diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni
Le reti occidentali hanno diffuso simultaneamente le immagini, accompagnate dalla notizia secondo la quale l’esercito siriano avrebbe attaccato la propria popolazione, soprattutto bambini, nella zona est di Damasco in coincidenza con la visita degli ispettori ONU per armi chimiche. La parte assolutamente non credibile, al limite del ridicolo, della notizia riguarda l’idea che Assad nel momento in cui può dimostrare al mondo che il popolo siriano è sotto attacco dei ribelli si dia una così clamorosa zappata sui piedi.
Il Corriere della Sera del giorno dopo scomoda l’esperto giornalista armageddone Guido Olimpio per un servizio dal quale si capisce che il problema sono gli stock di gas bellici diffusi nell’area fin dai tempi di Nasser. Si sfoggiano commenti di vario genere ma tutti improntati alla criminalizzazione di Assad. Tra le righe si lascia filtrare la possibilità che siano i “ribelli” ad usare i gas, ma certo non con testate di razzi e missili.
Insomma un gran polverone. E non solo in senso figurato, si mostrano ad esempio filmati di repertorio nei quali si vede il lancio di un razzo rasoterra, in zona desertico-sabbiosa, sollevare un enorme polverone rosso mentre la voce fuori campo parla insistentemente di nuvole gassose che si levano tra gli edifici urbani. L’effetto comunicativo è tale da far credere che quella nuvola rossa che si vede sia una nuvola di gas tossico. Se poi l’immagine cambia e s vedono bambini intossicati in situazione di pronto soccorso il messaggio a questo punto è chiaro: il governo siriano lancia missili a testata chimica sui bambini indifesi.
La notizia in realtà sarebbe un’altra: il Consiglio di Sicurezza dell’ONU non intende dispiegare forze militari in Siria e gli alleati dell’area NATO stanno valutando una azione militare unilaterale per deporre Assad. La Francia, che vanta il successo di aver normalizzato il Mali, si fa prima voce in tale richiesta.
La televisione americana NBC lo dice chiaramente e addirittura mostra slides ai telespettatori in cui considerano le tre opzioni possibili (sempre per chi vuole fare la guerra ovviamente, perché l’altra opzione, quella della PACE, non viene neanche presa in considerazione). Le tre opzioni sarebbero: No Fly Zone, Armi ai ribelli e, haimè, invasione militare. Si prepara un altro dramma come quello iracheno? Non si può escludere purtroppo.
Gli elementi ci sarebbero tutti: dittatore e armi di distruzione di massa comprese. Peccato che è una favola. Un’altra insopportabile palla di regime. La stessa ministra Bonino fa fatica a reggerla e dichiara di andarci piano. L’opzione della pace infatti ci sarebbe, anche se non rilancia il PIL, e consiste nel lasciare senza armi i ribelli i campo, i quali sono divisi e pericolosamente sbilanciati verso Al Quaeda. L’evoluzione egiziana in fatti ora, a differenza di un mese fa, esclude l’illusoria alternativa anti Qaedista rappresentata dal fratelli musulmani.
Sono i giorni in cui la scarcerazione di Mubarak dimostra il fallimento delle strategie golpiste mascherate da primavere arabe. E con la caduta di questo scenario il Qatar ne esce indebolito a favore dei Sauditi. Non dimentichiamo che Israele non ha più in questa fase la possibilità di condizionare l’occidente sul piano finanziario attraverso la lobby della kippàh e pertanto cerca di rilanciare l’opzione militare in alternativa a quella finanziaria. Il punto è che la NATO per poter reggere i costi del nuovo riarmo (soprattutto in termini di security telematica) dovrà accettare la nuova dipendenza dalla lobby con la Kefiah. E in vista del nostro semestre, ma soprattutto in vista della nomina dell’italiano Frattini a segretario della NATO, i soldi bisogna trovarli senza fare tanto gli schizzinosi.
Peccato per quei bambini. Loro non centrano proprio niente, ma la loro morte è così telegenica che può rilanciare l’economia dell’impero.