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diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni

TEMPO PARZIALE, di Carmen Covito

Vedo in televisione che gli operai tornano a farsi notare. Di solito gli operai non li fanno più vedere per televisione… non sono "trendy". Mah, forse sarà perché guardo solo la fascia mattutina. Certo che questi che si vedono sono molto incazzati! Beh, devo dire chWe-can-do-it-.jpge io, che sono un uomo libero, propendo istintivamente per loro. Non conosco niente di quella situazione (Fincantieri ecc.) ma il cuore mi dice che hanno ragione loro. Alla faccia di tutte le analisi sociologiche, la globalizzazione ecc. A volte penso che la globalizzazione non sia altro che un sistema di balle globali; del resto lo dice la parola stessa… Mi riprendo quindi questo libretto dell’Einaudi, LAVORO DA MORIRE e gli occhi mi cadono sul racconto di Carmen Covito. Ecco, si. Lo rileggo e lo commento. In fin dei conti è un piccolo, intimo, gesto di solidarietà da lettore.

 

Non parla di operai, parla di una impiegata, ma sempre lavoro è, quello vero, fatto di rogne, problemi e forse questo giovane personaggio della protagonista non è molto diverso da mia figlia.

 

E’ un testo veloce e graffiante, scritto in modo giovane, col piglio di chi integra un lessico lavorativo da laurea con master in ingegneria gestionale con tanto spirito di competizione e ansia della performance. E’ il lavoro visto dalle giovani generazioni, in questo caso una donna. Una donna che diventa madre con lo stesso spirito col quale fa la manager e scopre che la maternità cambia la vita, ma le regole del lavoro e la sua organizzazione non la considerano compatibile col lavoro. La storia mette il focus sul part – time, istituto tutt’altro che gradito dalle moderne organizzazioni e si sviluppa bene, in modo che appare molto documentato e veritiero. Procedendo poi si vede che ancora meno viene gradito il ricorso alla consigliera di parità. E infine, considerandolo nel suo insieme, si vede che anche se il focus problematico e il titolo del racconto vengono centrati sul part – time, vero mito della moderna madre lavoratrice, in realtà il tema del racconto aggredisce il rapporto tra la maternità e il lavoro. Anche se qui la maternità della protagonista viene tollerata anche perché le colleghe sono donne, si vede bene come essa sia una complicazione forte per la carriera lavorativa e come in definitiva fare la madre finisca per essere una scelta di autonomia dal lavoro, se non addirittura una scelta contro di esso.

 

Mi interessa la scrittura, ricca di effetti un po’ fumettistici, ma gradevoli, stemperati con un ritmo incalzante, sintetico ed efficace. Qui la Covito scrive un racconto che ha un retrogusto tipo curriculum, ma è buona letteratura. Ci vedo molta capacità di scrivere, capacità di guardare onestamente alla realtà e trasformare creativamente lo spunto sociologico. La Covito non è giovane. Questo racconto penso sia stato scritto nel 2008 e quindi all’età di sessant’anni ma è di notevole freschezza e pesca nello slang giovanile.

Ottimo esempio di professionalità per l’autrice de “LA BRUTTINA STAGIONATA”.

 

Grazie Carmen. Penso che anche questa generazione, coma ha saputo farlo la mia, saprà farsi valere.

 

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