diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni
La lettura de “Obiettivo Siria , uscito lo scorso ottobre, di Catalucci e Bowie, due scrittori di geopolitica dal taglio
giornalistico, mi ha aperto la visuale su di una serie di fonti che non conoscevo. Innanzitutto Russia Today che ho consultato in Podcasting per varie ore servendomi di RT – Youtube, ma anche vari altri siti italiani tra i quali quello di Franco Cardini che ha scritto la prefazione.
Il discorso di Cardini è molto diretto e argomentato. La sua tesi di fondo è che le cosiddette primavere arabe non meriavano affatto gli “incauti entusiasmi “ dei quali furono fatte oggetto prima della caduta di Geddafi. E proprio il finale di quell’intervento ha mostrato la vera natura delle spinte destabilizzanti dell’area africana. Geddafi “ aveva cominciato ad intralciare gli interessi britannici e francesi in Libia , opponendosi contemporaneamente alle speculazioni di alcune multinazionali nei lucrosi campo dell’acqua e del petrolio.”
Egli conclude constatando amaramente che i fondamentalisti libici sono di nuovo alleati dell’occidente come negli anni novanta in Afghanistan e che prima di prendere posizione in favore dei cosiddetti liberatori dal “tiranno “ di Damasco occorrono molta, molta, prudenza e maggiori informazioni.
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Quindi prende corpo un libro che permette un punto di vista molto più indipendente di quanto ci offra la nostra TV codina. Esso è organizzato grossomodo in tre parti la prima delle quali ricostruisce una cronologia ragionata della insorgenza siriana dal 2008 alla prima metà del 2012. Si concentra inoltre sulla architettura dell’insorgenza, una parte corposa, ricca di indicazioni per fonti di informazione alternative, della quale richiamo il rapporto Human Right Watch del Marzo 2012, preso in considerazione dall’ONU, che porta un titolo definitivo:” Siria: i gruppi armati di opposizione commettono abusi”. Tale rapporto indica chiaramente che “i militanti dei gruppi di opposizione siriani, così come i ribelli fiancheggiati dalla NATO in Libia sono senza legge e senza principi. Estremisti settari presentati come “attivisti democratici” e civili disarmati dai media occidentali.”
Altro punto da sottolineare è il rinvio al Nubian Sandstone Aquifer System (pg 75) il sistema di acqua fossile più grande del globo e le manovre strategiche che su di essosi stanno facendo alla faccia dei popoli africani in vista dell’atteso deficit globale di acqua potabile previsto da importanti agenzie attorno al 2030. In pratica in questa parte del libro viene ricostruito tutto il profilo speculativo di interessi che potrebbero giustificare gli attacchi all’assetto geopolitico nordafricano e mediterraneo.
Si tratta insomma di duecento cinquanta pagine intense ed efficaci utili a chi vuol capire cosa sta succedendo servendosi della propria autonomia di pensiero e del confronto tra diversi punti di vista. Una lettura che, se da un lato rafforza la mia preoccupazione per la violenza mediatica con la quale l’occidente sta violando ogni principio di verità e strumentalizzando quello che ieri veniva chiamato diritto di autodetermiazione dei popoli, dall’altro costituisce in sé la prova dell’esistenza di una informazione alternativa.
Si conclude con la testimonianza di un uomo di fede, padre Daniel Maes del monastero di San Giacomo interciso, che si trova a 90 km da Damasco. Egli è un sacerdote ordinario norbertino dell’abazia premostratense di Postelse e le sue parole sono serene, ma ferme. Egli indica la Massalaha o Riconciliazione come unica prospettiva di lotta per la preservazione della Siria. Nella sua testimonianza infatti “gli interventi stranieri non sono la soluzione ma la causa della violenza”. (vedi)
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Ora la Siria è sotto attacco, è una aggressione esterna, un attacco illegale nel quale sta svolgendo un ruolo primario l’emirato del Qatar attraverso l’organizzazione dei Fratelli Musulmani che ha sede a Doha, a Washington, a Londra e Bruxelles e mira a produrre una caduta di Bashar al-Assad al fine di cogliere obiettivi geostrategici al di fuori delle linee ONU. Che il 2013 vi porti la Pace.