diario di lettura e scritture semiserie by Francesco Boschetto. Brevi recensioni
Le dimissioni di Ratzinger non sono un dramma. Una volta si
usava l’espressione “segno dei tempi” ed è così. Secondo alcuni la Chiesa cattolica non regge più e verrà rasa al suolo da una nuova era. Secondo altri le dimissioni sono l’effetto di una lotta
di potere come in qualsiasi altro Stato. Sono i due estremi di una lettura viziata dal sensazionalismo. Personalmente propendo per una lettura molto più semplice ed umana: lo ritengo un atto di
coraggio, un fatto positivo che può lasciare spazio ad una nuova e più autentica spiritualità. Ma il mondo è complicato e non manca chi vorrà speculare, e questo sarà per ragioni di
potere.
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I problemi che vedo alla base di questa scelta fortemente anticonformista, operata da un uomo di grande levatura culturale e certamente avveduto sulle vere regole che fanno funzionare il mondo, sono di vario genere. Il primo che mi viene a mente è quello segnalato da Giorgio Napoletano: l’invecchiamento.
Oggi come oggi farmaci e possibilità di soddisfacimento dei bisogni primari allontanano, per i paesi ricchi, la datazione statistica della morte. Oggi il problema non è la terza età, che per chi gode di pensione e salute nella fascia di età compresa indicativamente tra i sessanta e gli ottant’anni può essere bella, anzi la migliore per certi aspetti, con viaggi, cultura e relazioni sacrificati nelle età precedenti. Oppure, se vogliamo con tempo libero sesso, droga e rock’Roll (pensiamo a prodotti come il Viagra) per gli edonisti insoddisfatti. Ma il vero problema è la quarta età che per la generazione oggi uscente dal mercato del lavoro potrà andare dagli ottanta ai cento e oltre (sempre su basi statistiche), ma in quali condizioni di salute? La maggior parte di noi sarà schiavizzata dalle malattie senili che saranno dirompenti per la qualità di una vita dipendente dalla badanti e con i figli disturbati dal fatto che non moriamo mai. Parkinson, Alzheimer ecc. sono incubi che stiamo esorcizzando, ma che dovremo conoscere ed affrontare. Su questo il papa precedente fece una precisa scelta: non nascondere questa verità alla nostra coscienza edonista ma mostrarci tutto lo strazio di quella condizione. Il punto è che ora lo sappiamo, perché l’abbiamo visto tutti. Ora il problema non è mostrarlo al mondo, ma attivare le energie, anche spirituali per affrontarlo, per risolverlo, perché è un problema serio che non va trasferito nelle istituzioni o scaricato nei posti di potere. Lì anzi ci vogliono un coraggio e un criterio nuovi, ci vuole la logica del rinnovamento, del ricambio generazionale ci vuole, appunto la forza che la nuova quarta età ti toglie. E questa è la condizione alla cui soglia si trova oggi Ratzinger. Quindi non culliamoci in dietrologie in questo caso del tutto inutili: di fronte a questo problema non sarebbe servito a niente ripercorrere i passi di Woityla mostrando al mondo l’impotenza anacronistica di una guida che accumula e lascia marcire i problemi anziché affrontarli. E ciò per mancanza di energie da invecchiamento. No, in questo scenario mi appare chiara tutta la forza morale e la dignità umana della scelta Ratzinger. Tutto ciò è molto chiaro nella sua Declaratio e mi basta questo per apprezzarla.
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Poi ce ne sono altri, come la politica, la battaglia interna di potere dentro una chiesa che è anche Stato, uno stato il cui sistema finanziario non è riconosciuto come affidabile dai criteri internazionali di antiriciclaggio ecc. Ecco oggi, nella prospettiva di nuova era spirituale che vediamo alle porte, questa Chiesa-Stato non serve, è essa stessa il problema e va cambiata, anzi abbattuta per far con quelle pietre la nuova casa dell’umanità. L’umanità del terzo millennio, quella che avrà un nuovo statuto antropologico, un nuovo statuto biologico e che fa tanta paura a chi guarda con gli occhi del passato.
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Ma questi altri problemi li affronteranno gli uomini nuovi che la storia ci darà. E chi oggi ha il coraggio di far loro posto per primo darà loro il vantaggio del primato e la forza della speranza.
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