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diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni

Piazza Fontana e le parole di Benedetta

Mi piace la Tobagi. Oggi è su la Repubblica con un commento sul film di Giordana relativo a Piazza Fontana. La trovo intelligente, frizzante e sincera. Chiaro che il suo backgorund di vittima del terrorismo la rafforza, ma sono convinto che lei non ne avrebbe bisogno. Sa scrivere e ragionare di suo ed è piacevole da leggere tanto quanto vederla sorridere in TV.

Inoltre sono perfettamente d’accordo sul suo giudizio: vi sono delle “libertà autorali” che giustificano pienamente il volume di dibattito che sta montando su questo film. Segno che quel fatto ci divide ancora, ma proprio per questo è un fatto che ancora parla e insegna. Dice benedetta:” … ho ammirato quanti contenuti questo film riesca a veicolare a un grade pubblico. Non è poco, anzi: è moltissimo

 

Sono andato proprio ieri a vedere questo film (Romanzo di una strage) e l’ho apprezzato anche se mi sono dovuto fare una settantina di chilometri tra andata e ritorno, visto che Valdagno ormai è solo per B-movies, e sono d’accordo con Benedetta. Il film mostra uno Stato tragicamente lontano dalla Costituzione formale, uno Stato ancora innervato di residui fascisti. Inoltre rinnova la vergogna e l’indignazione per l’ostinazione con la quale ha fabbricato e sostenuto per decenni le “piste rosse” totalmente false e pericolose, in uno scontro sociale fortemente suggestionato da ipotesi di lotta armata.

                                                                       ** 

Ma il punto più alto del suo articolo lo trovo nel finale, laddove dice: “Guardare il male in faccia è un rito iniziatico. E’ la premessa per fare diversamente, tenendo in vita le motivazioni e il senso della resistenza al male e alla forme più perverse della ragion di Stato di tanti uomini e donne di buona volontà, travolti dal fiume violento della storia, a cui dobbiamo i valori e le parti migliori della società in cui viviamo.”

 

Per quantio mi riguarda, nel mio piccolo, faccio mie queste parole e mi auguro che si avveri anche l’altro suo aupicio: “Magari in qualche scuola si spingeranno perfino a lavorare su qualche sentenza, un lavoro utile per la formazione della coscienza critica e storiografica degli studenti: gli atti dei processi sono oggi tutti digitalizzati.”

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