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diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni

Carrisi cacciatore del buio

Carrisi cacciatore del buio

Buona lettura. Siamo in presenza di uno scrittore che sa il fatto suo e che ci offre il meglio del suo filone al gusto di panpepato e morellino di scansano.

E’ giusto chiamarlo Thriller, all’americana perché la tensione pervade ogni pagina. Ma questa è la ricetta speciale di Donato Carrisi il quale infierisce sulla metropoli cattolica e sulla millenaria competenza vaticana in fatto di Male.

Marcus è un prete un po’ speciale che porta il segno del suo ritorno dalla morte sulla propria tempia. E c’è qualcos’altro di nascosto nella sua vita: il segno del male. Egli può leggere il male che si nasconde nella realtà. Ovvero quelle tracce del male che che Carrisi definisce anomalie.

Non è un agente della scientifica, non è un poliziotto, ma Marcus sulla scena del crimine è imbattibile perché le tracce non si sottraggono alla sua vista. Ed è un prete, anzi è un “penitenziere”.

I lettori di Carrisi lo sanno, la natura umana è attratta dalla malvagità e di essa ce ne sono vari tipi; ecco è proprio di tale ventaglio di tipologie e qualità che Marcus se ne intende. E in questa storia la lezione che Marcus impara è che: “Il modo per catturare un malvagio è capire come fa ad amare”.

Il mostro di Roma ammazza coppiette ed è furbo. Marcus è l’unico che può intuire e seguire la pista giusta, ma è tutta spirituale, se non esoterica, mentre il vicequestore Moro, per quanto esperto ed abile, può dispiegare forze d’indagine, può seminare Roma e i colli di coppiette – trappola, ma alla fine da solo non ci arriva.

Ci vuole un CACCIATORE DEL BUIO.

Inoltre ci sono i traumi infantili da conoscere. E i bambini di luce, di sale o quant’altro lo sanno bene.

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