diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni
Il sinodo ha avuto risonanza internazionale e oggi si trovano vari servizi nei giornali stranieri. In Italia il quotidiano L'Avvenire, di ispirazione cattolica, dedica alcuni paginoni speciali. Interessanti alcune differenze di comportamento, seppur sottili, tra i principali quotidiani latinoamericani e nordamericani.
El Clarin, di Buenos Aires dedica molta più attenzione al lavoro sulla famiglia e al travaglio del documento finale, relegando in second'ordine la notizia relativa alla beatificazione di Paolo VI, mentre International New York Time in una corrispondenza da Roma dedica maggior enfasi alla beatificazione.
Il vaticano beatifica un riformatore è comunque il tema principale che costituisce il mainstream politically correct.
Un ritornello buonista che copre anche i venti di guerra libica cui anche il Vaticano sembra adeguarsi per difendere i cristiani arabi in pericolo.
Riporto qui alcuni passaggi tradotti alla svelta dell'articolo nordamericano.
Pope Francis ha presieduto domenica scorsa (ieri) la beatificazione di Papa Paolo VI, morto nel 1978 dopo aver guidato la chiesa attraverso un periodo di riformismo interno in una era di cambiamento politico sociale caratterizzata dalla sfida dei fedeli agli insegnamenti tradizionali. La cerimonia ha concluso una assemblea bisettimanale di vescovi convocati da Francesco per stabilire come possa la chiesa offrire la miglior guida al proprio gregge alla luce delle crescenti difficoltà incontrate dalle famiglie. Il messaggio che emerge dal documento finale approvato dal sinodo sabato pomeriggio è che la chiesa farà un passo avanti. Ma le tumultuose discussioni a porte chiuse suggeriscono che molti vescovi si sentano sfidati a cambiare gli insegnamenti tradizionali con riferimento alla comunione per i divorziati con secondo matrimonio civile così come per le coppie di fatto od omosessuali. Ma il linguaggio calmo ed accogliente del documento viene annacquato proprio su questi punti, coppie gay e divorziati, rispetto alla prima versione del documento rilasciata lunedì scorso quando il sinodo era a metà percorso. Pope Francis ha indirizzato i vescovi nella sessione finale indicando un allarme contro le “rigidità ostili” dei cosiddetti tradizionalisti ed invitndo alla cautela i progressiti dal “fasciarsi la testa prima di rompersela”. (Tipica espressione dell’Italia del nord dai cui emigrati egli stesso discende). Nell’omelia domenicale Pope Francis ha citate le parole di Paolo VI che portò a termine i lavori del Concilio Vaticano II introducendo significativi cambiamenti e avviandola chiesa al dialogo con le altre fedi e con i non credenti. Il cambiamento non va temuto perché Dio non lo teme, dice Francis, e “questa è la ragione per la quale esso ci sorprende continuamente aprendo i nostri cuori verso nuove vie”. Il cardinale Giovanni Battista Montini di Milano fu eletto Papa nel 1963 succedendo ad un altro riformatore: Giovanni XXIII che è appena diventato santo all’inizio di quest’anno assieme a Giovanni Paolo II. Paolo VI fu un Papa di molti primati, ha commentato l’altro giorno il cardinale Giovanni Battista Re. Egli fu il primo a dismettere la tiara per mostrare che l’autorità papale non è legata al potere temporale e quando essa venne venduta egli dette i soldi ai poveri come segno del suo impegno per la giustizia sociale. Egli abolì la Corte Pontificia e semplificando la Curia, braccio amministrativo del Vaticano. Egli comprese l’importanza dell’arte per la Chiesa e iniziò la collezione di arte moderna nel Museo Vaticano. Egli promosse l’unità dei cristiani e il dialogo ecumenico. Fu il primo papa a viaggiare in Israele prima che lo Stato del Vaticano riconoscesse ufficialmente lo stato di Israele. Visitò sei continenti durante il suo papato, che durò 15 anni. Egli è anche ricordato per la sua schietta enciclica Humanae Vitae del 1968, che riaffermò l’opposizione della Chiesa al controllo artificiale delle nascite. La beatificazione consegue alla certificazione avvenuta in Maggio di un miracolo attribuito alla sua intercessione ovvero la guarigione nel 2001 di un feto non nato del quale il medico aveva diagnosticato gravi difetti d nascita. Invece il ragazzo americano, che oggi ha 13 anni è un sano teenager la cui identità è tenuta segreta su richiesta dei genitori. Per essere dichiarato santo è comunque richiesta la certificazione di un secondo miracolo. E il reverendo Antonio Marrazzo, che ha promossa la causa di beatificazione, sostiene che anche dopo la morte Paolo VI continua a difendere la vita. Nel suo papato Paolo VI ha sempre cercato un terreno comune tra gli elementi conservatori e progressisti della chiesa e, dopo il Concilio Vaticano II, ha istituito il Sinodo per promuovere il dialogo continuo.
Va segnalato che nessuno riporta, neanche L'Avvenire, che domenica c’era anche la marcia per la Pace Perugia Assisi, evidentemente l’immanente guerra libica rende inopportuno ricordarlo…