diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni
Valdagno ha celebrato in pompa la ricorrenza di Santa Cecilia. Sindaco e mecenati hanno preso la parola per ringraziare gli storici operai componenti della istituzione musicale valdagnese per eccellenza: la Banda Marzotto.
Il cinema Teatro Super s’è fatto luogo di pubbliche celebrazioni dopo l’epoca degli sfarzi marzottiani; e in esso si raccolgono, oramai, le nostalgie della vecchia generazione. Ivi la Banda Marzotto, oggi complesso strumentale della ASSOCIAZIONE Progetto Musica, prosegue un percorso di cultura ormai ultracentenario e la ricorrenza di Santa Cecilia, che il martirologio colloca nel ventiduesimo giorno di novembre, sta diventando in proposito l’apposita occasione concertistica.
Il coro polifonico Progetto Musica, del qual mi onoro esser partecipe, si è collocato ormai a pieno titolo tra i concelebratori dell’evento ed oggi ha aperto il cerimoniale.
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Quindi abbiamo onorato Cecilia e il suo mito di protettrice musicale. E’ stato infatti un onore per noi coristi poter consegnare ad un pubblico sensibile la dolcezza quasi straziante del pezzo Buine sere, cjase scure, la cui musica è stata composta dal nostro maestro. Nel mio intimo sentire si tratta di un brano che richiama la vicenda di quella santa e il fascino della nostra esecuzione sta soprattutto nella voce solista, giovane madre capace di intonazione quasi eterea.
Penso che Cecilia, la santa che Jacopo da Varazze definisce “vergine illustre” nel suo libro “Legenda Aurea”, possa ritenersi omaggiata soprattutto dall’ esecuzione di questo brano. Esso narra del desiderio sofferto ed insoddisfatto di un amante che sfida la notte giuliana, con tutto il suo rigore invernale, pur d’intravveder l’amata. L’innamorato guarda dal mezzo dei campi (in mjez dai ciamps) proprio come Valeriano, guardò Cecilia nel terzo secolo dopo Cristo, nella sua notte di nozze quando andò in bianco… (vedi il racconto del da Varazze).
Insomma una notte da calci e sputi proprio come dice un verso di Antonello Venditti parlando proprio, potenza della ispirazione artistica, di Cecilia.
Antonello Venditti nel suo album UNICA, uscito due anni orsono nella settimana ceciliana, dedica una canzone (Cecilia appunto) alla santa protettrice dei musicanti. La definisce “unico amore santo e sicuro come il primo amore”. E le dedica uno dei suoi statements più impegnativi:
PER TE IO MUOIO E CANTO
Ma se Antonello Venditti canta e muore per santa Cecilia varrebbe ancor più la pena ricordare gli omaggi a lei medesima tributati nei vari secoli da illustrissimi mostri sacri della musica, come Alessanrdo Scarlatti, Franz Joseph Haydn o della letteratura come Geoffrey Chaucer e, come abbiamo già visto, Jacopo da Varazze.
La Santa Cecilia celebrata oggi è una santa intrigante. Intrigante e sublime come le armonie del nostro coro.
Grazie Cecilia
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P.S. C’è un’altra piccola curiosità del calendario odierno, che mi stimola un’altra riflessione. Il 25 Novembre infatti, in virtù di una disposizione internazionale, si celebra la giornata contro la violenza alle donne. Ora, ove tale tipo di violenza arrivi alla uccisione della malcapitata, essa dà luogo ad una nuova fattispecie di reato chiamato femminicidio. Santa Cecilia, nel racconto varazziano, muore sanguinante nella vasca da bagno dopo tre giorni di agonia. Ma non per opera di un bruto frustrato dai suoi dinieghi, ella fu colpita tre volte dal boia. Fu il potere di allora a voler morta Cecilia perché la sua religione non era gradita. Il femminicidio del potere, come dimostra la vicenda Malala, è diffuso nel mondo tutt’oggi; ed è quanto di più meschino si possa concepire perché non può essere ricondotto ad una perdita di controllo, ma ad una fredda decisione politica.