diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni
Quando 1 + 4 = 10, e dieci, da sola, dà 5, allora stiamo giocando ad una specie di cabbala
maccheronica. Infatti “uno” ha tre lettere, “quattro” ne ha sette e la somma delle lettere di “uno” con le lettere di “quattro” dà “dieci”, che di lettere ne ha
cinque.
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I numeri vengono rappresentati convenzionalmente con la grafia araba adottata nel tredicesimo secolo, ma sono anche parole, parole composte con lettere che vengono prese da un determinato alfabeto che contiene una precisa ed univoca sequenza di caratteri a seconda di quale sia la lingua cui appartiene. E una parola è tale sia nel senso di “vocabolo” cioè una sequenza convenzionale di suoni pronunciati con la voce, ma anche nel senso di “lemma”, ovvero una parola rappresentabile nella scrittura con una sua propria e precisa grafia. Ecco, la mia cabbala maccheronica consiste appunto nel saltellare sfarfalleggiando tra i significati della cifra numerica e quelli della cifra letteraria. Con risultati esilaranti…
Quattro e 4 fan 31
Prendiamo per esempio la parola “quattro”. In lingua italiana il suo grafo verrà composto con 6, (attenzione: 6, non 7) diverse lettere disposte secondo una precisa sequenza. Tale sequenza è: “quindicesima+diciannovesima+prima+diciottesima+diciottesima bis+tredicesima” lettere dell’alfabeto italiano. Il che, tradotto in cifre arabe dà 84, perché 15+ 19+1+18+18+13 = 84. Ma ottantaquattro non ha 14 lettere, cioè 1 e 4? Allora dà 10, nel senso che 1 + 4 = 10… come abbiamo già spiegato. E siccome dieci, presa da sola, dà 5 essendo la parola cinque composta di 6 lettere e “sei” è composta con diciasettesima +quinta +nona, allora otteniamo 31. Infatti 17+5+9 = 31, che significa appunto 4 (perché 3 +1=4).
Pertanto possiamo solennemente affermare che “ 4 “ e “quattro” , alla luce dell’alfabeto italiano, hanno lo stesso significato cabalo-maccheronico: fan 31. Occorreva proprio dimostrarlo?
Non ci sfugga poi che quattro, secondo il mitico Palazzi, dizionario della lingua italiana che ha avuto ruolo fondamentale nella mia formazione, è anche un sostantivo. Come sostantivo maschile (s.m.) è molto ricco di significati, pensiamo ad esempio ad espressioni come far quattro salti, far quattro passi oppure dirne quattro o farsi in quattro una vasta gamma di significati che vanno da qualcosa di piccolo, fino ad esprimere determinazione, cura e dedizione. Inteso al femminile invece (s.f.), cioè “le quattro”, il sostantivo indica un orario. Entriamo quindi nella sfera temporale con una indicazione precisa, univoca e ineccepibile: alle quattro. L’unica ambiguità può essere quella di stabilire se si tratta delle quattro di mattina o di pomeriggio…
Un’altra combinazione di significato è quattro e quattr’otto, che intesa sul piano delle cifre (4 + 4 = 8) è aritmeticamente ineccepibile, ma inteso letteralmente significa in breve tempo. Può succedere poi che uno si conceda uno svarione diciamo così “alla francese” nel qual caso il lemma “quattr’otto” viene a significare trentadue esattamente come il francese quatre-vint significa ottanta. In questo caso però dobbiamo stare molto attenti perché ci ritroviamo in piena fuga mistica essendo 36 (perché 4 + 32 = 36) il risultato di 6 moltiplicato per 6 cioè la formula che ci porta al cospetto di Eloh, l’Onnipotente… e, considerato il mio spirito ancora giovanile, non mi pare proprio una scelta da fare “in breve tempo”.
Ma se finora abbiamo incontrato il 31 e il 32, prepariamoci ad incontrare il 33, lemma che come numero indica gli anni di Cristo e la perfezione spirituale del mahatma, ma che come sostantivo (rigorosamente maschile) secondo la perentoria affermazione del Palazzi di pagina 684, nonché ribadita a pagina 1275, significa massone.