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diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni

Siria, l'unico modello è il dialogo.

 Siria, l'unico modello è il dialogo.

[25, Agosto 2013]

Peggiora la situazione in Siria. Il Sole 24 Ore dedica spazio alla questione mantenendo una certa cautela. Non ho confrontato tale posizione con altri quotidiani di oggi ma direi che siamo nettamente più vicini alla Merkel che a Hollande. Condivido tale posizione. La Francia a mio avviso si trova in grave crisi economica, molto peggio di quanto non appaia, e punta sul militare perché costituisce, nel suo apparato industriale, un terreno con più chaches di crescita rispetto ai competitors europei. Evidentemente al governo socialista (si fa per dire) non basta riprendersi, vorrebbe primeggiare. Ora si fa bello per il successo che, pare, abbia avuto la sua missione in Mali ma copre la terribile violenza usata prima in Algeria dal suo governo amico e ancor prima in Libia dai cosiddetti “ribelli” a pagamento.

Alberto Negri invece parla di “spaventoso campo di battaglia e di crimini contro l’umanità che contagia tutta la regione”. Di solito era lui quello cauto. Ma stavolta evoca i cruise “già puntati contro il palazzo di Assad in cima alle alture d Damasco”. Perché? Che bisogno c’è di tanta violenza retorica? Forse per coprire le cose che dice nell’altra parte del articolo, dove dice apertamente che in Siria:” a foraggiare il frammentato fronte dei ribelli ci sono la Turchia, l’Arabia Saudita, il Qatar e le monarchie del Golfo”.

In queste ore si parla anche del cosiddetto “modello Kossovo”. Magari elogiando l’abilità di Clinton in quel frangente a dribblare il veto ONU coprendosi con la NATO. Vari notiziari insistono infatti nell’idea di unire un fronte di “nazioni responsabili” anche al di fuori di ogni mandato ONU per attaccare la Siria.

Se l’arroganza occidentale continua ad umiliare in questo modo l’ONU si torna alla barbarie, con la differenza che oggi si tratta di una barbarie nucleare globalizzata.

Ma sono andato a vedere che cos’è veramente questo modello Kossovo. Ebbene il cosiddetto modello Kossovo non funzionerà in Siria. In tutto vi furono 73 giorni di bombardamenti, più di 300 strikes aircraft, che distrussero 34 ponti, il 57% delle riserve di petrolio serbe e tutte le raffinerie yugoslave. Milosevich aveva un forte consenso tra i serbi grazie soprattutto ad un accorto uso dei media. Perciò la NATO il 23 Aprile 1999 attaccò e distrusse la TV nazionale Serba e la Radio. La foga bombarola si spinse fino ad inviare i B 52 ed altri Stealth Bombers in missioni da 30 (trenta) ore di volo con partenza dalla loro base del Missouri. Vennero lanciati in tutto 300 missili Cruise. Vennero colpite le prigioni e venne bombardata l’ambasciata cinese a Belgrado. Venne completamente disastrato l’impianto chimico di Pancevo, completamente dedicato ad usi civili, sversando consapevolmente 8 (otto) tonnellate di mercurio nel Danubio. Vi furono gravissime emissioni di cloro gassoso ed altri gas la cui combustione incontrollata causò la produzione e la dispersone ambientale di diossina in quantità. Paradossalmente questa apocalisse di bombe democratiche fu contenuta rispetto ai piani NATO dal cattivo tempo che impedì in varie occasioni bombardamenti più massicci. L’informazione occidentale cercò di sfruttare l’avversità atmosferica accampandola come scusa per i numerosi errori e fallimenti di obiettivo che si verificarono sotto gli occhi di televisioni straniere. Ancora oggi vi sono militari, soprattutto italiani, che muoiono di cancro in conseguenza delle esposizioni radioattive connesse con i materiali utilizzati dall’aviazione americana. La quale nega tutto ovviamente… Insomma un macello vergognoso ed imperdonabile.

E’ questo il modello che i consiglieri anziani di sicurezza convocati a Washington da Obama stanno valutando per la soluzione del conflitto siriano?

Se credessi in Dio potrei chiedere la sua pietà, ma posso solo accontentarmi delle parole di un uomo che oggi, in una grande piazza gremita di persone che ci credono, ha chiesto “alle forze siriane e ai ribelli” di deporre le armi per lasciare spazio al dialogo, l’unica vera alternativa alla distruzione dell’umanità.

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