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diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni

Weekly 23

Weekly 23

Giancarlo (Re Juan Carlos) abdicherà per salvare la corona. Un altro caso di ricambio generazionale accelerato da impopolarità. Ora aspetta una legge che ne recepisca l’atto ed ha una certa fretta perché il parlamento attuale contiene ancora rappresentanti dei partiti (socialisti e democristiani) che a suo tempo lo legittimarono alla fine del franchismo. Ma egli sa bene che in caso di nuove elezioni proprio tali partiti potrebbero sparire (più o meno); inoltre i catalani ne hanno le balle piene e vogliono starsene in Europa per conto loro, senza le anacronistiche intermediazioni monarchiche. Se riesce quindi a far approvare la successione con questo parlamento può assicurare la successione a suo figlio.

Dice che il figlio rappresenta la stabilità. Certo, la stabilità della monarchia se gli andrà dritta… ma è possibile che alla fine la monarchia ceda il posto alla repubblica in nome della salvaguardia della nazione, come del resto fece Umberto di Savoia nel ’46.

Qualora la monarchia spagnola se ne andasse definitivamente resterebbero solo gli anglosassoni e i nordici, i quali hanno capito fin dai tempi di Cromwell l’aria che tira e si sono premuniti in tempo utile. Auguri Felipe VI !

P.S. Non sfugga che lo ha comunicato al mondo il giorno dopo la conclusione della riunione del Bilderberg a Copenaghen.

[8 Giugno 2014]

In settimana c’è stato anche un finto G7 in cui in realtà nessuno ha deciso niente e ci son stati solo colloqui bilaterali. Anche questo pseudo G7 è avvenuto in coda alla riunione del Bielderberg. E’ stata scaricata l’potesi di riciclare Lagarde, la quale, pare, sta tenendo duro contro l’ipotesi di utilizzare gli aiuti monetari FMI per pagare i debiti energetici della vecchia Ukraina. Il che per Poroshenko non costituisce buon viatico, ma mi pare più che giusto. I soldi FMI vanno usati per il rilancio interno, per i vecchi debiti bisogna trovare altre strade.

Il vero evento global è stata la celebrazione in superpompa del cosiddetto D-Day ovvero la commemorazione dello sbarco in Normandia. Lì si che c’era Putin. Ci mancherebbe. Stampa e TV si sono comportate in modo equivoco, lasciando credere a chi non conosce la storia che a battere Hitler sia stato quello sbarco. Certo gli americani sono stati decisivi d ebbero molte perdite, ma quelli che hanno battuto i tedeschi sul campo sono stati gli eserciti dell’armata rossa.

In pratica si è trattato di una messa in scena franco-americana per rifare il maquillage ad Obama e compensare mediaticamente le sconfitte di un anno intero in politica estera.

L’Italia nel frattempo ha sparato sui media il caso Mose per far credere al mondo di voler combattere la corruzione…

E la Merkel, che ci sa fare, ha trasformato nei fatti quell’evento nel vero G8.

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