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diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni

Minuteria per commentar de’ libri.

libro-bambino.jpgEscrivà de Balaguer verso la fine degli anni trenta, diede alle stampe la sua opera Camino (Madrid, 1939). Vi sono, tra l’altro, le disposizioni a non comprare libri senza chiedere consiglio a “persone cristiane, dotte e giudiziose”; si eviterebbe così di comprare cose inutili o nocive. “Quante volte si crede di portare sotto il braccio un libro… e si porta un carico di immondizie?” - si chiedeva il fondatore dell’Opus Dei – Ecco, è questa idea che accomuna il libro di cattiva qualità all’immondizia, i rifiuti, che mi solletica. Oggi i libri sono tanti, proprio come i rifiuti, e fin qui sono d’accordo anch’io, ed è innegabile l’esigenza di una migliore qualità.

 

Ma l’idea che la qualità dei contenuti da mettere sul mercato sia stabilita da un ordine religioso mortifica il mio sentimento etico.  E’ la logica dell’Index librorum prohibitorum di infausta memoria. Una logica che sembrerebbe non gradita al marketing editoriale, almeno stando al buon senso. Ma temo che non sia così. Temo che anzi essa sia gradita in quanto logica che imprigiona la parola sul foglio della carta per sottometterla al controllo del 451° grado Fahrenheit.   Quanti sono i numerari o gli aggregati insinuati nei consigli di amministrazione delle case editrici? Quanti sono i controllori occulti delle nostre coscienze che però poi transigono in nome degli obiettivi di fatturato editoriale?

 

 

Ovviamente non sto affatto chiedendo censura. Al contrario sto indicando che costoro calpestano l’insegnamento di Matteo (13:22) laddove egli ci ammonisce ricordandoci che colui che ha ricevuto il seme tra le spine è colui che ascolta il mondo, ma è proprio la cura di questo mondo,  assieme all’inganno della ricchezza, che soffocano la parola e la rendono infruttuosa.

Ma paradossalmente temo che Matteo non sia poco, ma troppo ascoltato in tali consigli di amministrazione. Solo che questo è quel matteo che ‘ssemina il denaro nel nuovo circolo delle scorie. A-dentro-l-Opus-Dei.JPG

 

Ahimè, demone verboso, mortifica la carne e rigonfia il profitto a cagion dei membri d’Opera. Ma è inutile affliggersi, non ne vale proprio la penna, verrebbe da dire, sapendo che anche i Domenicani, dotti e fedeli, nel secolo in cui nasceva la contabilità mercantile, a partita doppia, difronte alle novità delle proto-stamperie ammonivano: /Est virgo hec penna/ meretrix est stampificata.

 

Avevano già capito che se la penna è vergine, la stampa è puttana.

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