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diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni

Venti anti Putin ...

Sulla crisi Crimea il comunicato della Farnesina è inconsistente e tendenzialmente ambiguo. Mi auguro che non corrisponda allo stile politico del nuovo trend Mogherini. La Merkel, scusate se è poco, ha tutta un’altra visione, chiara e netta: dialogare con Putin.

In una ipotetica guerra Russo-Ucraina avrebbe ragione la Russia, ma noi saremmo costretti dal giogo NATO a stare con il nuovo governo di Kiev. Il nuovo governo di Arseni è tale solo in virtù di un voto improvviso del parlamento composto dalle stesse persone che fino a dodici ore prima sostenevano Yanucovic. E tutto questo in una Kiev molestata militarmente da pseudo europeisti armati e travestiti da manifestanti.

Sia chiaro: gli ucraini hanno pieno diritto a sceglie se vogliono o meno stare con l’Europa e penso anche che Yanucovic si sia reso responsabile di errori drammatici nel processo di avvicinamento all’Europa. Egli non è certamente esente da colpe e gli ucraini farebbero meglio a cambiarlo. Ma con elezioni democratiche. Ora invece gli occidentali, in particolare gli USA, hanno una particolare fregola a sostenere militarmente il nuovo governo e preferirebbero congelare la situazione (ed evitare un referendum sulla indipendenza della Crimea) inviando forze ONU anziché lasciare che si dispieghi un processo elettorale democratico.

Ciò è incompatibile con l’assetto geopolitico internazionalmente riconosciuto. La sicurezza del gasdotto South Stream (che passa sotto le acque del Mar Nero) dipende infatti dalla marina russa le cui basi stanno, legittimamente, in Crimea. E ciò sulla base di trattati internazionali Russia – Ucraina noti e incontestati. Il punto è che il gasdotto South Stream nel caso di un fallimento totale dello stato Ucraino (cosa immanente) costituirebbe l’alternativa agli approvvigionamenti che passano sul territorio ucraino. E in questo scenario gran parte dell’occidente dipenderebbe per le forniture del gas direttamente dalla Russia. Pertanto l’Occidente ha interesse a un governo fantoccio per lo Stato ucraino. Un governo di garanzia europeista, che dipenda finanziariamente solo dall’Occidente in modo tale da assicurare le forniture e gli stoccaggi strategici di gas.

E’ possibile che su questa visione sia stato impiantato nei mesi scorsi, dopo il voltafaccia di Yanucovic a Novembre, un piano di destabilizzazione politica. Ovviamente non ci sono prove e quindi l’ONU dovrà prendere decisioni solo sulla base di strategie diplomatiche.

Sul perché avrebbe ragione Putin mi baso su una suggestione suggerita dal generale Fabio Mini, i quale Sabato scorso ci ricordava su La Repubblica che:”la Crimea, nell’ambito della Ucraina, ha uno status giuridico di regione autonoma e una situazione etnica con maggioranza russa esattamente come il Kosovo aveva status di provincia autonoma e maggioranza albanese nei confronti della Serbia.” Il significato di questa affermazione, un po’ nascosta nella impaginazione del quotidiano, sta nella sua specularità. Nel momento in cui un referendum crimeo attestasse una dichiarazione di indipendenza la Crimea di oggi sarebbe esattamente nella situazione kossovara di allora, e di conseguenza se hanno avuto ragione gli Stati Uniti di Clinton a sottrarre il Kosovo dalla Serbia altrettanto vale per la Russia nei confronti della Crimea ucraina.

Non dimentichiamo, però, che gli Stati Uniti ci riuscirono solo grazie ai bombardamenti NATO.

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