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diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni

prosegue la repressione in Rete

La Stampa di sabato scorso dedica due pagine all’operazione anti hacker. Ma non sembra una notizia, sembra un servizio propagandistico. Primo Piano: “Buoni e cattivi in rete”. Nella prima pagina (con striscietta rossa come se fosse un semaforo) si annuncia una operazione con quattro arresti. C'è una netta associazioe tra hacker e Anonymous, anzi uno degli arrestati sarebbe una sorta di dirigente di tale "organizzazione" in Italia. Addirittura Guido Ruotolo usa l'espressione "colonna italiana di Anonymous".

 

 

Si presentano tre storie “dal ato oscuro del web” nelle quali viene confezionato un profilo dell’hacker associando l’idea stessa di hacker a quella di Anonymous. Giovane, insospettabile, complottista. Nell’altra pagina, striscietta verde  come un semaforo, abbiamo invece i “cyber dissidenti”, presentati come esempi di impegno e solidarietà. Questi ultimi sono in Pakistan, Uganda e Sri Lanka paesi dove gli hacker evidentemente sono buoni. Anche qui tre profili: l’attivista gay, il giornalista oppositore e l’avvocatessa dei diritti umani.

 

 

 

La distinzione è quindi tra hacker e cyber dissidente e, come si evince da un altro articoletto del paginone, si basa sul criterio secondo il quale il confine tra attivismo politico e crimine digitale è labile, ma bisogna cogliere le differenze: “c’è chi scegliere di combattere una battaglia per i diritti e chi referisce sfruttare le capacità informatiche per fini personali.” Interessante, nonché potenzielmente pericoloso, è anche un altro criterio che viene annunciato più avanti dove si distingue tra chi usa la rete per dissentire in un paese dittatoriale e chi invece lo fa dove c’è democrazia.

 

 

L’dea che ne ricavo è che questi arresti sono episodi di inchieste già in atto per vicende e reati specifici, come queli collegati alle contestazioni anti TAV. Tali inchieste vengono ora, dopo il trauma legato al successo del MoVimento 5 stelle, riconfezionate in una sottile campagna repressiva della libertà di espressione in rete.

 

 

C’è un sito che descive meglio di me il tema : https://twitter.com/intent/follow?screen_name=Reset_Italia.

 

 

 

In pratica uno dei tre esempi di cattivi in rete, Gianluca Preite (Phate Lucas), è già sotto processo per rivelazioni sul caso Callipari ed è difeso dall’avvocato Taormina il quale notoriamente, nella sua enfasi protagonistica, a vote parla chiaro. E questa volta dice apertamente che il suo assitito non è un hacker, ma un collaboratore del ministero dell’interno, divisione anticrimine.

 

 

 

Fondamentale infine la domanda che si pone tale articolo: è in atto una strategia della tensione digitale?

 

 

 

 

 

 

 

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