diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni
Oggi il Corriere del Veneto, inserto del quotidiano nazionale, ospita un editoriale di Umberto Curi sul tema della identità veneta. Il titolo è chiaro, come lo è peraltro tutto il contenuto dell’articolo: La vera identità non è il localismo.
Curi parte dall’idea che la giunta regionale in carica stia rilanciando la pioggia di finanziamenti clientelari prendendo a pretesto il valore della lingua e cultura veneta ed è certamente vero, ma non ci sono solo le elezioni della prossima primavera come posta in gioco, c’è anche, e soprattutto direi, il referendum sulla “Repubblica indipendente e sovrana” per il quale la legge è già stata varata.
Ora il fatto che Curi, preciso ed efficace come sempre, non ne accenni anche se il contenuto del suo articolo è TUTTO centrato sul fondamento reale che avrebbe una eventuale identità istituzionale venetista, mi preoccupa. Si affronterà questo appuntamento perseverando nel sottotono usato fin’ora? Spero proprio di no. Anche il grillismo è stato ignorato e sottovalutato, se non deriso, per anni con il risultato di trovarsi nove milioni i voti, e conseguenti seggi in parlamento, tutti contro. Mi auguro invece che il suo silenzio sul tema sia solo una cortese non ingerenza. Ma se dovesse essere un silenzio anticipativo della linea politica che avrà il centrosinistra durante la campagna referendaria per me sarebbe grave. Bisogna invece lavorare con trasparenza ed energia sulla visione che Curi indica quando dice che “varrebbe la pena di riflettere in modo non occasionale “sul fatto che “non è necessariamente disdicevole un lavoro esplicitamente mirato alla salvaguardia della cultura veneta” La storia su cui si fonda l’identità veneta, peraltro nota in tutto il mondo per la sua laboriosità e tenacia (vedi America Latina) sta dalla parte di chi non vuole i localismi e le chiusure ed è per questo che va valorizzata. Il referendum dovrebbe essere l’occasione per ricostruire i termini di questa consapevolezza, con ampio respiro, mentre invece la linea del silenzio finirà per lasciare il dibattito alla miopia strapaesana.
Detto questo omaggio al contributo di Umberto Curi. Speriamo che lanci un dibattito.
Meno clientele, più aperture. Appunto.