta in pratica come la vera autrice del processo italiano, che fu un momento importante per l’apertura della strada verso la verità.
Infine il Personaggio di Hebe de Bonafini. Qui il racconto di Massimo, che è parente di Estela, rivale e contrapposta ad Hebe, descrive bene la sua visita nella sede del comitato e rende giustizia al personaggio quando riporta le sue parole nelle pagine successive: “ … l’unica lotta che perde è quella che si abbandona.” Nelle parole di questa madre de Plaza de Mayo, che ha un’impostazione intransigente e radicale, si può ravvisare una contraddizione rispetto al bisogno antropologico di piangere sul cadavere del proprio caro per elaborare il lutto e superare il trauma affettivo della morte. Hebe infatti dice: “ Noi non vogliamo tombe su cui piangere, perché non c’è tomba che possa rinchiudere un rivoluzionario.” Poi aggiunge altre parole toccanti che mostrano una sapiente capacità di mescolare forza militante e sentimento materno: “ I nostri figli non sono cadaveri, sono sogni, utopia, speranza… Sono quello che furono, che pensarono, che cantarono, che scrissero che soffrirono.” Il risultato è che i due movimenti, quello di Hebe e quello di Estela sono divisi e mentre il secondo sta riscuotendo successo con il processo in Italia e il riconoscimento del Papa, il primo è considerato un movimento di IRREGOLARI anche dal governo democratico (nel senso di post golpista) argentino.
Da qui penso derivi la prima parola che compone il titolo del libro. E il fatto di porla in cotanta evidenza riequilibra il taglio che il testo dà a tutto il racconto carlottiano. Nel racconto infatti, che secondo lo standard noir è quasi totalmente pura verità presentata come fiction, il protagonista non va in Argentina per scrivere sul movimento delle madri de Plaza de mayo, ma per indagare su suo nonno. Poi, solo a causa dell’omonimia con Estela, viene coinvolto nella vicenda dei desaparecidos. Quindi nel racconto viene dato più spazio al personaggio e al movimento di Estela, sacrificando di fatto Hebe la cui impostazione forse è più vicina al sentimento politico dell’autore. Perciò il titolo viene dedicato al movimento di Hebe, come una sorta di compensazione.
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Ci sarebbe molto altro da raccontare perché il libro è emozionante anche per chi lo prende come una lettura narrativa e basta.
In ogni caso si tratta di un bel libro e di una vicenda impressionante. Che finisce con taglio ironico e malinconico. Un taglio che, pur toccando le corde più sensibili della mia generazione, non perde mai l’equilibrio e pone al centro la necessità di regolamentare la pratica della “Desapariciòn” in quanto “crimine contro l’umanità”, ovvero un tipo di reato che non può essere prescritto. (pg 196) La definizione è ONU e contempla quattro reati: sequestro, tortura, omicidio e occultamento di cadavere. E’ interessante osservare come essa si adatti a tanti episodi di “lupara bianca” mafiosa. Ne ricavo la considerazione che con un potere che pratica crimini contro l’umanità non si può trattare perché il suo reato non si estingue mai. E questo mi sembra applicato dalla comunità internazionale nei casi Karadzic, Milosevic ecc. mentre il nostro Stato con la mafia ci ha trattato eccome, proprio negli stessi anni di cui narra il libro. Fine dello stragismo in cambio di riconoscimento e protezione (sia pur riservate). E’ opportuno anche non dimenticare i legami mafia Gelli e Gelli dittatura argentina, il piano di Rinascita Democratica ecc.
Altre letture alle quali questa rinvia, anche se un po’ datate, potrebbero essere: “Ai soli distanti” di Stefano Tassinari, oppure “Il Volo” Feltrinelli, scritto da Horacio Velbitsky.