diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni
All’ONU, aldilà di tutto il polverone mediatico di queste settimane, la situazione è ferma a quella relazionata da Carla Del Ponte. Finora il Sarin è stato usato solo dai ribelli e non risultano violazioni delle norme internazionali da parte dell’esercito siriano. Israele e USA per poter evolvere la situazione devono rimuovere questo non piccolo ostacolo. Sul piano propagandistico quello che è ancora un punto fermo sui tavoli dell’ONU è però un ostacolo già rimosso. Tuttavia l'opinione pubblica occidentale è ancora diffidente e contraria all'intervento. Questo preoccupa la lobby armageddone.
Gli stessi articoli dei vari Guido Olimpio da Washington, basati sul rapporto della intelligence americana, un rapporto che era già pronto in buona parte prima del 21 u.s., parlano di ricerche su parti del copro di morti siriani fin dalla fine dell’ultimo inverno. Parti di polmone che dimostrano la contaminazione da Sarin. Il rapporto presentato alla Casa Bianca in questi giorni comunque, scrive Olimpio, “ricostruisce come i gas siano stati stoccati, assemblati e poi impiegati”
Il titolo, che probabilmente non è suo, dice: “Strage chimica, tutte le prove che inchiodano il regime. Dalla telefonata allarmata di un ufficiale alle immagini dei satelliti”. Si prosegue poi descrivendo le intercettazioni, l’uso dei satelliti, i reperti e la ricostruzione del movente. Ci sarebbero conversazioni intercettate e registrate dal Pentagono che captano conversazioni allarmate tra ufficiali preposti alla gestione dei gas nelle ore cruciali. Il corpo militare che avrebbe presa la decisine in questione dipende dal fratello di Bashar al Assad per cui i media occidentali hanno speculato scrivendo che l’ordine è venuto direttamente da Assad.
Il generale siriano che ha aperto il fuoco alle 2:30 di notte è stato individuato dagli israeliani i quali dispongono di un grande intercettore sul monte Avital (alture del Golan) questi dialoghi via radio dimostrerebbero l’uso dei gas. Tali dati sarebbero poi coerenti con dati americani provenienti dai satelliti che avrebbero registrato movimenti sospetti nelle ore precedenti allo scontro. Da questi movimenti si ricaverebbe la prova di uno spostamento di stock pile chimici. Quindi abbiamo i video e le foto dice Olimpio. Il dossier però è ancora in elaborazione.
I reperti. Gli americani come nei filmetti di CSI, sono in possesso di tessuti umani prelevati dalle vittime. (MI chiedo se per caso glieli hanno passati i medici senza frontiere, ONG che , non va dimenticato, ha sede nella solerte Francia di Holland) Capelli, pelle a parti del corpo (suppongo soprattutto tessuti polmonari).
Tra le ipotesi sul movente si citano analisi giornalistiche secondo le quali quella sera l’esercito siriano avrebbe reagito scompostamente, o comunque sproporzionatamente, ad un tentativo di uccisione di Assad. (Attentato del quale non si sa niente).
La tesi degli israeliani invece è che i siriani in quel frangente avrebbero voluto usare in piccole dosi le armi chimiche, ma la cosa gli sarebbe poi scappata di mano. (Questa argomentazione mi fa sospettare un piano di raddoppio). In questo quadro probatorio, peraltro alquanto debole, a mio avviso diventa decisivo dimostrare la compatibilità del gas usato (secondo me dai ribelli nell’ambito di una operazione di raddoppio) con quello stoccato presso i depositi siriani.
Per me è possibile che quella notte i ribelli siano riusciti a determinare le condizioni tattiche necessarie per obbligare i siriani a spostare alcuni stoccaggi, ma niente più di questo.
Le dichiarazioni di Obama e le scomposte acrimonie retoriche di John Kerry sono rivelatrici. Non c’è pistola fumante in quel rapporto. Kerry aveva detto: il presidente prenderà una decisione informata. Ebbene ora è chiaro, almeno per chi non tiene la testa sotto la sabbia, che se le informazioni sono queste la guerra non ci sarà. Aspetto quindi fiducioso le conclusioni ONU.
Potrebbe però esserci un accordo internazionale al G20 per rilanciare l’obiettivo del bando totale sulle chemical weapons ed è possbile che la posizione di Obama abbia perciò puntato a prendere il tempo necessario. Bene. A me la cosa piacerebbe Ora parte la battaglia per il riposizionamento diplomatico internazionale e al G20 Obama sarà meno debole. Però con Snowden in casa, Putin rimane decisamente forte, e anche i Brics.
E' possibile comunque che in questo frangente i media occidentali concentrino l'aspettativa sulla decisione del Congresso USA anziché su quella dell'ONU.
[3 Settembre 2013]
Intervista di Bashar al Assad. La Stampa di oggi sfoggia ben sette articoli tra inviati e commentatori. La NBC (nighthly News) di oggi dedica tutta la prima parte alla Siria, comprese interviste raccolte tra i profughi siriani. In termini mediatici, si tratta di due esempi di un dispiegamento di forze straordinario, tale da far pensare ad un attacco massivo di disinformacja occidentale. Dentro questo polverone c’è però qualche novità. Ad esempio l‘immagine di Assad. Prima non appariva mai e al massimo si mostravano le icone istituzionale del presidente che, viste da noi occidentali, appaiono sempre come foto di un dittatore dell’Est. La novità comunque sta soprattutto nel fatto che le informazioni sulla situazione siriana non sono più limitate ai video dei ribelli. Quelli servivano per documentare la vendita delle armi. Questi servono a sostenere la fase nuova, quella che si apre ora dopo la caduta dell’attacco missilistico. Siamo cioè in uno scenario di trattativa, forse con la mediazione vaticana.
[4 Settembre 2013]
In vista del G20 scende in campo Putin con una intervista dalla sua dacia fuori Mosca, ripresa dalla stampa mondiale. Egli sfodera il suo protagonismo diplomatico per tracciare una prima cornice dello scenario di trattativa. Il solco fondamentale sembra essere il ripristino della centralità ONU per la quale egli offre subito un punto di riferimento: in caso di condanna egli (la Russia) non interverrebbe in difesa di Assad; in caso di attacco che avvenisse in assenza di mandato ONU si tratterebbe di “aggressione” e pertanto, sembra voler dire il capo del Cremlino, scatterebbero gli impegni di alleanza militare Russia-Siria, Russia- Iran e Iran-Siria. Il triangolo mortale per Israele insomma.
Da qui la provocazione militare di Israele spacciata per test missilistico.