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diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni

Appunti del gufo

Appunti del gufo

Leggo l'articolo "coalition of the wary" del settimanale americano TIME.

Gli Stati Uniti anno costruito una fragile rete di alleanze per affrontare ISIS. Reggerà questo scalcagnato gruppo di partners?

~~L’articolo è firmato Michael Crowley /Jidda e fa in pratica un bilancio riassuntivo del giro che ha fatto KERRY a metà Settembre per cercare alleati ai bombardamenti.

L’aspetto interessante è che dà un giudizio piuttosto scettico, tanto da costituire una lettura più attendibile di tanta nostra stampa e TV.

A palazzo reale in Arabia Saudita, in una umida notte settembrina, Kerry ha chiesto il favore ad un re. Scenario di eleganza e potere in Medio Oriente. Egli cercava di costruire ciò che Obama chiama “broad coalition of partners”. Dall’AlbanIa alla Korea del Sud contro il fanatismo. Si tratta di pressioni sui sunniti a denunciare l’ideologia radicale dei terroristi. Ma il re aveva alcune domande circa il proprio tornaconto ad ospitare sul proprio deserto i campi di addestramento militare. Si tratta di ribelli siriani “moderati” disposti a lottare contro ISIS. I Sauditi considerano ISIS una minaccia, ma la ritengono meno grave di quella rappresentata dall’IRAN. Abdullah infatti insiste affinché gli USA non trasformino questa guerra in un tango con tale storico nemico. Per questo ha boicottato la conferenza su ISIS del 15 Settembre u.s. e soprattutto vuole che Obama la usi per abbattere Bashar Assad potente alleato filo iraniano. (In pratica o è una guerra contro la Siria e ISIS è un pretesto per bombardarla, o non gli interessa). Mentre l’IRAN mette in guardia contro le nefande intenzioni americane.

Due giganti geopolitici membri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU come la Cina e la Russia non fanno parte della coalizione. Kerry dice che questo però è il momento di mettere alla prova la vera cooperazione internazionale. Ma altri amici stretti come i britannici e i tedeschi non sembrano particolarmente accalorati, la Turchia tiene sotto tono il proprio ruolo mentre l’Egitto accentua soprattutto le proprie preoccupazioni locali. Insomma questa coalizione vale meno di quella messa in piedi nel 1991 da Bush sr., anzi appare molto meno determinata e molto meno unita. In ogni caso, dice più avanti l’articolo, Kerry è ritornato a Washington forte di alcuni impegni. 14 Paesi hanno convenuto di spedire armi e 29 hanno offerto aiuto umanitario. Solo sette però forniranno personale militare tanto da confermare la convinzione americana secondo a quale “quando abbiamo un grosso problema nel mondo, esso ricade sempre sulle nostre spalle. Al ritorno in aereo inoltre Kerry deve aver visto il generale Martin Dempsey comandante della missione dichiarare al Congresso che alla fine potrebbero essere richieste truppe americane sul terreno; contraddicendo così il ritornello obamiano del “no boots on the ground”.

***

Ora, dopo quell’articolo la situazione si è evoluta, ma senza cambiare segno: gli USA non sono quel gigante buono e democratico il quale, leader di una folta coalizione di stati occidentali, si fa carico di salvare l’occidente dalla barbarie; ma sono solo una incerta nazione che non vuole perdere il proprio ruolo guida dopo i ripetuti flop (Afganistan, Iraq, Siria ecc.) e per far questo prende a pretesto ISIS (problema vero) per bombardare illegalmente la Siria e le sue raffinerie. Ma la mia sorpresa, si fa per dire, nel leggere questo aticolo è che il quadro scettico e forse anche ironicamente critico ivi tracciato è molto diverso dal maistream italiano.

Alla luce della nostra informazione risulta difficile capire ciò che sta realmente succedendo. Per fare un esempio: le notizie sulla decisione francese e oggi quella britannica, di prendere parte ai bombardamenti vengono date secondo l’approccio comunicativo americano che enfatizza la partecipazione e non mette in evidenza che si tratta di decisioni che per il momento escludono l’appoggio ai bombardamenti siriani. Si tratta in realtà di scelte che non rafforzano anzi indeboliscono, almeno per il momento, la posizione americana. E ciò è grave nei giorni della Assemblea Generale dell’ONU.

Inoltre l’informazione Italiana non ha messo in evidenza il vero punto critico, sul piano della legittimità internazionale dell’evento, ovvero il fatto che gli americani bombardano senza la formale richiesta di aiuto da parte del governo siriano configurando una azione illegale. Quindi fermo restando che ISIS va combattuta e possibilmente annientata, fermo restando che l’Italia è amica e alleata degli USA, fermo restando che la lotta militare contro ISIS non può dispiegarsi pienamente senza l’appoggio logistico della penisola e l’accesso al mare, nonché a spazio aereo italiano da parte dei mezzi USA, NOI STIAMO SUPPORTANDO UNA AZIONE ILLEGALE senza alcuna informazione della pubblica opinione.

Auguri a renzuschino e alle sue belle ministre.

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