diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni
Nell’Ottobre 2011, ad un mese abbondante dalla World Conference on International Telecommunications (WCIT), a Torino si è tenuto l’evento convegnistico denominato Internet Governance
Forum. Lo scopo del convegno nazionale era quello di pervenire ad una formulazione propositiva che fosse rappresentativa della posizione italiana in tema di web governance.
Nella Conferenza mondiale di Dubai è stata messa in ballo una scelta strategica decisiva: trasferire o meno la web governance dall’Icann all’ITU. Si tratta di due soggetti istituzionali molto diversi per natura e ruolo ma entrambi deputati a sviluppare l’innovazione normativa che governerà in futuro la rete. L’Icann è un raggruppamento privatistico di stakeholders mentre l’ITU è una Agenzia dell’ONU. Gli acronimi stanno rispettivamente per Internet Corporation for Assigned Names and Numbers e, nel caso del secondo, International telecommunications Union.
La permanenza del ruolo di Authority all’Icann ovviamente favorisce i grandi operatori del 2.0, chiamati anche Over The Top (Larry Page e Mark Zukerman in particolare), come se stessero celestialmente al disopra della piramide di governo globale. Mentre l’ambito ONU garantisce molto di più Russia e Cina, i quali a loro volta guidano le scelte strategiche dei Brics in campo tecnologico.
Secondo un articolo apparso su Nòva il 21 Ottobre i due interventi più significativi al forum sono stati quelli del ministro Terzi e quello di Stefano Rodotà. Entrambi danno una definizione dal taglio positivo alla rete, definendola “bene comune”. Io non so se questo risponde ad un concetto già acquisito nel dibattito internazionale e in sede ONU, ma mi pare un fatto rilevante sul piano etico e lo condivido. Ovviamente però non è per buonismo gratuito che i due alti rappresentanti del nostro paese assumono e dichiarano il concetto, al contrario lo fanno ora che si profila uno scontro forte con Russia e Cina, scontro di interessi strategici per gli over the top (Google, Facebook e pochi altri).
A mio avviso gli USA e molti loro alleati hanno poi lavorato per far fallire la conferenza per rinviare le decisioni puntando ad
ingaggiare nel frattempo una guerra cibernetica decisiva. E’ quello che sta accadendo in queste settimane, solo che la situazione si intreccia con la guerra finanziaria dove l’occidente è in pesante svantaggio.
Inoltre si sta profilando uno scontro tra la UE e gli over the top, in particolare Google. Ma questa la vedo come una subordinata e su questo conto di tornare con altri post.
Nel frattempo leggo notizie come questa come tracce della guerra in corso, anche se Nòva31 Marzo dava notizia che l’attacco, e i conseguenti danni, subiti da Spamhouse sarebbero una bufala. La bufala più grande nella storia del cybercrime. 3000 Gigabit infatti non sono sufficienti a determinare un blocco apocalittico della rete ed la società CloudFlare forse ci ha un po’ marciato sopra per farsi pubblicità. Si tratta quindi solo del più grande attacco subito dai server di Spamhouse.
Nell’occhiello della pagina però, con l’icona di 007, si dice che i servizi segreti inglesi hanno aperto a Londra un’unità speciale per difendere le imprese britanniche dal cyber crime, in vista delle “crescenti minacce” in arrivo da Cina, Russia e Iran. Ciò dà un preciso senso alla trama di Skifalls.
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