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diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni

PIETRO IN DIRETTA, un racconto di Matteo B. Bianchi

Vedere il mondo dal punto di vista di un disabile con spina bifida e idrocefalia, che sta in sedia a rotelle non sembra una prospettiva accattivante. Forse è per questo che l’io narrante di questo racconto rivela questa sua condizione solo dopo la prima pagina, ovvero dopo averti pienamente convinto che vale la pena leggerlo tutto. E’ formidabile.

La qualità letteraria di questo racconto sta nell’originalità e la efficace semplicità con cui Bianchi ti mette sulla sedia a rotelle, in un ambiente di lavoro fatto anche di dispetti e di barriere per coinvolgerti nella problematica emotività di un disabile. Alla fine ovviamente ne esci più che convinto della necessità di fare qualcosa contro le barriere architettoniche e ne esci consapevole di cosa possa essere la televisione coi suoi programmi per persone che non hanno la vita standard. I conduttori sono gli amici di Pietro, il disabile che racconta, e sono anche i suoi confidenti, i personaggi che sanno offrirgli una chiave affettiva della realtà. Da Ambra a Maria De Filippi fino a Mike Bongiorno, che appare in bagno, il bagno delle donne perché quello degli uomini ha un gradino, come un’entità mistica che lo consola: “Allegria, Pietro. Allegria.”

 

Pietro puzza davvero o no? In quelle accuse c’è solo malvagità o anche un briciolo di fondamento? Il lettore è libero di pensarla come crede, ma in ogni caso c’è qualcosa che si potrebbe fare e che invece non viene fatto… e quello è un ambiente di lavoro, non un programma televisivo. 

Insalata per Pietro.Pranzando con Pietro mangerei un’insalata di fagiolini con mozzarelline e olio d’oliva. Ci starebbero bene anche delle patate lesse con fagioli borlotti, ma è meglio stare attenti al gonfior di pancia…

Se la giornata è calda ci starà molto bene invece del pomodoro datterino. Ne esce un piatto tricolore che simbolicamente ci richiama alle nostre responsabilità: siamo di fronte a Pietro e a quelli come lui; ci decidiamo o no a superare i nostri pregiudizi? Continueremo a tagliare le spese pubbliche perché sono “improduttive”? Continueremo a togliere loro la parola con le offese come si fa in parlamento? Dico: non in fabbrica, ne bagno degli spogliatoi, nel PARLAMENTO DELLA REPUBBLICA!

 

Come vino suggerirei un bicchiere, non di più, di bianco fermo trevigiano. Niente bollicine, neanche nell’acqua, perché danno un’allegria artificiale, quando invece quella autentica è dentro di lui.

 

La musica giusta potrebbe essere nelle canzoni più ironiche di De Gregori… sotto le stelle del Messico a trapanàr.

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