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diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni

Elezioni: I Love Valdagno e suoi nuovi numeri.

I Love Valdagno e i suoi nuovi numeriIncuriosito dall’esito del voto ho fatto un giretto serale, dopo cena verso del 22, per Valdagno col mio grande amico Barce e le sue quattro zampe. Non c’era praticamente nessuno. Anzi c’erano un paio di extracomunitari nella zona dei Kebab che mi sono sembrati affamati e senza fissa dimora. In centro, dove un paio di display municipali mettono a disposizione i risultati elettorali locali, ho potuto guardare i dati e aggiornarmi l’opinione sui comportamenti elettorali dei miei concittadini. E di questo voglio scrivere in questo post.

 

Premetto che non sono un commentatore imparziale perché ho un pregiudizio: I Love Valdagno.  Amo Valdagno perché è stato ed è la mia vita ed anche perché il suo lungo background industriale gli dà una connotazione cittadina e ne fa uno dei pochi comuni della fascia pedemontana ad avere una amministrazione di centrosinistra. Più precisamente, dal punto di vista politico direi che si contende il primato elettorale tra Lega e PD. Questo almeno era stato chiaro nelle due ultime consultazioni politiche, quelle del 2006 con Prodi e quelle del 2008 con Veltroni entrambi antagonisti di Berlusconi uno vincente, l’altro perdente. Altro dato caratteristico è una ottima partecipazione al voto che si conferma sopra l’ottanta per cento anche in questa consultazione e, considerato il dato nazionale, non è poco.  La mia prima curiosità era quella di vedere come questa identità politica consolidatasi nel decennio scorso, si sia ristrutturata alla luce degli eventi anche traumatici (deindustrializzazione, immigrazione e crisi economica) che hanno caratterizzato l’ultimo lustro. E si vede subito un primo dato: calano gli elettori e quasi un terzo di quelli che votano cambiano opinione . Tutti i principali partiti perdono voti, in particolare Lega, PD  e PdL dal 2008 ad oggi hanno perso la bellezza di 5.729 elettori. Mi riferisco ai dati della Camera perché comprende anche il voto giovanile, ma anche al Senato il trend è similare.

 

A subire un vero e proprio collasso è la Lega Nord che ne perde da sola 3.153, ma anche il PD il quale, come vedremo, ha un elettorato tendenzialmente fedele, ne perde 1266, che sono solo una cinquantina in meno di quanti ne perde il PdL. Dove sono andati?

 

 

Beh, un migliaio circa non sono neanche andati al seggio e non penso proprio che sia stato per la neve, altri sei –settecento hanno migrato su liste minori mentre la bellezza di 3.948 hanno optato per la nuova offerta pentastellare. E’ questo ovviamente il dato fondamentale di cambiamento su cui riflettere, salvo voler ostinarsi in una colpevole cecità. La Lega nel 2008 era il primo partito alla Camera, ora è il terzo mentre il PD che era secondo, rimane al suo posto ma dopo cinque stelle. C’è da dire che il PD mantiene il primato al Senato, com’era nel 2008, ma ciò è dovuto soprattutto al voto dei meno giovani come mostra la differenza tra Camera e Senato.

 

La nuova offerta montiana, che qui è sostenuta dallo stesso sindaco e altri notabili, prende il posto del vecchio centrismo ormai esausto collocandosi al quinto posto. Gli estremi hanno numeri insignificanti e se mettiamo assieme PD  con Monti arriviamo (per la Camera) di poco sopra il 35%, che è ben lontano dal 43 per cento e passa che avremmo avuto nel 2008 mettendo assieme PD con Di Pietro e la UDC. Che significa?

 

 

Significa che c’è poco da girarci attorno: anche a Valdagno il movimento di Grillo impone una politica nuova. Una testa nuova, un modo di ragionare nuovo ecc. I vecchi balletti di alleanze più o meno spregiudicate sono fuori gioco, ruotano su se stessi senza determinare niente. Siamo di fronte ad un fatto compiuto : il nostro vecchio motore è stato sbiellato e gira a vuoto. Dobbiamo uscire dalla gara e lasciar correre quelli col motore nuovo. ..

 

Fuor di metafora voglio dire che riproporre l’idea di un impegno politico a vita non solo non è più attuale, ma è perdente e lo è colpevolmente perché la gente vuole cambiare. E a quelli che si ostinano a scambiare questa domanda di cambiamento per “antipolitica” non vuole più neanche andare a sentirli.

 

 

Questo ragionamento ovviamente non vale ai fini delle prossime elezioni amministrative perché i due tipi di elezione non sono paragonabili, ma potrebbero valere per le prossime politiche. Le quali a quanto sembra profilarsi potrebbero anche arrivare prima delle amministrative stesse.

Insomma o si cambia o si muore e i nuovi numeri dei Valdagnesi lo dicono chiaramente.  Spero che a leggere e soprattutto a comprendere questi nuovi numeri ci sia molta più gente di quanti stasera erano in piazza a guardare i display. Spero che ci siano giovani e molte persone, anche meno giovani, disposte a mettersi in gioco prendendo il posto di chi la vecchia politica l’ha già fatta per decenni, portandoci, haimè, nella situazione in cui siamo.

 

 

 

 

(La foto è del valdagnese Filippo Dal Maso)

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