diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni
Di omniavulnerant
Il testo e la composizione vengono attribuiti all’ex schiavista pentito John Newton, pubblicato negli innari inglesi dei primi dell’ottocento, ma è chiaro che si tratta di una melodia tradizionale di area celtica.
E’ una melodia particolarmente intensa. Eseguita con le uillean pipes infonde uno stato d’animo di predisposizione al sacrificio. A determinarlo è soprattutto l’apporto del bordone che all’insieme armonico aggiunge un effetto di tensione sospesa inimitabile nelle nostre comuni armonie.
Con l’armonizzazione corale moderna, e soprattutto con il testo sora riportato, Amazing Grace diventa una canzone di ringraziamento, che è un sentimento diverso dalla predisposizione al sacrificio, anzi per certi aspetti è l’esatto contrario. Questa trasformazione è stata operata dalle chiese evangeliche delle ex colonie inglesi dopo che l’America federale ha abolito il diritto schiavistico. Essa è stata l’inno dello schiavo libero. Il verso sopra riportato narra del meraviglioso stato di Grazia che ha salvato il miserabile un tempo perduto ora ritrovato, un tempo cieco e ora vedente. Il versetto che viene citato (John 9:25) recita:
“He answered and said, Whether he be a sinner or no, I know not: one thing I know, that, whereas I was blind , now I see.”
Oggi è un gospel famoso in tutto il mondo, un inno alla religiosità del converso.
Il mercato discografico ha attinto a piene mani da questa struggente armonia facendone un’icona di malinconie da spiaggia. Un esempio altamente rappresentativo in questo senso è dato da “Il gabbiano infelice”. Il brano è una rivisitazione dello spartito newtoniano come proposta discografica del 1972. In tale disco la melodia viene prodotta con la sonorità del “Moog” sotto lo pseudonimo de Il guardiano del faro. Il mercato italiano premiò quel disco con il top delle vendite per parecchie settimane. A realizzarlo fu un esponente del top management discografico – musicale, ovvero Federico Monti Arduini già direttore generale del gruppo Ricordi nonché direttore artistico della Polydor.
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